
13 Settembre 2021
L'Italia ha sottoposto lo scorso aprile a Bruxelles un piano per accedere a circa 600 milioni di fondi europei previsti dal Recovery Plan al fine di poter realizzare, entro il 2030, una "Gigafactory" da 37 GWh sul proprio territorio dedicata alla produzione di batterie, un’infrastruttura strategia per la mobilità elettrica, e capace di impiegare una forza lavoro di 500 persone. Il Governo italiano, tuttavia, punterebbe ad aumentare queste risorse fino a oltre un miliardo di euro.
Le intenzioni, secondo quanto riportato dalla Reuters, sarebbero quelli di istituire un grande partenariato pubblico-privato con una partecipazione detenuta dal gruppo Stellantis, che dovrebbe svolgere un ruolo di primo piano. Al vaglio, tuttavia, ci sarebbero anche altre opzioni e il progetto dovrà comunque ottenere l'autorizzazione della Commissione europea in relazione alla normativa sugli aiuti di Stato.
Stellantis, società nata a inizio anno dalla fusione tra i gruppi PSA e Fiat Chrysler Automobiles, non ha rilasciato commenti in merito ma si sarebbe resa disponibile al progetto ed i suoi vertici avrebbero già incontrato più volte negli ultimi mesi il Ministro della Transizione Energetica, Roberto Cingolani. A uno di questi incontri avrebbe anche partecipato la dirigenza di ACC, la joint venture di PSA e TotalEnergies finalizzata proprio alla realizzazione di batterie per auto elettriche.
Stellantis, ricordiamo, ha attualmente due progetti gigafactory in Europa - a Douvrin, in Francia e a Kaiserslautern, in Germania - con investimenti complessivi di 5 miliardi di euro, ed ha già più volte confermato che a questi se ne aggiungeranno altri, sia in Europa sia negli Stati Uniti. Il prossimo 8 luglio, Stellantis terrà il suo primo "Electrification Day" dove potrebbe essere proprio affrontato il il tema della produzione delle batterie.
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Commenti
Melfi, Pomigliano, Atessa che io sappia si rifornivano dall'Ilva.
Il collegamento al mare ce l'hanno ma importare acciaio da lontano non sta in piedi economicamente. Per ora lo importano e continueranno così fino ad esaurire il ciclo di vita dell'impianto industriale (10 anni?) ma nel lungo termine la vedo dura che si possano produrre oggetti metallici in quelle aree.
Secondo me è improbabile che Stellantis decida di fare un nuovo grande investimento in quella zona.
Cassino continuerà ad esistere perché si sta orientando su prodotti da piccoli numeri, molto premium. Ma proprio per quel motivo non giustificherebbe una grande produzione di batterie.
Ma Cassino non è al sud, è ben collegata via mare e via terra, non ha mai avuto quel problema, quello che dici è riguarda più Melfi che Cassino ed Atessa
Senza acciaierie nel sud è improbabile che tra 10 anni si produrranno ancora auto.
Io ho terminato una call che mi ha permesso di migliorare le mie skills, ma a breve dovrò streammare un videocorso per una case history aziendale con il mio team...che vomito XD
Capirai, lo 0.qualcosa della produzione nazionale.
Non sono d'accordo.
Credo che la tua sia pigrizia culturale, a te non cambia nulla e ti lamenti nonostante puoi continuare a chiamarla Fabbrica di batterie.
Si, anche pizza.
Credo che Gigafactory sia piu semplice di Fabbrica di batterie.
E qui sbagli.
Quindi queste fabbriche producono giga?
Non immediato siccome Ducato sta andando forte in Turchia… ma nel futuro prossimo sicuramente chiude qui come negli altri stabilimenti “inutili all’elettrico”…
Capisco... sembra un taglio forte in vista, in effetti.
:|
Nel mio caso specifico, lo stabilimento produce solo ed esclusivamente cambi (jeep e ducato).
Come era logico, col futuro elettrico bisognava “evolversi”.
Da quando si parlava di fusione, tutto interrotto è lasciato a morire.
Ora si stanno facendo dei tagli ovunque… dal personale si macchinari…
Interessante... può spiegare meglio?
La ringrazio.
E intanto, oggi sulla bacheca al caffè hanno messo il comunicato che nei prossimi mesi si valuterà il futuro di molti stabilimenti italiani…
Quest’anno abbiamo fatto 2 settimane di cassa oggi mese quando andava bene… ma nessuno ne ha parlato… solo stabilimenti di carrozzeria fanno notizia, ma per tutti gli altri di “officina” non frega nulla.
Io parlavo delle tasse di tutte le aziende e di tutti i dipendenti. Comunque non avendo statistiche alla mano non posso affermare con certezza che la mia valutazione sia assolutamente corretta
Certo, le tasse che però sono una percentuale del profitto e non tutto il profitto ovviamente. Quindi non si riesce a recuperare tutto l'investimento fatto. Questo se l'azienda paga le tasse nella nazione da cui ha ricevuto l'incentivo, ma sappiamo benissimo che spesso pagano le tasse nei paradisi fiscali e quindi lo stato che ha investito non rivedere nemmeno un euro.
Appunto che ti dicevo che è intraducibile.
Per fortuna che ha studiato economia e storia sui numeri de La Stampa. Immagino che li avrà anche letti tutti.
Le politiche liberiste sono proprio quelle che hanno dato maggiori aiuti statali alle aziende private e fatto tagli nel settore pubblico e purtroppo si sta andando avanti in questa direzione. Invece di investire in campi di pubblica utilità (istruzione, sanità, ricerca, trasporti pubblici, infrastrutture pubbliche) si gettano soldi in imprese private che poi, ovviamente, si tengono i profitti prodotti con gli investimenti dei cittadini che pagano le tasse.
