Tutti si lamentano per l'assenza di colonnine, ma... ne parliamo con IONITY

20 Maggio 2022 321

In Italia mancano i punti di ricarica rapida per le auto elettriche. Facile sentire questa frase, sia da chi non ha mai messo piede su un'auto a batterie, sia da chi la usa regolarmente ogni giorno. 

La situazione odierna è cambiata moltissimo rispetto al 2018, l'anno di avvio dell'esperimento #HDelettrico. Lo sappiamo noi e lo sa benissimo chi viaggia tanto come Elena Airoldi, Junior Country Manager Italia per IONITY, che si muove in giro per il Bel Paese con auto elettriche da diverso tempo. 

D'altronde non poteva essere altrimenti vista l'azienda per cui lavora, ed è chiaro che, solo se si affrontano quotidianamente le strade italiane con un'elettrica (qui su HDmotori lo abbiamo fatto spesso, verso la Sicilia o verso Monaco), ci si può rendere conto del miglioramento rispetto al passato e delle criticità ancora presenti.

In due anni sono nate molte nuove stazioni, eppure non bastano, è un dato oggettivo. Per questo, con Elena, ho cercato di capire quali siano i piani futuri per quella che è stata la prima rete di ricarica ad altissima velocità (350 kW) ad essere nata dopo i Supercharger di Tesla, oggi in fase di apertura sperimentale, ma ancora riservati all'ecosistema delle elettriche americane.

FASE 2: 1000 STAZIONI PER 7000 PUNTI DI RICARICA

Facciamo subito chiarezza: una stazione di ricarica, oggi sono più di 400, è un luogo adibito a far fare scorpacciate di elettroni alle auto elettriche. L'obiettivo di raggiungere 1.000 stazioni in Europa, quindi, non si traduce nella disponibilità di carica contemporanea per sole 1.000 vetture a batterie. 

Per questo si parla di 7.000 punti di ricarica rapida che significano necessariamente ampliare il numero di stalli presenti in ogni stazione. Oggi IONITY ha un formato standard fatto di 4 punti di ricarica contemporanea che possono arrivare a 6 grazie alla predisposizione in termini di dimensionamento. L'upgrade da 4 a 6 stalli è già in corso, e partirà dalle stazioni più frequentate. 

Successivamente e/o parallelamente, a seconda dei casi, si procederà con l'aumento del numero di stalli per ogni stazione o per l'implementazione di più punti di ricarica nelle stazioni di nuova realizzazione. Affi ne è un esempio e permetterà di ricaricare 18 auto in contemporanea in una zona nelle immediate vicinanze dell'uscita autostradale e con un tetto fotovoltaico per fare ombra e generare energia. 

UNA RISPOSTA A CHI NON HA IL BOX

Se da un lato abbiamo un piano di infrastrutturazione che prevede molte aperture lungo le arterie principali, quelle per il traffico autostradale, dall'altro IONITY conferma che la ricarica rapida non deve essere un'esclusiva per chi viaggia. L'obiettivo è infatti individuare una serie di hub tattici al servizio delle città, proprio per rispondere all'esigenza di chi non può  ricaricare in un box privato o non ha una colonnina comoda, sia essa pubblica o nel luogo di lavoro. 

L'idea è quella di creare una stazione di servizio evoluta, magari con dei servizi annessi, ad alto flusso di veicoli perché IONITY serve clienti che, con tecnologie già oggi disponibili, non trascorreranno più di 15/20 minuti per ricaricare. Creare quindi un hub con diversi stalli per un ricambio rapido dei mezzi in ricarica è la soluzione, secondo l'azienda, per le medie e grandi città fatte di condomini senza parcheggi e garage di proprietà


L'utente elettrico ricaricherebbe in queste stazioni di servizio EV proprio come farebbe chi va a fare il pieno settimanale per gli spostamenti cittadini quotidiani. Se l'autonomia dell'auto e gli spostamenti lo consentono, ipotizzando 30 km al giorno ci sono già oggi tante elettriche che permettono di ricaricare una sola volta a settimana nello scenario urbano. 

