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TomTom Rider 550: prova del navigatore da moto con processore Quad Core

Prova al Lago di Como del TomTom Rider 550, il nuovo navigatore da moto

TomTom Rider 550: prova del navigatore da moto con processore Quad Core
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 30 lug 2018

L'ultima volta che vi avevo parlato di TomTom Rider, il navigatore da moto, era in occasione della 20.000 Pieghe 2017, evento che mi ha permesso di mettere veramente alla frusta il PND pensato per le due ruote (era il Rider 450) e far emergere le caratteristiche di pregio e i difetti. Tra questi c'era il processore, un hardware sottodimensionato per un utilizzo intensivo con il navigatore impegnato in itinerari di qualche centinaio di chilometri, continue accensioni e standby e tragitti in GPX creati con Tyre Pro.

Insomma, se il Rider 450 andava bene per un utilizzo quotidiano, nell'uso intensivo da motoviaggiatori esperti l'hardware costringeva a qualche rallentamento e qualche riavvio di troppo. Ora, però, con TomTom Rider 550 cambia il chipset, arriva un Qualcomm Quad Core e anche il software cresce nelle funzionalità.

TomTom Rider nasce più di dieci anni fa e nel tempo si è evoluto portando varie novità: il 2013 ha introdotto i percorsi per motociclisti con la possibilità di selezionare l'itinerario con più curve e con diversi livelli di elevazione. Il 2018 segna una svolta grazie all'arrivo della nuova piattaforma hardware: quad core, WiFi e Bluetooth integrato.

TomTom Rider legge i messaggi: collegandosi allo smartphone tramite Bluetooth, connessione che supporta anche l'utilizzo di un interfono simultaneamente, il navigatore leggerà i messaggi ricevuti, tra Facebook .What'sApp, Line, iMessage e gli SMS.

Il display supporta ora tre livelli di sensibilità, uno per l'utilizzo senza guanti, uno per i guanti più leggeri e il terzo per quelli invernali più pesanti. Siri e Google Now sono supportati tramite interfono e il WiFi consente di aggiornare il navigatore senza collegarsi al PC.

TomTom Road Trips: la community gratuita per motociclisti

Da piattaforma dedicata agli utenti TomTom, Road Trips si evolve in community aperta a tutti: vale anche per le auto ma usando il Rider si avrà subito accesso ai percorsi per biker. Sul Rider 550 troviamo 150 itinerari tra i più affascinanti al mondo ma, tramite PC e app per smartphone e tablet, tutti possono creare ilproprio itinerario facilmente, sfruttando anche i dispositivi mobili senza dover passare dal computer.

Questo consente di creare tracciati in maniera simile a quanto si può fare su Tyre Pro, fatte salve le dovute differenze di profondità del software desktop. Con gli aggiornamenti, però, creare il percorso per la 20.000 Pieghe sarebbe oggi possibile rinunciando al computer. Con MyDrive si possono creare o modificare itinerari, impostare una descrizione e una foto e renderli disponibili alla community per la condivisione.

TomTom Rider 550 supporta poi i file GPX, consentendo sia di caricarli sul dispositivo che di condividerli da un navigatore all'altro utilizzando il Bluetooth e, eventualmente, caricarli online. Nelle prime quattro settimane dal lancio della nuova piattaforma aperta, la community ha creato 315 tracce, da aggiungere alle 140 nate internamente all'azienda.

Ancora una volta, quindi, TomTom ha risolto uno dei problemi della scorsa generazione ascoltando i suoi utenti: se nel 2017 lamentavo l'assenza della possibilità di creare un percorso facilmente, oggi con l'app si fa tutto in pochi minuti.

Come va?

Questa volta l'occasione del test è stato un giro intorno al Lago di Como in sella a Honda X-ADV. In questa sezione sarò breve per non ripetermi rispetto alla recensione del Rider 450 dove vi ho già parlato della staffa, inalterata rispetto al modello precedente: la base resta infatti la stessa così come i punti di forza, esaltati dal 550 grazie al nuovo chipset Qualcomm che rende una veloci tutte le operazioni quotidiane. Dal calcolo degli itinerari, anche quelli più lunghi, al ricalcolo percorsi e alla navigazione, il sistema risponde perfettamente. 

