Auto a metano: info, costi, manutenzione, self service ed esperienza di guida
Info, costi, manutenzione, self service ed esperienza di guida auto metano
Siete persone alternative, dalla spiccata sensibilità ambientalista, ma non avete né il coraggio né le possibilità economiche per buttarvi su un'auto elettrica? In Italia l'alternativa c'è, e si chiama metano. E finalmente, dopo tanti anni di vetture dai numerosi compromessi (in quanto a prestazioni, affidabilità e manutenzione), oggi il listino offre la possibilità di guidare auto più "mature".
Dopo un 2018 di stallo dovuto principalmente alla mancanza di disponibilità di numerosi modelli – per via dell'entrata in vigore delle nuove norme di omologazione WLTP – il mercato italiano delle vetture alimentate a gas naturale sta crescendo: a luglio 2019 ritroviamo un segno + , dovuto principalmente alla piena disponibilità di vetture del gruppo Volkswagen: +17,9% e quota al 2,6%. Resta tuttavia negativo il consuntivo dei primi 7 mesi del 2019 (1,7% di quota, in calo rispetto al 2,3% di gennaio/luglio 2018). La quota del GPL rimane superiore (9,2% a luglio e 7% nei primi 7 mesi).
Due modi completamente diversi di intendere il risparmio: da una parte l'elettrico che aiuta a sforzare di meno gli organi meccanici, con consumi e manutenzione inferiori, dall'altra un carburante davvero economico alla pompa che permette ai proprietari di raggiungere in breve tempo il punto di pareggio con il sovrapprezzo iniziale.
Quello che è sicuro, oltre al risparmio, è anche il vantaggio in termini ambientali: un'auto alimentata a metano emette un numero minore di sostanze nocive per l'uomo e per l'ambiente rispetto ad un veicolo a benzina o gasolio equivalente. Volete saperne di più sulle auto a metano? Mettetevi comodi perché di cose da dire ce ne sono parecchie…
METANO: COM’È FATTO?
Identificato come Compressed Natural Gas – CNG, il gas naturale compresso a 220 bar (fino all'1% del volume che occuperebbe alla pressione atmosferica normale) è un carburante allo stato gassoso composto da una miscela di metano, e, in minima parte, da altri idrocarburi leggeri come propano, butano e altri gas. L'applicazione del metano per l'autotrazione – lo stesso che troviamo nella rete che rifornisce anche le nostre case – consente di ridurre le emissioni di CO2 dovute alla combustione, questo perché possiede, tra tutti i combustibili fossili, il rapporto più elevato tra energia sviluppata e quantità di anidride carbonica emessa.
Qualche numero: la combustione di un metro cubo di gas naturale produce circa 38 MJ (10,6 kWh) di energia, ma quello che è più interessante è il risparmio economico a parità di percorrenza ottenibile con un'auto a metano rispetto ad una vettura equivalente a benzina: circa il 60% in meno, un valore dato dalla combinazione tra la maggiore energia contenuta in 1kg di metano rispetto ad 1 litro di benzina e il minor prezzo al distributore (al momento della pubblicazione dell'articolo, la media in Italia è di 0,993 euro al kg).
METANO: È VERO CHE INQUINA MENO?
Partiamo dal presupposto che 1kg di metano equivale a circa 1,5 litri di benzina in quanto a resa energetica. Dunque, ipotizzando che con una vettura a benzina servano 8 litri per percorrere 100 km, con il metano sono sufficienti circa 5,2 kg. Le emissioni di CO2 si riducono del 25% rispetto alla benzina se si utilizza il metano tradizionale, ma è possibile abbatterle del 36% attraverso l'utilizzo di una miscela composta dall'80% di metano e dal 20% di biometano.