Risulta chiaro che questo tipo di stazioni di ricarica dovrà necessariamente contare su un numero maggiore di stalli, proprio per ridurre al minimo i tempi d'attesa rispetto alle attuali strutture con 4 punti (espandibili a 6) in cui si crea un'attesa nei periodi di maggior congestione. 

PIANI FUTURI PER L'ITALIA

Abbiamo già visto che l'obiettivo è aumentare la copertura in tutta Europa: le aree su cui si lavorerà nel nostro Paese sono la fascia Adriatica e il centro Italia nei dintorni di Roma. Oltre all'installazione di stazioni di ricarica per "coprire i buchi" che mancano a chi vuole affrontare viaggi più lunghi con un'elettrica, Ionity andrà ad aumentare progressivamente gli stalli nelle stazioni esistenti, passando da 4 a 6. 

Questo incremento sarà più rapido rispetto alla creazione di nuove stazioni, per il motivo che la parte burocratica e infrastrutturale non è ancora stata velocizzata come promesso dalla politica. A prescindere da questi temi, però, il piano di IONITY prevede comunque di realizzare le nuove stazioni con un minimo di 6 punti di ricarica, fino ad una dozzina o più nei casi virtuosi come quella di Affi. 


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Commenti

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=METTEK=

No l'alternativa è quella vaccata delle tessere diverse per marchio. Che vaccata rimane.

Sir Newton Compton

ssssst (sottovoce) vi svelo un trucco, si potrebbero utilizzare delle aree all'interno dei distributori attuali, sono già pronte e non rubano parcheggi a nessuno, so che nessuno ci ha mai pensato ma credo che sarebbe una buona idea, adesso vado........... alla prossima.

Rick Deckard®

E allora l'alternativa sarebbe andare in auto a portare i soldi? Per un 1% fino a un massimo di 2€?

Dario Perotti

Allora ha vinto da solo?

Ennio

Io l’attuale presidente non l’ho certo votato..

uncletoma

Concordo, non consideravo l'italica inciviltà. Però ci sono quelli che mettono la macchina nella colonnina ricarica lenta quando potrebbero usare quella veloce.
Fatta la legge, trovato l'inganno.

=METTEK=

Concordo in parte. Il gratuito è sbagliato a a parer mio, perché poi ci si ritrova con situazioni con perenni scrocconi attaccati alla presa. In ogni caso sempre di più ci saranno stalli ovunque. Basta guardare l'evoluzione dal 2017 a oggi. E non credo rallenterà.

uncletoma

Ma se sono in giro come posso ricaricare in casa o al lavoro?
Servono tanti punti di ricarica pubblici, su tutto il territorio nazionale. Anche privati, come in Francia, ma preferirei il metodo spagnolo: pubblici e, al momento, gratuiti. La Spagna ha una diffusione, e la Francia pure, dell'elettrico che noi ci sogniamo. Il tutto grazie a politiche non solo di incentivi fiscali - ci sono, e minori dei nostri - ma, soprattutto, grazie a un'attenzione alla mobilità elettrica che noi non sappiamo nemmeno che sia. Diffusione delle colonnine, posteggi riservati, e tanto altro.

=METTEK=

Non saprei, ma credo che per una carica in DC non ci sia il problema in quanto non dovrebbero occupare la colonnina per più di 30 min. Par AC credo che valga anche per le automobili. Nel senso che se con un auto che vuoi ricaricare in AC vuol dire che la lasci li per un bel pezzo e forse è meglio pensare di ricaricarla in casa a questo punto. Poi in fin dei conti anche lo scooter/moto ha diritto alla ricarica io non mi lamento se trovo una moto in ricarica in DC.

=METTEK=

Non conosco bene i costi per grandi imprese, ma sicuramente hai una percentuale per ogni singolo pagamento. Se poi aggiungi il fatto che l'energia , anche oggi, non ti permette grandi margini di guadagno la cosa è chiara. Poi ci sono anche gli aspetti di sicurezza, questi pos restano fuori H24 e diventerebbero dei bersagli interessanti per malintenzionati.

