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Twingo Electric: la mia prima esperienza con un'auto elettrica | Video

Il mercato delle auto elettriche in Italia è in crescita, ma c'è chi non ne ha mai provata una: ecco com'è andata la mia prima esperienza con un'auto elettrica, la Renault Twingo ZE.

Elena Toni
Elena Toni
Pubblicato il 10 apr 2021

Il mercato delle auto elettriche in Italia è in crescita: nonostante il 2020 abbia registrato un netto crollo del mercato dell'automotive, c'è stato un trend di crescita nelle vendite di automobili full-electric, ibride e plug-in, che sono aumentate rispettivamente del 204%, del 101,9% e del 322,6% anno su anno, mentre benzina (-38,7%) e diesel (-40,8%) sono crollate.

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Ciò è dovuto sia agli incentivi statali (di cui qui trovate tutto ciò che c'è da sapere) sia alle proposte dei costruttori che stanno aumentando di numero. Dunque, è sempre più probabile che chi si trovi a considerare l'acquisto di un'auto valuti anche l'opzione elettrica.

E, dato che il parco auto circolante italiano è uno tra i più vecchi d'Europa – con oltre 11 milioni di autovetture pre-Euro 4, pari al 29,3% del totale, con un'età media di 11 anni, come denunciato dall'Unrae – è altresì probabile che molte persone si affacceranno al mondo della mobilità elettrica per la prima volta proprio in questi anni, con tutte le domande e i dubbi tipici di chi arriva da un'auto a motore termico.

Si dà il caso che io sia proprio una di queste, così ho messo a disposizione la mia naiveté in ambito elettrico per fare il grande passo: lasciata in garage la mia amata Yaris a benzina, per qualche tempo sono passata al full-electric offerto dalla nuova Twingo ZE a 5 porte, per capire cosa cambia rispetto a un'auto tradizionale, e quali elementi vanno tenuti in considerazione per chi ci sta facendo un pensierino. A seguire com'è andata; se invece vi interessa la recensione della Twingo, trovate qui il video.

ESPERIENZA DI GUIDA

L'esperienza di guida è molto confortevole, e si nota da subito: la Twingo ZE si è dimostrata silenziosa, con una buona gestione delle vibrazioni e uno sterzo con un angolo di 45° eccezionale per le manovre e i parcheggi in città.

Una delle prime differenze che si notano rispetto alle auto a motore termico è l'immediatezza della ripresa, che è molto brillante soprattutto da 0 a 50 km/h: è una caratteristica parecchio utile nelle city car, e che sulla Twingo si sente subito essendo un'auto abbastanza leggera; il motore è un R80 (50 kW max) da 82 cavalli con 160 newton per metro di coppia massima istantanea.

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Altra differenza è la presenza della frenata rigenerativa, che serve a recuperare un po' di energia in occasione dei rallentamenti e delle fermate: quando si alza il piede dall'acceleratore, l'auto inizia a frenare autonomamente; sulla Twingo è possibile impostarla a tre livelli diversi di intensità, dal minore al maggior recupero energetico.

Tutte queste caratteristiche hanno fatto sì che modificassi progressivamente il mio stile di guida: arrivando da un'auto a motore termico e cambio manuale, mi sono accorta che a premiare in termini di durata della batteria è una guida il più costante possibile, così come lineare è l'erogazione del motore. Inoltre, l'auto rende di più in ambito urbano che extraurbano, probabilmente perché in città si sfrutta di più la frenata rigenerativa. Quindi, tutto sta nell'adattarsi al nuovo tipo di motore (e al cambio automatico, nel mio caso).

RICARICA

La Twingo è arrivata equipaggiata di due cavi, uno per la ricarica domestica e uno per la ricarica alle colonnine, offrendo così tutte le opzioni per la corrente alternata. Avendo a disposizione un garage nella casa dove vivo, ho potuto provare tutte le possibilità: poiché la batteria dell'auto è da 22 kWh, ricaricandola a casa guadagna una media del 10% ogni ora con i classici 2,3 kW tramite schuko; chi ha a disposizione un wallbox può arrivare a 7,4 kW.

Molto più rapida invece la ricarica alle colonnine, che infatti ho sfruttato spesso: in trifase a 11 kW o 22 kW (che sono poi le più diffuse nella mia zona) la batteria impiega rispettivamente 3h e 15 minuti o 1h e 30 minuti per passare dallo 0% al 100%; anche se ovviamente è una situazione ipotetica, visto che non conviene arrivare mai "a secco" fino alla colonnina.

E qui, a mio parere, sta una delle chiavi di volta nella comprensione della differenza rispetto alle auto a motore termico: l'altro approccio che cambia, oltre a quello con l'acceleratore, è infatti quello con il rifornimento.

Mi spiego: mentre con le auto a benzina, diesel o altri carburanti più "tradizionali" si aspetta spesso di arrivare in riserva per fare il pieno perché tanto il rifornimento è una questione di pochi minuti, le elettriche si avvicinano più al concetto di uno smartphone; con la differenza che, se si rimane a secco, non basta un powerbank per risolvere la situazione. È anche vero che da questo punto di vista Enel X ha ben pensato di arginare l'ansia da ricarica mettendo a disposizione dei furgoncini per la ricarica in strada "a chiamata".