Tornando al metano classico, la sua combustione è piuttosto "snella" rispetto a quella degli altri carburanti, e questo risulta in emissioni di ossidi di azoto (NOx) sensibilmente inferiori. Praticamente nulle sono le emissioni di diossido di zolfo (SO2), mentre le emissioni di polveri sottili sono da considerarsi irrilevanti, sempre rispetto agli altri combustibili. Infine, essendo distribuito all'interno dei metanodotti, il gas naturale non necessita di una rete di distribuzione su gomma, con la conseguente riduzione delle emissioni inquinanti già nel cosiddetto ciclo "well to wheel" (dal pozzo alla ruota).
E i blocchi del traffico? Di norma i veicoli a metano (sia quelli usciti dalla fabbrica con l'impianto sia quelli trasformati in un secondo momento) non sono soggetti alle limitazioni che invece interessano i veicoli diesel (generalmente fino all'Euro 3) nonché i benzina Euro 0 (per saperne di più clicca qui). In alcune città, tuttavia, le amministrazioni hanno deciso di limitare la circolazione (in alcune fasce orarie) anche ai veicoli benzina-metano omologati Euro 0. E il caso, per esempio, di Torino. Si tratta comunque di provvedimenti locali, pertanto il mio consiglio è quello di informarsi presso i siti web e gli sportelli informativi delle singole realtà regionali/comunali.
COSTI DI GESTIONE AUTO METANO
Rispetto ad un'equivalente vettura a benzina, un'auto a metano consente di risparmiare, alla pompa, circa il 60% sul costo del carburante. Rispetto al gasolio il risparmio scende al 40%, ma scendono anche i costi di manutenzione. Rispetto al GPL, infine, si ha un vantaggio quantificabile in circa il 30%.
La manutenzione ordinaria di una vettura alimentata a metano è solitamente meno costosa rispetto a quanto richiesto dalle vetture a benzina o a gasolio: grazie ad una combustione più "pulita", che non lascia residui carboniosi, è possibile mantenere puliti più a lungo l'olio, i filtri e le candele.
Rispetto a quanto richiesto per la manutenzione ordinaria degli impianti a GPL, per quanto riguarda gli impianti a metano non vi sono filtri gas da sostituire periodicamente (salvo su alcuni modelli di impianti sequenziali). Solo le candele vanno controllate con maggiore frequenza, ed eventualmente sostituite (per saperne di più passa al capitolo successivo: "Facciamo chiarezza sulla manutenzione"). Un'accortezza da osservare, ma solo su motori con punterie meccaniche, è il controllo del gioco valvole ogni 20-30.000 km.
Diverso è il discorso riguardante le bombole: i veicoli a metano necessitano del collaudo delle bombole con scadenza quadriennale o quinquennale. Anche in questo caso, per saperne di più, vi consiglio di leggere i prossimi due capitoli riguardanti manutenzione e revisione).
Con un'auto a metano è anche possibile pagare meno (o addirittura non pagare) il bollo auto: le vetture monovalenti (progettate per funzionare esclusivamente a metano e dotate di un piccolo serbatoio della benzina per le emergenze, per esempio Volkswagen EcoUp! e la nuovissima Skoda Octavia G-TEC 1.5) godono di agevolazioni sul bollo in tutta Italia, con una riduzione del 75% della tassa automobilistica a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda le vetture bivalenti, invece, la questione varia da regione a regione. In Lombardia, per esempio, è prevista l'esenzione totale dal pagamento del bollo per i primi tre anni dall'acquisto. Viaggiare a metano non ha svantaggi economici, a meno che non si percorrano talmente pochi chilometri l'anno da non giustificare il sovrapprezzo di acquisto dell'impianto. Ne parliamo nel dettaglio nel paragrafo dedicato alla nostra prova di Volkswagen Golf TGI.
Nulla toglie che acquistare un'auto nuova a metano (o trasformarne una "vecchia" con un nuovo impianto) abbia un costo non indifferente: i listini delle auto a metano oggi in commercio prevedono sovrapprezzi tra i 1.500 e i 2.500 euro (promozioni escluse), e lo stesso si può dire per un impianto aftermarket installato da aziende specializzate. In entrambi i casi, il costo di un impianto a metano è superiore rispetto a quello del GPL.
