Stop endotermiche tra dubbi e polemiche. Ne parliamo con UNRAE e Motus-E

03 Marzo 2023 186

Il tema dello stop alle vendite delle nuove auto endotermiche nel 2035 sta facendo discutere tantissimo, con diverse polemiche anche a livello politico. Proprio in questi giorni abbiamo visto varie dichiarazioni da parte del Governo italiano su questo delicato argomento e sappiamo pure che l'Italia è impegnata a livello europeo per cercare di rallentare il processo di transizione e per dare spazio anche ad altre tecnologie di alimentazione, puntando maggiormente sul concetto della "neutralità tecnologica".

Affrontando il tema del "2035" si è discusso molto dei rischi economici legati all'addio ai motori endotermici. Rischi che riguardano, per esempio, il futuro di alcune aziende specializzate nella componentistica dei motori a benzina e diesel e dei loro lavoratori. Si è parlato anche della difficile adozione delle auto elettriche in Italia e delle cause che stanno rallentando le vendite di queste vetture.

HDMotori ha dunque voluto approfondire un po' queste tematiche parlando con UNRAE e Motus-E.

NON SI PUÒ TORNARE INDIETRO

Sui rischi delle imprese italiane e dei loro lavoratori, la posizione dell'Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (UNRAE), è molto chiara. Per affrontare la transizione in maniera corretta è necessario un coordinamento tra le istituzioni sia a livello europeo e sia a livello nazionale. In caso contrario, i rischi supereranno le opportunità.

La decisione del Parlamento europeo non ha fatto che confermare l’indirizzo già intrapreso dall’unione europea l’anno scorso. Si tratta di un passo dovuto che va nella direzione di garantire gli steps necessari verso la decarbonizzazione. D’altro canto nell’automotive gli ingenti investimenti per la transizione energetica sono cominciati da anni ed in questi ultimi si stanno facendo sempre più ingenti verso le nuove tecnologie e verso una mobilità sostenibile. E’ chiaro che si tratti di una conversione epocale ed è altrettanto chiaro che un coordinamento tra il settore e le istituzioni a livello europeo e nazionale sia necessario. Mercati in salute in grado di accogliere le nuove tecnologie e supporti efficaci per la riconversione industriale, sarà questa la ricetta per cogliere le opportunità economiche sociali ed ambientali di questa transizione. Differentemente, soprattutto in caso di assenza di una agenda di politica economica, i rischi supereranno le opportunità.

Per Motus-E, quello che mette davvero a rischio le imprese e i lavoratori italiani è il clima di incertezza che si sta diffondendo in Italia. Il pericolo è quello di non comprendere le grandi opportunità che offre lo sviluppo industriale connesso all'elettrificazione. Bisogna supportare l'evoluzione della filiera in tempi brevi, altrimenti saranno altri a sfruttare le nuove opportunità.

In realtà quello che davvero potrebbe mettere a rischio imprese e lavoratori italiani è il clima di incertezza che si sta diffondendo nel Paese verso una trasformazione dell’industria ormai ineluttabile. In tutto il mondo i costruttori si stanno già muovendo da tempo verso la mobilità elettrica e molti raggiungeranno il traguardo del full electric ben prima del 2035. Il vero pericolo è quello di non riuscire a comprendere le enormi opportunità di sviluppo industriale connesse all’elettrificazione, che altri Paesi stanno facendo a gara per cogliere. In Italia gli occupati del settore automotive sono in contrazione da circa trent’anni e questa discontinuità tecnologica rappresenta una leva per invertire la tendenza. Uno studio che abbiamo realizzato con l’Università Ca’ Foscari Venezia, che chiunque può consultare e da cui è nato un Osservatorio permanente del comparto, dimostra proprio questo: i veri costi sono quelli del “non fare”. Bisogna supportare l’evoluzione della filiera e farlo in tempi brevi, altrimenti saranno altri a sfruttare queste nuove opportunità.


In Italia si stanno comprando poche auto elettriche. Colpa solo dei prezzi troppo alti, degli incentivi non ben strutturati o c'è ancora altro? Per UNRAE una parte della responsabilità va agli incentivi mal strutturati con limiti dei prezzi delle auto da acquistare che non hanno senso. Serve poi anche spingere sulla rete di ricarica. A tutto questo, si aggiunge anche un dibattito in Italia che ha portato solo a confusione.

