
23 Dicembre 2021
Dalla Cina arrivano alcune indiscrezioni molto interessanti che riguardano BYD e Tesla. Pare che BYD potrebbe fornire al costruttore americano le sue batterie chiamate "Blade Battery". Le due società non hanno voluto commentare queste voci ma secondo i rapporti, il marchio starebbe già testando le nuove batterie e la fornitura dovrebbe iniziare nel secondo trimestre del 2022.
Gli accumulatori che BYD aveva presentato lo scorso anno dispongono di alcune caratteristiche ben precise. Nei pacchi batterie, le celle che presentano una forma a "lama" (da cui il nome Blade) vengono assemblate con il metodo cell-to-pack. Questa scelta, che non prevede la suddivisione delle celle in moduli, permette di far risparmiare spazio prezioso. Le celle, inoltre, sono del tipo LFP (litio-ferro-fosfato). Utilizzano, dunque, la stessa chimica delle batterie fornite da CATL per alcuni modelli costruiti da Tesla all'interno della fabbrica di Shanghai.
Tale chimica permette di rendere le batterie più sicure e più economiche. Inoltre, garantisce agli accumulatori una buona durata nel tempo. Tuttavia, le celle LFP tendono a "soffrire" le basse temperature e offrono una densità energetica più bassa, compensata, nel caso specifico, dalla possibilità di inserire più celle nel pacco batteria grazie alla loro particolare disposizione.
L'arrivo di queste voci a pochi giorni dall'indiscrezione che il prototipo della Tesla da 25 mila dollari fosse pronto ha fatto subito pensare che le due notizie potessero essere in qualche modo correlate. Le caratteristiche delle Blade Battery sarebbero perfette per la "piccola" Tesla che molti già chiamano Model 2. Il costo più basso delle celle LFP e la tecnologia cell-to-pack si abbinerebbero perfettamente al progetto di questo modello.
Il tutto pensando anche che la produzione in massa delle celle 4680 ideate da Tesla pare non essere ancora vicina. Il costruttore americano, dunque, potrebbe aver trovato un'alternativa per poter comunque portare sul mercato la sua nuova vettura in tempi ragionevoli. Ovviamente, si tratta di speculazioni che come tali devono essere prese visto che non ci sono conferme ufficiali da parte delle aziende interessate.
Non rimane, dunque, che attendere ulteriori notizie per capire se davvero BYD diventerà un fornitore di Tesla e su quali modelli saranno utilizzate le sue batterie.
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Commenti
E non é vero perché 15 anni fa la pizza margherita costava 3 euro , non 5.
E hai quasi ragione.
Sempre detto che i professorini sono i più debosciati...
Già. ad esempio la top di gamma Tesla è passata da 400 km di autonomia nel 2014 a ben oltre 600 nel 2021, a fronte di una riduzione di prezzo di 20 mila €. Direi che non è malaccio, soprattutto in ottica futura, visti gli investimenti sempre più consistenti nel campo. Non credo invece alle batterie miracolose di vari articoli che hanno solo lo scopo di ritardare l'acquisto da parte degli indecisi
Avevo scritto male, ho corretto.
15 euro una margherita? Prova a non prenderla in centro città, casomai.
E' circa il doppio di una "normale", ma comunque negli ultimi 10 anni sono aumentati la mozzarella ed il pomodoro, quindi è aumentata la sua "densità energetica"
Boh, la pizza margherita da asporto costa sempre 5 euri.
Il Cell-to-pack è una soluzione che può migliorare un bel po' le batterie, ha un rapporto volumetrico/gravimetrico tra celle e pacco batteria decisamente migliore.
VCTPR (volumetric cell-to-pack ratio): 62,4% vs. media industria 40%
GCTPR (gravimetric cell-to-pack ratio): 84,5% vs. media industria 60%
Questo vuol dire che peso e volume potrebbero essere il 40-50% migliori a parità di energia. Questo permetterebbe di fare batterie capienti anche con celle LFP (150-160Wh/kg)
A furia di 5% in più (soprattutto per euro), però le cose sono cambiate abbastanza da una decina di anni fa
BDSM
LFP, CATL, liscia, a lama, a pacchetto, tonde o quadrate, 4680, 2650....
Quì mi pare che giriamo giriamo, ma il risultato è sempre quello. 5% + o 5% meno.
Non vedo per niente vicina ancora la famosa svolta promessa col grafene ecc...