Rick Deckard®

Da noi i distributori li stanno spostando fuori tangenziali per questioni di sicurezza... Meglio alla lidl

Antsm90

Mah, comprarsi un'elettrica senza avere un box privato con contatore privato non ha senso attualmente. Probabilmente chi la lascia lì attaccata lo fa per avere il parcheggio, non certo per la ricarica

Aristarco

Scusa sostituisci nel mio commento lo 0 con un 6

Walter

il bruciare carbone in una centrale elettrica immagino sia per alimentare auto elettriche per sostituire quelle euro zero.
altrimenti non vedo il nesso, basta un incentivo fatto vene per passare da euro zero a euro 6

Aristarco

Ho scritto che è meglio bruciare carbone in una singola centrale elettrica che in milioni di motori euro 0, detto questo, ovviamente non è questa la soluzione, adesso ti è più chiaro?

Walter

Se non sai nemmeno quello che scrivi sei messo male

Aristarco

Ho scritto questo? Per te pronta la candidatura a ministro dell'istruzione...

Tony Musone

Ma quanto sei stupidina? Anch'io ti sto prendendo in giro dall'inizio.
Passo e chiudo. Salùt ;)

Walter

non ti rendi conto tu che ti prendo in giro da un po...
ma vai tranquillo

ice.man

io ho scoperto che al pari di alcuni modelli di smartphone (es S22), anche su alcune autovetture (es VW ID.3) e' possibile forzare la modalita' di ricarica lenta anche quando collegati ad una colonnina a 150KW o piu.

I vantaggi legittimi per l'utente sono il minor stress per la batteria.
Purtroppo questa possibilita' tecnologica apre anche a comportamenti scorretti (difficilmente dimostrabili/sanzionabili) perche' si trasforma un punto di ricarica ULTRARAPIDO in un parcheggio che puo duratare una giornata intera a danno degli altri possessori di auto elettriche (che magari avevano puntato la colonnina ultrafast perche' a secco durante un viaggio)

Credo che la ricarica lenta andrebbe vietata durante il giorno e riservata come opzione esclusiva nelle ore notturne e sanzionata al pari di un auto lasciata collegata per ore anche quando gia' completamente carica

Tony Musone

CVD non ti sei reso conto d'aver dimostrato ancora una volta che non sono io quello bisognoso di aiuto ;)

Giampiero Guarnerio

A parte che quel che dici è da dimostrare numeri alla mano (e a giudicare dalle incessanti campagne telefoniche che le compagnie elettriche stanno facendo proprio ora per accaparrarsi l'ultimo consumatore privato con contatore da 3 kW la realtà sembra diversa da quella che proponi tu), il punto è che alla fine decide il mercato.
Se al mercato proponi le due soluzioni, nelle aree residenziali, quella da me proposta avrà successo mentre l'altra no.
La regola principale dell'imprenditore non è fare quel che gli conviene, ma quel che il mercato richiede.
Ho letto in proposito la dichiarazione di un rappresentante di A2A qualche tempo fa che la pensa esattamente come me.
Lo dico da utilizzatore di auto elettrica da quasi 3 anni: la chiave di volta per la sua diffusione è garantire al maggior numero di persone possibile di poter caricare l'auto quando non gli serve, ovvero di regola, di notte, Senza il patema di doverla spostare la mattina alle 07:00 come la legge ora in vigore richiede.
Questo lo si può fare solo con colonnine a bassa potenza: pensare di replicare la logica del distributore di carburante con le ricariche delle batterie significa non aver ben chiaro l'argomento.
Del resto solo a Milano si può già vedere che alcune colonnine da 22 kW non sono mai utilizzate, pur essendo in aree residenziali, mentre altre sono sovraffollate, e sono in zone destinate a servizi (uffici, ristoranti) dove vale il criterio diverso:" carico in fretta nel mentre che ceno o lavoro, e poi riprendo l'auto quando torno indietro".

Roberto

Certo, nei luoghi di interesse è tutta un'altra storia! Però il grosso del chilometraggio delle persone è caratterizzato dalle tratte brevi, quindi avrebbe senso iniziare dai distributori cittadini. Poi ovvio, serve velocizzare i tempi di ricarica, perché già si perde tempo nel traffico, se poi perdiamo tempo anche al distributore...

Walter

Quindi la soluzione per abbassare l' inquinamento delle euro 0 (da capire poi quante siano...) è aprire le centrali a carbone per alimentare auto elettriche che chi ha un euro zero non si può permettere.
Sei un Genio perchè non ti candidi a ministro della transizione ecologica?