Gli incentivi, come sosteniamo da tempo, hanno privilegiato i canali meno “portati” al cambiamento, e cioè quello dei privati, in più stabilendo tetti ai prezzi che non hanno senso. Le aziende dovranno essere i vettori del cambiamento ma necessitano di agevolazioni fiscali come negli altri paesi europei. Le infrastrutture di ricarica saranno anche fondamentali, soprattutto quelle ad alta potenza ed in autostrada. Per ultimo il dibattito in Italia ha portato solo confusione creando schieramenti a favore e contrari che non hanno nessuna utilità, togliendo serenità nelle scelte agli automobilisti.

Anche per Motus-E, il problema delle vendite è legato a più fattori. Per l'associazione una parte della responsabilità va ricercata negli incentivi la cui discontinuità ha disorientato gli automobilisti. La struttura degli incentivi ha poi penalizzato il mercato del noleggio e delle flotte. Oltre a questo, anche Motus-E punta il dito su di una battaglia ideologica che si sta consumando in Italia e che non esiste altrove.

Nel mese appena trascorso abbiamo assistito a un certo recupero delle vendite, ma sicuramente bisogna fare di più per stare al livello degli altri grandi Paesi europei con cui dobbiamo confrontarci. L’andamento anomalo dell’Italia è frutto di una serie di fattori. In primis la discontinuità degli incentivi a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, che ha finito per confondere gli automobilisti. Sempre su questo versante, inoltre, ha inciso la poca attenzione rivolta nel recente passato al mercato del noleggio e delle flotte, con agevolazioni arrivate in ritardo e “dimezzate”, che hanno penalizzato un canale di vendite molto importante, anche per dare vita a un mercato dell’usato elettrico fresco e di qualità. Infine, c’è anche un tema più complesso, che merita però grande attenzione: sull’auto elettrica si sta consumando in Italia una battaglia di retroguardia puramente ideologica che non esiste altrove, spesso portata avanti da chi nella realtà non ha mai neanche provato questa tecnologia. E tutto questo potrebbe creare in prospettiva dei problemi per il nostro Paese, che rischia di scivolare nella Serie B del mondo dell’auto, con effetti economici che a tendere potrebbero essere molto pericolosi.


E sulla possibilità di tornare indietro, UNRAE è molto chiaro: non si può e non si deve. Il progresso va sempre abbracciato e le nuove tecnologie rappresentano sempre un'opportunità.

No e non si deve. Il progresso va abbracciato e le nuove tecnologie sono, come sempre, una opportunità. La decarbonizzazione è un impegno per tutti, giusto e improrogabile. Ognuno dovrà fare la sua parte con tutte le tecnologie a disposizione. Nell’automotive, dall’elettrico all’idrogeno, come in tutti gli altri settori e, soprattutto grazie a protocolli internazionali di intesa in arrivo, in tutte le aree produttive del mondo.

Dello stesso pensiero anche Motus-E che avverte che c'è il rischio di avvitarsi in un dibattito fuori dal tempo, mentre il resto del mondo va avanti.

Gli osservatori più attenti e gli addetti ai lavori sanno bene che - indipendentemente dalla data “totem” del 2035 - l’industria dell’auto è già proiettata interamente verso l’elettrico. Basta un numero per capirlo: nei prossimi anni sono previsti circa 1.200 miliardi di euro di investimenti su questa tecnologia. La strada è segnata e non si tornerà indietro, anche perché come testimoniano tutti i più autorevoli studi effettuati a livello globale l’elettrico a batteria ha dimostrato ampiamente di essere la soluzione più efficiente ed economica per decarbonizzare i trasporti. È inevitabile che di fronte a una trasformazione così vasta possano crearsi delle ritrosie. Il rischio più grande però è quello di avvitarsi in un dibattito fuori dal tempo, mentre il resto del mondo va avanti. Un esempio sono gli Stati Uniti, che hanno messo in campo investimenti enormi per cavalcare questa transizione e beneficiarne a livello economico. Non è un caso poi che anche le parti sociali, le prime interessate a proteggere il lavoro, stiano chiedendo alla politica di non perdere tempo e di accelerare sulle politiche per crescere sull’elettrico. L’Italia ha un tessuto industriale eccellente, con tutte le carte in regola per primeggiare a livello globale sulla e-mobility. Dovremmo esserne orgogliosi e remare tutti in questa direzione, per non farci tagliare fuori da un mega trend globale inarrestabile e lasciare che siano altri sfruttare queste nuove opportunità. Quello sì che sarebbe un pericolo.