La nuova potenza sotto al cofano si fa notare poi anche quando andiamo a giocare con gli itinerari motociclistici, scegliendo il livello di elevazione della strada e la quantità di curve sul percorso: sono questi i casi che stressano maggiormente il processore e quelli in cui la maggior velocità si nota più facilmente. Se prima capitavano lag nella navigazione dei menu, che nelle condizioni più critiche costringevano ad un riavvio quando il navigatore doveva gestire calcoli complessie lunghi itinerari, oggi tutto fila liscio.

Perfetta come al solito la visibilità del display in ogni condizione, d'altronde TomTom aveva raggiunto l'ottimo già da tempo e senza la necessità della palpebra sparita da tempo nel design del prodotto.

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TomTom Rider 550 mantiene inalterate le caratteristiche estetiche e funzionali del modello precedente: la scocca è identica così come la resistenza alle cadute, all'acqua e agli schizzi di benzina (IPX7). Il prezzo è di 399.95€, sono incluse le mappe europee e gli aggiornamenti Traffico e Autovelox a vita, da utilizzare con la connettività dello smartphone.

Se il display resta attuale, un 4.3 pollici a risoluzione 480 x 272 pixel (in moto non è necessaria una risoluzione maggiore visto il poco tempo che dedicheremo a fissare lo schermo), un difetto lato hardware è l'assenza di una USB Type C che renderebbe più attuale il PND e consentirebbe a chi ha uno smartphone con questa connessione di portarsi un solo cavo, anche se il supporto da moto è alimentato dalla batteria e ricaricare il dispositivo tramite cavetto sarà un'operazione rarissima, così come sarà raro connetterlo al PC vista la presenza del cloud per i percorsi e del WiFi per gli update della cartografia.  Più fastidioso il problema delle ditate trattenute dallo schermo.

Tanto ho lo smartphone…

Infine una riflessione che anticipa i commenti di molti. Se leggendo il titolo il primo commento che vi è venuto in mente è che "nel 2018 non ha senso un navigatore, tanto c'è lo smartphone", significa che non siete motoviaggiatori. 

Escludendo chi viaggia tanto in moto e conosce a menadito l'intera Italia (e l'Europa?) o riesce a tornare a casa con uno sguardo rapido della cartina – beati voi, io sono nato nell'era dei navigatori e non ho senso dell'orientamento – chi necessita di indicazioni e affronta tragitti importanti non potrà farlo con il solo smartphone. 

Innanzitutto la moto non offre protezione dal sole, portando facilmente al surriscaldamento del cellulare che rischia di entrare in protezione per il calore eccessivo, senza parlare della necessità di collegare l'alimentazione tutto il tempo, riducendo i cicli vitali della batteria. 

Per affrontare tutte le condizioni climatiche, poi, serve una custodia impermeabile che in estate accresce il calore con l'effetto "sauna", non è – quasi – mai precisa per il nostro smartphone e non gode della stessa sensibilità offerta dal touchscreen di un PND dedicato. 

Anche chi conosce la strada, poi, può beneficiare di un navigatore sempre acceso (con schermo antiriflesso che gli smartphone non sempre hanno): oltre alle funzionalità di notifiche e messaggi (disattivabili) ci sono altre funzioni utili, come la visualizzazione di traffico, autovelox e intersezioni o curve pericolose, nonché le indicazioni dei benzinai presenti sul percorso, utili per farsi un'idea di quanti chilometri possiamo ancora percorrere. Questi rientrano nella sfera dei POI, potenziati in casa TomTom grazie alla collaborazione con TripAdvisor che include le recensioni principali di diversi esercizi commerciali utili in viaggio.

Insomma, da fan degli "all-in-one" e da persona che utilizza lo smartphone per qualsiasi cosa, persino per pagare lasciando ormai a casa da tempo carte e bancomat, questa volta mi trovo costretto a difendere la bandiera di chi afferma che è meglio un dispositivo specialistico per ogni funzione.

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