Quindi: l'auto elettrica impiega più tempo per ricaricarsi e magari si fanno ricariche meno sostanziose – rispetto a "un pieno" – ma più frequenti, per recuperare quel 20% / 30% d'energia necessario a farci arrivare tranquilli dove dobbiamo andare. Questo mi ha portata a modificare le mie abitudini di rifornimento, organizzando la mia giornata in modo diverso: per esempio, ho iniziato a ottimizzare i tempi ricaricando l'auto alle colonnine del supermercato durante la spesa, o vicino al posto di lavoro. Il garage a casa mi ha fornito indubbiamente una sicurezza in più.

Le cose cambiano invece quando si intraprende un viaggio un po' più lungo, perché diventa imprescindibile controllare se ci siano colonnine di ricarica alla meta o lungo il tragitto (il che, avendo frequentato anche paesini montani, non è scontato) e se siano compatibili con il mezzo. Ad esempio, può essere che la società con cui si è abbonati per la propria zona non serva il luogo dove si vuole andare, o che le colonnine siano affidate a società di terze parti; in ogni caso si può sempre fare affidamento sulle app di ogni fornitore per ricaricare a consumo.

Un dato degno di nota è anche il costo della ricarica, che varia a seconda di dove si decide di farla, come spiegato estesamente qui. A grandi linee:

  • a casa il costo varia in base al contratto con la società che fornisce l'energia elettrica; in generale comunque basta cercare la voce costo medio al kWh e moltiplicarlo per la capacità della batteria in kWh per sapere quanto costerebbe "un pieno". Se ad esempio il costo fosse di 0,25 euro al kWh, il "pieno" della Twingo costerebbe circa 5,5 euro, anche se forse caricandola sempre a casa il costo medio diminuirebbe all'aumentare dei consumi (visto che i costi fissi si spalmerebbero su più kWh consumati).
  • alle colonnine dipende dal gestore, ma si può dire che il costo medio si aggiri su 0,40 euro a kWh.
  • ai supermercati, come ad esempio la LIDL, si trovano spesso colonnine di ricarica gratuita.

AUTONOMIA

Ho iniziato la mia prova elettrica pensando di fare un percorso da pendolare tra Milano e l'hinterland, ma mi sono resa conto che non è del tutto accurato: nel migliore dei casi percorro 40 km al giorno (20 km per tratta) per andare e tornare dall'ufficio, ma accade spesso che io debba sconfinare fuori provincia per esigenze famigliari, e in quel caso le tratte raddoppiano.

Se si considera che, in preda all'entusiasmo, il primo giorno mi sono lanciata anche in una gita fuoriporta in Valvarrone (180 km tra andata e ritorno), si capisce come sia arrivata a percorrere circa 700 km in una settimana con un utilizzo metà urbano e metà extraurbano.

In ottica di risparmio energetico ho viaggiato quasi sempre in modalità Eco, che limita l'accelerazione e la velocità massima a 106 km/h, ma soprattutto all'inizio non mi sono risparmiata con le prove anche per trovare il giusto bilanciamento tra prestazioni e consumi, e ho finito per ricaricarla, anche di poco, mediamente ogni due/tre giorni. Tirando le somme, ho fatto circa 170 km con un pieno.

CONCLUSIONI

Direi che la Twingo ZE si è rivelata un'ottima auto da città, in linea con la sua vocazione da city car e con le dimensioni contenute della batteria in rapporto al peso, che spazia da 1111 kg e 1168 kg a seconda degli allestimenti; per la cronaca, il mio era l'Intens, con climatizzatore automatico, sensori luci e pioggia, infotainment Easy Link da 7'' con navigatore, cerchi in lega da 15'', volante in pelle, sensori di parcheggio posteriori e retrocamera, cruise control, monitoraggio corsia e vetri oscurati.

È perfetta per chi vive in un centro urbano o per i pendolari che debbano percorrere fino a 40 km al giorno, mentre per chi ha delle esigenze diverse in termini di chilometraggio conviene considerare anche altre soluzioni. In generale, le elettriche hanno senz'altro dei pro, tra cui la bassa manutenzione, le zero emissioni e tutte le agevolazioni previste, dal bollo gratis (in alcune Regioni solo per i primi 5 anni dall'immatricolazione, mentre in altre per sempre) agli sconti sull'assicurazione, passando per i posteggi riservati e l'ingresso garantito nelle ZTL di molte città.

Di contro, bisogna adattarsi alla gestione dell'autonomia e ai tempi di ricarica, a seconda delle proprie esigenze e delle proprie possibilità. Per quanto mi riguarda è stata un'esperienza interessante, e devo dire che la Twingo mi ha conquistata; le uniche riserve riguardano piuttosto la rete delle colonnine di ricarica, che mi auguro si diffondano sempre più. E voi, ricordate la vostra prima volta a bordo di un'elettrica? E se non avete ancora provato, siete curiosi?

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