Io da cittadino voglio pagare le tasse per avere in cambio dei servizi, non per foraggiare la multinazionale di turno.
Beh, ci sono le tasse.
O meglio... ci sarebbero le tasse... siamo in Italia.
Ehm... no.
Ma proprio no.
Eh, Lei non mi sembra abbastanza resiliente... trovi un job che la triggeri di più, oppure fondi una startup oppure ancora diventi un freelance...
Su Reddit, qualche settimana fa, un utente sfatò tutti i miti che in Italia non fosse possibile fare impresa, avviandone una con nemmeno 3000€, con procedure standard già previste pure dagli altri paesi.
L'Italia è una Repubblica fondata sul luogo comune, punto.
Nessun incentivo ad aziende private può avere introiti maggiori dell'incentivo, perché i profitti vanno all'azienda privata. È solo per questo che secondo me non vanno dati incentivi di questo tipo, non è una questione di principio, ma solamente pratica.
Ah sì?
Strano... eppure mi pareva che il debito pubblico fosse aumentato esponenzialmente, in rapporto al PIL, a partire dal 1980 sia in Italia che negli USA (e anche in altri paesi, in misura minore) PROPRIO per le politiche liberiste di Reagan/Craxi ("Reaganomics") e a seguito della terribile seconda crisi petrolifera del 1979-'80!
Cosa c'entri lo statalismo, lo sa solo lei e molti italiani che continuate a cianciare senza nemmeno aver letto un libro di storia!
Dia retta a me, si vada a leggere tutti i numeri de La Stampa del Novecento: le si aprirà un mondo.
L'intero archivio di tale giornale si trova online: 150 anni di storia, giorno per giorno, completamente gratuito.
Ma infatti bisognerebbe finanziare lo sviluppo di batterie che non rischiedano certi materiali. Probabilmente batterie inferiori, su cui non conviene investire in ricerca a paesi come la Cina, ma che prodotte in europa avrebbero un loro perchè.
Orpo! preparo subito una negriera!
La mia non era una dichiarazione che intendeva avallare al 100% questa politica. Semplicemente sono un tipo pragmatico: se incentivi < introiti dovuto all'indotto allora operazione riuscita.
Pagamento ''aereo'' o ''etereo'' a me suona bene.... ci vorrebbe D'annunzio...
Gigafactory non rimanda ad alcuna associazione di pregio. Qui è solo pigrizia culturale.
l'italiano non piace lavorare..
se vai in giro nei paesi dove l'economia va bene vedi che è pieno di giovani a lavorare..
qua a 40anni sei ancora giovane.. e ti devi ancora godere la vita e non la puoi sprecare lavorando..
C'è la promozione coi Giga...
Il problema è che manca la cultura dell'impresa temo. Inoltre c'è molta più gente allergica a responsabilità e disciplina che vive meglio da impiegata, nonostante abbia un percorso di studi brillante.
Poi c'è anche tutto il resto.
Il punto è che non dovevano essere chiuse quelle già costruite...
ottimo sarebbe farla sorgere nel triangolo Cassino - Atessa - Pomigliano, in modo da integrarsi bene con fabbriche e indotto FCA della zona, dato che in Piemonte mi pare già ne dovrebbe sorgere un’altra.
Parliamone.
Andiamo a vedere le modifiche alle aliquote fiscali...
- IRPEF: max 72% (fino al 1988) -> max 43% (dal 2005)
- IRES/IRPEG: 52% (fino al 1997) -> 24% (dal 2016)
- flat-tax di soli 100k € annui per patrimoni anche miliardari dall'estero
- IRAP regionale al 2-3%
- Cuneo fiscale al 40% circa, come in molti altri paesi occidentali (In Francia addirittura al 60%)
...diceva?
Maledetta primavera..
prossima generazione europa ha senso?
ancora batterie a litio?
*nuculiari si dice, gnurant!
Certo, ma è il mercato che si deve adattare. Non devono essere gli stati (cioè i cittadini con i soldi delle tasse) a pagare le aziende. Se vogliono incentivare il passaggio all'elettrico dovrebbero finanziare la ricerca universitaria nel settore e dare detrazioni a chi acquista auto elettriche (questo in Italia già viene fatto), non dare soldi ad aziende private che fanno solo i propri interessi.
Il linguaggio serve per comunicare. Farlo nella maniera più efficiente ed efficace possibile, raggiungendo quante più persone possibile, è lo scopo ultimo. L'inglese è la lingua de-facto del mondo oramai.
Poi, che dietro ogni idioma ci sia una storia e, perché no, anche dell'arte, è un altro discorso.
Sono 70 anni che gli stati vanno avanti con questa politica dell'investire soldi pubblici in aziende private per creare posti di lavoro e guarda a cosa ha portato: aumento esponenziale del debito pubblico. Quei soldi non verranno mai recuperati da quell'investimeno. Lo stato li recupererà dalle tasse di tutte le altre aziende e dei cittadini.
Gli investimenti di uno stato dovrebbero limitarsi alle cose di pubblica utilità (salute, istruzione, ricerca, trasporti...).
Se proprio volessero investire nel settore delle batterie potrebbero finanziare la ricerca nelle università.
E io che credevo fossimo già il Congo d'Europa da diversi anni
Gigafactory è un nome commerciale. Usarlo come nome comune è alla stregua di aprire un supermercato e dire "ho aperto un esselunga", quando invece è un negozio privato normale
Ci volgiono anni per realizzare impianti del genere
Next è piano e Generation è ripresa?
piano di ripresa europeo
L'Italia sta ritornando a dominare.
ma allora anche pasta.."farina di diversa estrazione lavorato in forme diverse"