Walter

mi spiace per te, fatti aiutare la prossima volta.

Rick Deckard®

Ma se non hai precariato la cifra..

Tony Musone

Per chi ha difficoltà nel comprendere un testo semplice, è sempre inutile ;)

Axe Capital

A Torino Ionity non esiste!

Aristarco

Ripeto, inquinano meno di milioni di euro0 circolanti per strada

Walter

ma chi se la ricorda sarà per la prossima volta! :-)

Walter

ottimo rimettiamo quelle a carbone che inquinano di più grande soluzione

Walter

niente tanto era un discorso inutile credo :-) alla prossima!

Tony Musone

Idem

Tony Musone

Tony Musone

Neanch'io

Aristarco

Chi le dismette? Abbiamo ancora quelle a carbone

Aristarco

Non mi rileggo tutta una discussione per una domanda che non hai posto a me, se hai voglia riscrivila altrimenti amen

Walter

La vastità del cavolo che me ne frega

Walter

Quindi non serve

Walter

Va bhe siete in due che non sapete leggere ottimo

Walter

Che se dismetti le centrali a gas per rimpiazzarle con le rinnovabili quando crei energia in più?
Come gestisci i picchi?

Walter

Sopra e sotto non li vedo più dalle notifiche

Aristarco

Uh discorso è lo stop alla vendita delle endotermiche, un altro è il ricambio completo del parco auto circolante...li ci vorranno decenni nella migliore delle ipotesi

Redvex

Decenni? secondo loro in 13anni... roba da fantascienza

AMC

Cari sfregiatori dell’elettrico sputate pure la vostra insipienza intellettuale ed il vostro livore verso la mobilità elettrica che tanto è fiato sprecato.
La scelta verso l’elettrico è stata fatta ed è irrevocabile.
Blaterate pure finché vi pare perché è l’unica cosa che vi resta da fare.
Siete solo il passato ormai con i vostri catorci puzzolenti.
Il mondo va avanti grazie al cielo senza la vostra insignificante opinione.

Chargeman

Una cabina di trasformazione MT/bt costa circa 150.000 euro. Una Superfast Alpitronics 300 kW con due CCS 2 Combo ne costa 80.000.
Un sito tipo Supercharger di Tesla con 8 stalli costa 500.000 euro compresa anche la parte di opere civili.
Il margine su queste ricariche è di circa 30 centesimi al kWh.
Il rientro dell'investimento in 5 anni si ha con 115 kWh al giorno venduti. Che significa all'incirca Mezz'ora per ogni stallo.
Poi occorre considerare i costi della manutenzione.
Se ben posizionata (esempio la Tangenziale di Milano, il raccordo di Roma, la Tangenziale di Napoli) un stazione di questo tipo lavorerebbe almeno 2 ore al giorno, senza contare l'effetto calamita per i locali che si andrebbero a costruire subito intorno tarati su business brevi da 15 minuti.
Con due ore al giorno il ROI scende a 3 anni anche tenendo conto della manutenzione (ma non del business dei 15 minuti).
Con un ammortamento a 11 anni e un finanziamento di uguale durata anche al 6/7% una stazione così fatta che lavori 2 ore al giorno a "spina" da un margine di circa 120.000 euro.
Nel paesino di vattelopesca invece una siffatta stazione non la vedremo mai perchè non tornerá mai un investimento del genere.
Faccio notare che una stazione di servizio attuale con 8 erogatori costa molto di più di 500.000 euro sia si prima installazione sia di manutenzione e non si possono fare business dei 15 minuti.

domingo

Oggi vedo tanti che vanno al lavoro e lasciano il proprio frullatore attaccato alla colonnina, altrimenti non tornano a casa, infischiandosene degli altri, Potranno aumentare a dismisura i punti di ricarica, ma aumenteranno con percentuale maggiore anche le auto. Con questa tecnologia è il cane che si mangia la coda.

Walter

Certo che lo so l'obolo è mensile per ogni kW aggiuntivo, ma per molti non resta la soluzione poiché mediamente c'è più di una macchina

Tony Musone

Quali?

Tony Musone

No

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