MANUTENZIONE AUTO METANO
Una vettura alimentata a metano consente generalmente di ridurre gli interventi di manutenzione ordinaria rispetto ad un'equivalente modello a benzina. Ci sono però degli accorgimenti che è bene adottare al fine di viaggiare più tranquilli. Come sottolineato su metanoauto.com (dal 2005 la community italiana del metano per auto), la maggiore difficoltà nella fase di accensione delle vetture a metano richiede che le candele siano controllate con maggiore frequenza rispetto allo stesso veicolo alimetato a benzina e, nel caso, sostituite.
Ogni tanto è buona norma percorrere alcuni chilometri a benzina, al fine di mantenere in efficienza le parti che durante l'utilizzo a metano non lavorano (iniettori benzina, pompa benzina e le tubazioni dal serbatoio, che possono incrostarsi a causa dei residui che si depositano sul fondo del serbatoio) e di lubrificare le valvole e le loro sedi, che nel funzionamento a metano devono sopportare temperature più elevate. Il consiglio degli addetti ai lavori è quello di tenere costantemente 1/4-1/3 di serbatoio rabboccando la benzina 10 euro alla volta mano a mano che la si consuma: il ricambio di benzina impedirà che il carburante ristagni per lungo tempo.
Per mantenere in efficienza valvole e testata, è sufficiente percorrere qualche km ogni circa 250-300 km a gas: un accorgimento quasi obbligatorio per tutti quegli automobilisti che, avendo finito al metano, devono percorrere alcuni km per raggiungere il distributore più vicino.
REVISIONE AUTO METANO: FACCIAMO CHIAREZZA
La revisione periodica delle bombole del metano (definita dagli addetti ai lavori "collaudo") consiste nel sottoporre le bombole ad una prova di pressione simile a quella effettuata durante il collaudo iniziale post-produzione. Ogni quanto tempo va fatta la revisione delle bombole del metano? Occorre prima di tutto fare una distinzione tra i due principali tipi di bombole presenti sul mercato, ovvero quelle in acciaio e quelle costituite da una combinazione di materiali compositi (le cosiddetta bombole di tipo IV, presenti sotto alcune vetture del gruppo Volkswagen).
La revisione va effettuata ogni 5 anni se le bombole sono omologate secondo la normativa nazionale (DGM), ogni 4 anni se a norma europea (R110 ECE/ONU). Per le vetture equipaggiate con bombole a norma europea (R110 ECE/ONU) di tipo IV la prima revisione avviene al 4° anno e successivamente ogni 2 anni e in corrispondenza delle revisioni del veicolo. Per le auto dotate di due diversi tipi di bombole (è il caso di Seat Leon 1.5 TGI, QUI trovate già online la recensione completa) la revisione delle bombole in materiale composito va fatta dopo 4 anni dall’acquisto e poi ogni 2 anni, mentre quella della bombola in acciaio ogni 4 anni.
Per maggiori informazioni vi rimandiamo alla Circolare ministeriale 27.3.2015 e alla sezione FAQ dedicata sul sito metanoauto.com.
Come e dove effettuare la revisione delle bombole del metano
La revisione delle bombole del metano è gestita dai services autorizzati dell'ente GFBM (Gestione Fondo Bombole Metano), nato per garantire ottimali condizioni di sicurezza e di esercizio delle bombole per metano d'autotrazione. I centri GFBM effettuano tutti i controlli previsti per legge gratuitamente (in realtà è un servizio finanziato dagli stessi automobilisti per mezzo di un'accisa di 3,5 centesimi di euro inclusa nel prezzo del metano). In alternativa, è possibile rivolgersi a tutte le officine specializzate nel trattamento degli impianti a metano.