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Commenti

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Ansem The Seeker Of Lossless

I mezzi pubblici come alternativa all'auto sono e saranno sempre una fantasia per chiunque viva fuori dalle grandissime città.

Ovvio che in una nazione come l'italia fatta di piccole cittadine e tantissimi paesi il numero di auto pro capite sia molto alto.

Disqutente

Ripeto: non hai e continui a non portare nulla alla discussione.
Potrei risponderti: vai in qualunque università e ti spiegheranno del dettaglio.

Se proprio non hai niente da dire sei libero di non scrivere.
Se invece hai qualcosa di interessante da dire sarò lieto di leggerti.

Marley

Ripeto: va’ in qualsiasi politecnico e ti spiegheranno nei dettagli la questione

=METTEK=

Io faccio 40km al giorno per lavorare e nel weekend andando in giro. Ricarico massimo 2 volte a settimana in inverno a casa. Bisogna incominciare a capire che non servono "Stazioni di benzina per elettroni" ma si cambia logica. Ovvero ricarica quando la macchina è ferma non quando la stai usando. Che tu possa o meno ricaricarla a casa. Non siamo ancora nel 2035 e visto l'andazzo Italiano l'infrastruttura di ricarica non è ancora completa. Ma mi auguro per il bene dell'economia Italiana che questo cambi e in fretta altrimenti L'Italia diventerà la prossima Polonia.

Disqutente

Giusto, ho perso un "no".

Ma per tutto il senso logico del discorso non cambia proprio nulla: non hai portato nessun contributo alla discussione ma pretendi di aver ragione.

Dai forza e coraggio: dai una tua versione sulla domanda che ti ho già più volte posto. Ignorare le cose che non comprendi non servirà ad aumentare il tuo grado di conoscenza ;-)

Marley

Quando avrei mai detto che IO tengo lezioni?

Disqutente

Veramente hai detto che ci tieni lezioni... Si capisce che non sai neppure ciò che scrivi ma pretendi di aver ragione senza portare un singolo dato su cui confrontarsi.
Ad ogni modo io ci sono andato. E mi hanno detto che cercano proprio gente come te!

P.s. ma giusto per parlare dell'argomento, almeno ti sei dato una risposta sensata sul perchè l'UE, visto che vuole premere sulla transizione verso le EV, non insista sulla riduzione dell'inquinamento ma solo sulla riduzione delle emissioni di CO2?

Davide

Pure la produzione di batterie non inquina solo con CO2. Tu guardi solo l'ultimo tratto della catena e ripeto, sul fatto che l'inquinamento sia ridotto é ovvio e non si può non essere d'accordo.
I motivi per cui si spinge l'elettrico sono altri però e sicuro non é la panacea a tutti i mali. Sta al mercato trovare il suo equilibrio

Gianluigi

Ma infatti il punto è cercare la soluzione che inquina meno e già ora solo le EV. È stato calcolato che in Europa, col nostro mix attuale, già inquinano circa la metà di un'auto a benzina, in media.
Poi ribadisco, la benzina non inquina solo con la CO2 ma con molti altri composti

Davide

Lo stesso discorso puoi farlo con la produzione delle batterie. Emetterà sempre CO2, e tanta

Gianluigi

Non puoi migliorare la benzina, nel senso che continuerà a emettere CO2 e un sacco di altre cose.
Gli additivi non cambiano la situazione di molto.
La generazione di elettricità per produrre le batterie in maniera più sostenibile può invece diventare sempre più pulita virando gradualmente alle rinnovabili

