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Per BYD il rinvio del bando ai motori termici è un errore per l’industria europea

Secondo il gruppo cinese (in forte crescita in Europa), rallentare la transizione elettrica rischia di indebolire la competitività dei costruttori UE.

Per BYD il rinvio del bando ai motori termici è un errore per l’industria europea
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Daniele Di Geronimo
Daniele Di Geronimo
Pubblicato il 17 dic 2025

L’atteso pacchetto di misure della Commissione europea per rilanciare l’industria automotive europea è stato ufficialmente presentato. Come previsto, le nuove norme prevedono l’eliminazione dello stop alla vendita delle auto endotermiche dal 2035 e la possibilità di continuare a produrre anche auto ibride. Una decisione che, come immaginato, ha scontentato un po’ tutti, compresi coloro (come Stellantis) che avevano a gran voce richiesto una revisione della normativa. Tra i critici c’è anche BYD, uno dei marchi cinesi più in crescita nel Vecchio Continente. Le ultime stime registrano una crescita del 285% delle immatricolazioni nei primi dieci mesi del 2025.

Le critiche di BYD

La critica nei confronti dell’UE arriva direttamente dalle parole di Stella Li, responsabile di BYD per l’Europa, secondo cui le case automobilistiche europee rischiano di restare indietro se continueranno a investire risorse per mantenere sul mercato i veicoli a combustione interna. Il colosso cinese BYD sta basando molto della sua strategia puntando esclusivamente su auto elettriche e ibride plug-in.

Nel corso di un incontro con la stampa a Londra, Stella Li ha sottolineato che la strategia di BYD non cambia in base alle modifiche normative. L’azienda, ha spiegato, ha già abbandonato i motori tradizionali e punta a sostituirli con modelli ibridi plug-in e completamente elettrici, capaci di offrire prestazioni migliori, consumi inferiori e maggiore tecnologia.

Troppe incertezze a livello europeo

A detta di Li, le incertezze delle istituzioni europee si riflettono anche nelle scelte dei costruttori. Quando le politiche ambientali oscillano, anche gli investimenti diventano instabili. Secondo la dirigente, questo crea un forte svantaggio competitivo rispetto a chi, come BYD, ha mantenuto una visione chiara per quasi trent’anni, investendo in un’unica direzione. La mancanza di focalizzazione rischia di impedire alle case automobilistiche europee di eccellere davvero nell’elettrificazione.

Oggi BYD è il primo produttore mondiale di auto elettriche e il terzo tra i marchi automobilistici globali, dietro soltanto a Toyota e Volkswagen. In totale ha venduto 14,5 milioni di veicoli elettrici e ibridi plug-in e punta a crescere ancora con l’obiettivo di diventare il principale marchio automobilistico a livello globale.

La strategia per continuare a crescere

Nel 2026 il colosso cinese raddoppierà la propria rete di vendita in Europa, passando da 1.000 a 2.000 rivenditori, con l’obiettivo di coprire il 90% del mercato. In parallelo arriveranno nuovi modelli pensati per diversi segmenti. Tra questi ricordiamo il Sealion 5 DM-i, un SUV ibrido plug-in pensato per sfidare la Kia Sportage, la berlina compatta Seal 5 DM-i e la piccola Dolphin G, anch’essa ibrida plug-in.

A rafforzare la presenza in Europa di BYD ci sarà anche l’avvio della produzione locale. Lo stabilimento in Ungheria, infatti, inizierà la produzione a inizio anno, per poi avviare l’assemblaggio su larga scala in primavera. Il primo modello ad essere prodotto sarà la Dolphin Surf, un’elettrica d’ingresso che sarà seguita dal piccolo SUV Atto 2, disponibile sia in versione elettrica sia ibrida plug-in. La fabbrica avrà una capacità produttiva di 300.000 veicoli all’anno e la previsione dell’azienda è di raggiungere questo traguardo in meno di due anni.

Un altro fronte su cui BYD vuole guadagnare spazio è quello del mercato premium. Nel 2026 arriveranno anche i primi modelli del marchio Denza, divisione di alta gamma del gruppo, pensati per offrire prestazioni elevate, ricariche ultrarapide e funzioni avanzate come il parcheggio autonomo. La gamma comprenderà tre modelli. Il primo sarà la Z9GT, una station wagon elettrica che punta a rivaleggiare con la Porsche Taycan Cross Turismo. A seguire arriveranno la D9, una monovolume a sette posti, e il SUV B5. Tutti saranno costruiti su piattaforma ad alta tensione con tecnologia flash charging, in grado di offrire circa 400 km di autonomia con soli cinque minuti di ricarica. Per supportare questa tecnologia, BYD installerà una propria rete di ricarica da un megawatt, con l’obiettivo di raggiungere 300 stazioni nel Regno Unito e 3.000 in tutta Europa.

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