In entrambi i casi, il processo di revisione è gratuito, ma si pagano la manodopera (smontaggio e rimontaggio di bombole ed elettrovalvole) e l'eventuale sostituzione (quando necessaria) e trasporto ai depositi autorizzati di raccolta.
Infine, per le vetture equipaggiate con bombole di tipo IV (quelle in composito, foto in alto), la revisione è attualmente riservata alle officine delle case costruttrici. In tutti i casi, a revisione avvenuta l'officina deve rilasciare l'apposito cartellino GFBM su cui compaiono tutti i dati relativi alle bombole. La revisione ministeriale dell'auto è vincolata all'avvenuta revisione delle bombole del metano: in caso contrario, la vettura non passerà la revisione.
SICUREZZA AUTO METANO
Viaggiare su un'auto a metano è più pericoloso che su auto a benzina o gasolio? La risposta è no. I veicoli alimentati a metano rispondono agli stessi requisiti di sicurezza imposti alle altre vetture e, anzi, sono sottoposti ad ulteriori crash test per verificare la tenuta delle bombole in caso di forti urti.
A differenza dei veicoli a GPL, le auto a metano possono essere parcheggiate nei parcheggi sotterranei a qualsiasi livello. L'unico accorgimento è da prendere nel caso la vettura venga imbarcata su navi e traghetti: in questo caso, occorre dichiarare la presenza dell'impianto a metano al momento dell'imbarco, così che il gestore del traghetto possa collocare la vettura nelle apposite aree dedicate alle auto a gas.
Nessun problema nemmeno in caso di incidente: in questa evenienza (per esempio un forte tamponamento), il flusso di gas verso il vano motore viene interrotto dalla centralina, evitandone la fuoriuscita in quantità pericolose. In più, le bombole di metano sono progettate per sopportare pressioni di 450 bar, pertanto sono addirittura più resistenti rispetto ai serbatoi della benzina o del gasolio. In caso di incendio, sono presenti delle valvole di sicurezza che provvedono a far defluire il gas all'esterno del veicolo, impedendone l'esplosione.
DOVE E COME FARE RIFORNIMENTO DI METANO
Uno dei limiti del metano? Sicuramente il fatto di non poter far sempre rifornimento quando e dove si vuole. In Italia, un pieno di metano al di fuori dell'orario di apertura dei distributori è poco più che un'utopia. Attualmente, infatti, per fare metano nel nostro Paese bisogna necessariamente recarsi nei distributori all'interno dell'orario di apertura (dunque, di norma, tra le 8 e le 19), in quanto il rifornimento può essere effettuato solamente dal personale addetto. Esistono, fortunatamente, alcuni punti con orario esteso o h24, in particolar modo sulle arterie autostradali.
Naturalmente, se il distributore di metano si trova vicino a casa vostra oppure sulla strada verso l'ufficio, allora non ci sono problemi: si arriva alla pompa e si attende il proprio turno per farsi servire dall'operatore, il tutto senza dover scendere dall'auto. Ho specificato "attendere il proprio turno" perché spesso ci si trova in coda insieme a tanti altri automobilisti "a metano". Il motivo è semplice: in Italia circolano più di un milione di veicoli a metano, ma i distributori attivi sono solo 1.342 (in Germania, per esempio, ci sono 900 distributori a fronte di sole 100.000 auto circolanti…). A questo si aggiungono le limitazioni orarie di cui sopra (per ora). Per fare un confronto, i distributori di GPL attualmente attivi in Italia sono 4.074.
ELENCO DISTRIBUTORI METANO ITALIA AGOSTO 2019 (FONTE: METANOAUTO.COM)
SELF SERVICE METANO: TECNICAMENTE È POSSIBILE
Il self service per le auto a metano è tecnicamente una realtà nel nostro Paese: presto, i "metanisti" saranno liberi di fare un pieno di gas in totale autonomia, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Questo è reso possibile dal decreto "12 marzo 2019", pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 marzo 2019, all'interno del quale sono state elencate alcune modifiche ed integrazioni al decreto 24 maggio 2002 "Norme di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione stradale di gas naturale per autotrazione".