Davide

son d'accordo. Per gli altri inquinanti non si è trovata una correlazione abbastanza forte da portare a sostegno della causa green. Pensare che il clima sia governato da una sola variabile è ridicolo e antiscientifico.
Le due cose secondo me vanno distinte: inquinamento e "presunto impatto climatico". L'elettrica migliora l'inquinamento (comunque hai le polveri dei freni ma vabbè), tutto il resto è una favola a parte

Davide

non è vero. Al massimo non puoi "migliorare la benzina" (comunque falso perchè potresti trovare nuovi additivi o carburanti sintetici) ma puoi migliorare il motore e l'uso della benzina

Gianluigi

Chissà perché ci soffermiamo poi sempre sulla CO2 e basta. Le auto a combustione hanno costi sanitari enormi perché emettono un sacco di simpatiche sostanze. Gli ossidi di azoto per esempio sono altamente irritanti per le vie resiratorie, gli aromatici sono cancerogeni, così come le polveri sottili. C'è anche un po di ammoniaca.. Me ne accorgo tutte le mattine, stando in coda. Quanta m...a ci respiriamo e nemmeno ci pensiamo

Gianluigi

Certo. Pero con la benzina non possiamo migliorare. Questa invece è una certezza

Davide

quel "enormemente" è più una speranza che un fatto però

Gianluigi

Han già calcolato un apio di anni fa che il pareggio si raggiunge prima dei 50k km. C'è però un punto cruciale: i produttori sono tutti impegnati ad abbassare le emissioni e specie riguardo le batterie, si sta virando verso le LFP sempre di più, con impatti più bassi.
Inoltre stanno uscendo ora le batterie al sodio: primo esemplare commerciale in Cina appena mostrato.
In sintesi, la spinta verso l'elettrico si accompagna a spinta verso le rinnovabili e anche verso tecnologie e modelli produttivi meno impattante.
Ossia possiamo migliorare enormemente, cosa che naturalmente la benzina non può fare.

Condiloma Peperlizia

Grazie, perfetta per l'utente medio.

Davide

quello è un punto discutibile. La produzione della carcasse dell'auto è uguale in termini di CO2 emessa mentre la produzione di batterie supera enormemente la produzione di un motore.
A Km 0, un'auto a batterie ha già prodotto più CO2 di una termica. Questo vuol dire che se usi poco l'auto esiste la possibilità che tu non raggiunga mai il break-even e che di conseguenza l'auto a batterie abbia avuto un impatto superiore.

Gianluigi

Nel frattempo Tesla e le cinesi stanno tutte abbassando i prezzi. Ultima news il lancio commerciale delle batterie al sodio, che costano meno.
Utilitarie cinesi vendute da loro a meno di 10k euro.
Insomma, se non ci diamo una mossa a capire cosa accadrà nel breve, di transizione ne faremo unaltra: da g7 a paese in via di sviluppo...
Sveglia

Gianluigi

A parte quelli sulle emissioni?

gianni drt
italba

Segnalato

gianni drt

Megatend fatto soprattutto di interessi economici internazionali molto lontani dalla realtà e dalle necessità e problematiche dei comuni cittadini.

carta_IGNica

Se ti ritrovi a parlare con la carta igienica è perché tu sei lammerda!

carta_IGNica

Non hai capito perché sei merdico.

Teomondo@Scrofalo

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Teomondo@Scrofalo

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Teomondo@Scrofalo

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Teomondo@Scrofalo

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Teomondo@Scrofalo

C'è differenza tra made in Cina da ditte occidentali e made in Cina da ditte direttamente cinesi, se non lo capisci vuol dire che sei differentemente intelligente.

italba

Mentre tu dove stai scrivendo? GENIO!

MisterB

Giusto poter avere una scelta alla macchina elettrica e sperimentare alternative quale idrogeno ed efuel

carta_IGNica

Il mio nick è consono a voi caccaddìbloggari.