Tale decreto modifica la norma riguardante l’esercizio degli impianti di distribuzione stradale del metano ("gas naturale per autotrazione"), disposizione che permetterà il rifornimento di metano in modalità self-service. Quando si parla di rifornimento self service di un'auto a metano è importante distinguere le due situazioni di utilizzo:
- Rifornimento di metano self service presso gli impianti di gas di tipo presidiato
- Rifornimento di metano self service presso gli impianti di gas di tipo non presidiato
Nel primo caso è presente un addetto in grado di intervenire con cognizione di causa e tempestivamente in caso di emergenza. A tal fine l'addetto deve seguire un corso antincendio per attività a rischio di incendio elevato, come previsto dalla legge. Nel secondo caso – che è quello che alla fine interessa di più gli automobilisti – è consentito il rifornimento in modalità self service alle seguenti condizioni:
- gli impianti devono essere dotati di un sistema di videosorveglianza che consenta la visione dell'apparecchio di distribuzione, della zona di rifornimento dei veicoli, della targa e del veicolo che ha effettuato il rifornimento;
- gli impianti siano dotati di un sistema di riconoscimento dell'utente, che viene identificato mediante l'inserimento dello strumento di pagamento elettronico (una carta associata all'utente) che fornisce il consenso all'erogazione del gas;
- gli utenti che intendono usufruire della modalita self service, devono essere preventivamente formati in merito alle modalità di rifornimento, nonché alle nozioni di sicurezza.
Gli automobilisti che vorranno rifornire da sé la propria auto a metano dovranno prima di tutto registrarsi all'interno di una specifica banca dati messa a punto dal Ministero dell'Interno, attraverso modalità condivise con i Ministeri dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti. Il portale telematico al momento non è ancora stato attivato, ma quando lo sarà si troverà sul sito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
In attesa che venga sdoganato il self service, dunque, è consigliato pianificare attentamente i propri viaggi, tenendo conto della presenza di distributori di metano lungo il percorso e, soprattutto, degli orari di apertura. Il tempo di rifornimento di una vettura a metano può variare molto, e la differenza lo fa non solo la capacità dei serbatoi, ma anche la temperatura ambientale (essendo il metano allo stato gassoso, infatti, la massa erogata può presentare variazioni fino al 15%). In media, comunque, un pieno di metano avviene in circa 5 minuti.
METANO + DIESEL: POSSIBILE, MA SOLO SUI VEICOLI COMMERCIALI
Prima che la Seat Alhambra 1.9 TDI del 2001 di famiglia ci lasciasse a piedi lo scorso maggio, mio padre ha espresso più volte il desiderio di estendere la vita utile della nostra amata monovolume tuttofare, informandosi sulla possibilità di installarci un impianto a metano. Del resto, a parte le condizioni malconce dell'abitacolo e della carrozzeria, il motore diesel iniettore pompa andava ancora che era una meraviglia, peccato che fosse Euro 3 (Luigi ne sa qualcosa…).
Informandomi qua e là (un po' su metanoauto.com, un po' su federmetano.it, un po' presso alcune officine), sono arrivato alla conclusione che convertire a metano un'automobile passeggeri a gasolio non convenga quasi mai.
Solitamente gli impianti a metano vengono installati sulle vetture a benzina: qui il metano, erogato dalla bombola, passando per il riduttore di pressione (che si occupa di ridurre la pressione del gas dai 220 bar alla pressione di funzionamento) viene iniettato direttamente nel motore. Su un motore diesel, invece, a parte gli alti costi di conversione (si parla di circa 2.500 euro), il metano comporta un importante intervento sul motore, ovvero la sostituzione della testata e l'aggiunta di candele.
Per questo motivo, la conversione da diesel a metano (in realtà poi la vettura viaggia con una miscela gasolio-metano) può essere conveniente solamente su alcuni veicoli commerciali. In Italia, la Landi Renzo ha brevettato una sofisticata tecnologia di conversione da diesel a metano (o GPL), pensata espressamente per veicoli commerciali, sia medio-leggeri che pesanti.
PRESTAZIONI OK CON IL TURBO
Sfatiamo il mito secondo cui le auto a metano non possono offrire buone prestazioni. Naturalmente, chi cerca un'auto sportiva non si rivolge certo ad un veicolo a metano, ma da qualche anno a questa parte anche le auto a metano garantiscono prestazioni brillanti. La combinazione con i motori turbo di recente progettazione cancella i compromessi che si hanno con alcune auto a metano con motore aspirato, dei veri "polmoni" soprattutto in ripresa e a pieno carico.
Nel complesso, tuttavia, l'offerta di veicoli a metano sul mercato potrebbe essere più ricca: a credere fortemente nel metano oggi è il lo stesso Gruppo Volkswagen (con diversi modelli a listino, dalla citycar alla station wagon, da Skoda ad Audi passando per l'unico SUV a metano in commercio, ovvero Seat Arona TGI), seguito dal gruppo FCA (anche se con meno modelli e prestazioni complessive inferiori). Opel e Mercedes hanno invece abbandonato definitivamente il settore.
Nell'agosto 2018 mi sono recato in Francia per una breve vacanza a bordo di un'auto a metano proprio per verificare di persona alcuni aspetti di questo mondo: da una parte, ho voluto capire se i 110 CV di una Volkswagen Golf TGI fossero sufficienti per far viaggiare in modo brillante una vettura a pieno carico, specialmente in autostrada; dall'altra, mi sono messo nei panni di un'automobilista che deve uscire dalla propria "isola felice" (nel mio caso la provincia di Brescia, dove c'è sempre un distributore di metano nel raggio di 5 km) e pianificare il proprio viaggio per cercare di non rimanere a secco di metano. Ecco com'è andata.
IN VACANZA COL METANO: PROVA VOLKSWAGEN GOLF TGI
Brescia – Nizza: 402 km. La distanza perfetta per mettere alla prova l'autonomia dichiarata di Volkswagen Golf 1.4 TGI. Visto che però si tratta di un'auto fuori produzione – oggi rimpiazzata dalla versione con il 1.5 turbo e maggiore autonomia – il contenuto di questa prova verterà più che altro sull'esperienza di viaggiare su un'auto a metano.
Un viaggio che dalla Lombardia (dove sono presenti circa 200 distributori di metano) mi ha portato a transitare per la Liguria (dove i distributori già si diradano) arrivando in Francia. Qui, nei dintorni di Nizza, Google mi aveva assicurato che avrei trovato un distributore, anche se poi… ma andiamo con ordine.
Il viaggio è stato a pieno carico: 3 adulti con relativi bagagli per 4 giorni + ombrellone. Iniziamo allora constatando che Volkswagen Golf TGI non obbliga a troppe rinunce per quanto riguarda la capacità di carico del bagagliaio. Si deve fare a meno del doppio fondo e della ruota di scorta (presente il kit di gonfiaggio), per un totale di 291 litri con il divano in posizione. Pochi in assoluto per una segmento C, ma sufficienti per ospitare i bagagli di cui sopra senza dover abbattere una porzione del divano posteriore.