Salvatore Sgambato

Bravo, finalmente qualcuno che smonta questi falsi miti. Guido elettrico da 2 anni ed è la cosa migliore che mi sia capitata con le auto, avendo provato benzina, diesel e metano

Salvatore Sgambato

complimenti per la profonda e meditata analisi economica

Condiloma Peperlizia

Ahahahahaha proverò

Nello_Roscini

però per "godere"

devi fare come i fanno i masmedioti italiani con le loro inchiste "reality" sull'auto elettrica .

la scarichi fino all'1%
e poi la carichi con il carichino infilato in una ciabatta cinese a 6A

vedrai che goduria Tafazzi ,

passerai qualche giorno a guardare il contatore dell'enel

anzi è probabile che andrà a fuoco la ciabatta cinese prima

e potrai dire con soddisfazione a tutti gli amici dell'osteria che hai provato un elettrica

ed era una vera m...

ho ho ho hooo ho hooooo !

Nello_Roscini

capisci che stai spammando fud su auto

che supereranno abbondantemente la prova del tempo

più di qualsiasi termica attuale con millemila centraline ..

no mi sa che non lo capisci ..

quindi

plonk
cambia nick pure tu

sono vecchio e per oggi ho finito la pazienza della settimana

Nello_Roscini

plonk ,
cambia nick

Condiloma Peperlizia

Si certo, proverò anche l'ebbrezza di attendere che si ricarichi.

ameft

Come no, neanche le lampadine a led sono state imposte per legge, figuriamoci.

Davide

gli incentivi dovrebbero essere indirizzati alle colonnine stradali e domestiche, con detrazione dall'imponibile e rimborso in 730 dell'anno successivo.
Questo sarebbe un'incentivo. Per il resto sta al mercato fare le proprie scelte ma non ha senso spingere per l'adozione massiva di una tecnologia da oggi acerba e la cui evoluzione é piú una speranza che una certezza. Togliendo gli ideali dal ragionamento, non c'é un solo dato economico favorevole alla transizione

ameft
Marley

Io ti ho solo detto di andare in qualsiasi politecnico ti confermeranno ciò che ho detto io. È fattuale. Non ho aggiunto altro come fai tu

pol206

Un altro a cui se si tocca il giocattolo inizia a frignare.
Le elettriche sono esenti da incidenti stradali? Ovvio che ci siano più incidenti con le termiche quando il rapporto su strada è praticamente 1 a 100 se non meno.

Prega che il tuo pacco batteria sia fatto come si deve e che in caso di incidente il litio resti dove è, ben sigillato.

Se scendi dall'alto del tuo sgabello, occhio a non cadere col muso per terra... signore dalla sapienza suprema.

E rilassati che la mia era una risposta ironica al commento di Cpt. Obvious.

R4gerino

Capisci vero che il 99% della gente non si mette a sostituire la roba da sola, e non ha 'amici/parenti' che le possono dare una mano?
Le batteria scadono. Vuoi un esempio? Ad un seminario tecnico Bosch per le batterie eBike (che poi sono celle di grado automotive, ma va beh), il loro tecnico mi ha detto che per loro sono pensate per durare 7-8 anni. Questa vale un'po per tutti, chi più chi meno. Poi che duri più o meno è una questione di fortuna.

Comunque vero che la fai molto facile, quando poi nella realtà i numeri dicono cose diverse. Ancora peggio se hai roba tipo Tesla, dove non puoi nemmeno avere i pezzi di ricambio fuori dalla rete ufficiale, e ti disabilitano funzioni dell'auto se non compri una loro batteria certificata. Ricordo ancora l'articolo dove hanno 'riparato' la batteria di una Tesla. Parecchie migliaia di dollah. Investili pure su un auto di 10-15 anni, sto qui ad attendere .

Alex

Ognuno si compra la macchina che vuole e puo' permettersi e non rompa li cccolllllioni

Giampiero Guarnerio

Ogni grammo di CO2 risparmiato è un vantaggio.

Non chiederti cosa possono fare gli altri per te: chiediti cosa tu puoi fare per gli altri!

Con quel ragionamento, si potrebbe dire: date al sottoscritto un miliardino di euro. All'umanità costerebbe 20 centesimi a testa, quindi lo 0,0000000001% del PIL mondiale. Mentre a me la situazione cambierebbe in meglio di tantissimo e ve ne sarei grato, a tutti, per tutta la vita. Io, i miei figli e le due / tre generazioni successive...

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