A pieno carico il 1.4 TGI non soffre più di tanto, vista anche la coppia di 200 Nm disponibile a partire da 1.500 giri. Occorre però fare una distinzione: in presenza di cambio manuale a sei rapporti (come nel mio caso), le marce molto lunghe (accorgimento voluto per prediligere una guida tranquilla ed "economa") costringono a utilizzare molto di più il cambio per ottenere maggiore spunto in ripresa. In autostrada a velocità da codice sono stato costretto più volte a scalare dalla sesta (di riposo) alla quinta, e spesso anche alla quarta, per poter effettuare un sorpasso in sicurezza. Con il DSG (optional consigliatissimo che ho avuto modo di provare per qualche km lo scorso febbraio) la vettura avrebbe dovuto comunque scalare, ma sicuramente l'avrebbe fatto più velocemente di me, in modo più fluido e con una maggiore sensazione di sicurezza.
Le cose cambiano nella guida urbana ed extra urbana: qui, a patto di mantenere il motore un po' più su di giri (diciamo intorno ai 2.200 giri/min), la Golf TGI è decisamente brillante, e il cambio manuale si fa apprezzare sia per la leva ben manovrabile sia per la frizione leggera. Quando si tirano le marce, poi il 1.4 TSI diventa quasi divertente, e anche il sound non è poi così male.
Complessivamente, il motore di Volkswagen Golf 1.4 TGI si comporta bene in quasi tutte le situazioni, ad eccezione delle riprese autostradali a pieno carico: in quel caso, si avverte la mancanza di quei 20 CV in più garantiti dal 1.5 TSI.
Come è possibile vedere nelle mappe qui sopra, non appena ci si allontana dal centro-nord Italia verso il confine francese i distributori iniziano a scarseggiare, così come i km di autonomia a metano: dopo circa 280 km da Brescia, tutti percorsi in autostrada a 130 km/h (con Adaptive Cruise Control, Lane Assist e climatizzatore in funzione), il metano finisce e la Golf passa all'alimentazione a benzina. Il primo bilancio in termini di media consumi è positivo: 22 km con un kg di metano da Computer di Bordo (lo scarto rispetto al calcolo fatto con carta e penna è di circa 0,5 km/kg), ma a stupire è soprattutto la percorrenza di circa 15 km con un litro di benzina che il CdB registra per quei 40 km circa che mi separano dal punto in cui ho terminato il metano e il distributore più vicino (a Imperia).
A dire la verità, il mio obiettivo era quello di non rimanere a piedi con il metano: secondo quanto riportato da Google Maps, infatti, l'area di servizio di Stura Ovest era dotata di un distributore di metano, o almeno così io e i miei amici (dopo aver ripetuto la ricerca sui nostri tre smartphone per esserne sicuri al 100%) avevamo capito dopo aver digitato "distributore metano" sulla barra di ricerca di Google Maps. Risultato? Stura Ovest aveva sì un distributore di gas, ma GPL…
Errore anche mio: non mi sono fidato della funzione integrata nel sistema di infotainment Discover Media che, quando il serbatoio è quasi vuoto, propone una ricerca dei distributori di metano più vicini con tanto di comandi rapidi per raggiungerli con il navigatore.
Un'altra alternativa? Rivolgersi ad una delle app dedicate: per il mio viaggio mi sono affidato a OpenMetano (disponibile solo per iOS), app gratuita e decisamente affidabile, con oltre 900 distributori e tante informazioni tra cui gli orari di apertura, lo stato aggiornato del distributore (aperto, chiuso, autostradale, guasto), l'indirizzo e la distanza dalla nostra posizione. Gli utenti Android possono scaricare quella di Ecomotori.net (sempre gratuita) che include tra l'altro anche i distributori di benzina/gasolio e GPL.
Dopo aver fatto il pieno di metano – variabile, a seconda della temperatura esterna e di quanto sia compresso, dai 13 ai 15 kg – siamo ripartiti alla volta di Nizza, dove ci siamo goduti quattro giorni di vacanza. Solo una volta abbiamo utilizzato l'auto per visitare una spiaggia vicina, per il resto ci siamo spostati con i più pratici mezzi pubblici oppure con il bike sharing (a tal proposito, stendiamo un velo pietoso su VeloBleu e la sua pessima esperienza utente, ma questa è un'altra storia che forse vi racconterò più avanti…).
Al termine della vacanza decido di cercare un distributore di metano nelle vicinanze di Nizza: anche in questo caso, Google mi suggerisce una stazione appena fuori dalla città, lo raggiungo ma purtroppo non vi è traccia né di metano né tantomeno di GPL. Sconsolato, decido di ripartire alla volta dell'Italia: ho ancora 50 km di autonomia e circa 85 km per raggiungere il distributore più vicino, ovvero quello di Imperia dell'andata, poco male se quei 35 km li percorrerò a benzina, anche se forse pianificando meglio il viaggio avrei potuto evitarlo.
Dopo circa due ore (traffico inevitabile, del resto era il 13 agosto) arriviamo a Imperia e qui ci troviamo di fronte ad un altro aspetto che non avevamo tenuto in considerazione: sono le 12:30 e il distributore di metano (non essendo self-service) ha appena chiuso per pranzo. Riapertura prevista ore 15. Dopo varie imprecazioni (anche verso me stesso), cerco quindi un distributore nelle vicinanze: il primo è vicino Savona, a 95 km da Imperia.
Nuovamente sconsolato, ma senza la minima intenzione di aspettare due ore e mezza per fare metano, mi avvio (ancora a benzina) verso il distributore di Savona. Qui, arrivo e trovo un distributore di solo metano, un po' fatiscente ma con ben quattro postazioni: in coda, davanti a me, ci sono 5 auto (3 Fiat Panda, 1 Fiat Qubo e una Mercedes Classe B pre-restyling) e dopo circa 15 minuti di attesa tocca a me. Di seguito alcune considerazioni sul metano condivise a suo tempo anche sul profilo Instagram di HDmotori (a proposito, seguiteci se non volete perdervi prove in anteprima e curiosità):
Dopo aver fatto il pieno posso finalmente tornare a Brescia a metano, contando su un'autonomia di circa 300 km (con ACC a 120 km/h, Lane Assist e climatizzatore attivi).
Le vacanze sono finite, ma la Golf rimarrà con me ancora per qualche giorno. Siamo nel pieno delle ferie estive, ed ecco un nuovo aspetto particolarmente "antipatico" del metano: non essendoci ancora distributori self-service, sono costretto a rispettare gli orari di apertura delle stazioni di servizio (solo un distributore a circa 15 km da casa mia offre orario continuato dalle 7:00 alle 19:45, mentre la maggior parte degli altri apre dopo, fa pausa pranzo e chiude prima), senza contare i distributori chiusi per ferie, circa 3 solo nella mia zona (a ovest di Brescia).
Dopo due settimane e circa 2.000 km percorsi quasi totalmente a metano, cosa mi mancherà della Volkswagen Golf TGI?
- La possibilità di percorrere più di 300 km con meno di 15 euro
- La possibilità di viaggiare senza preoccuparsi dei blocchi del traffico
- La consapevolezza di emettere meno sostanze inquinanti allo scarico
- La silenziosità di marcia davvero vicina a quella di un'auto elettrica
- Le prestazioni brillanti nella guida quotidiana
- La cura nei dettagli (infotainment quasi al top, ADAS ben tarati, ottime finiture)
- L'ottima integrazione dell'impianto a metano (strumentazione e infotainment)
- L'assetto "tedesco", rigido ma sempre confortevole
- Il design senza tempo
- I bassi consumi sia a metano sia a benzina (con autonomia complessiva superiore ai 1.100 km).
Cosa migliorerei?
- Autonomia a metano (anche se probabilmente con il prossimo aggiornamento si supereranno i 400 km)
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Ripresa 80-120 km/h (leggermente meglio a benzina)
Difetti legati al metano
- No self-service "totale"
- Poca capillarità rete distribuzione
VIDEO