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Tutti si lamentano per l'assenza di colonnine, ma... ne parliamo con IONITY

Auto elettriche: IONITY vuole risolvere il problema dei viaggi e di chi non ha il box

Tutti si lamentano per l'assenza di colonnine, ma... ne parliamo con IONITY
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 20 mag 2022

In Italia mancano i punti di ricarica rapida per le auto elettriche. Facile sentire questa frase, sia da chi non ha mai messo piede su un’auto a batterie, sia da chi la usa regolarmente ogni giorno. 

La situazione odierna è cambiata moltissimo rispetto al 2018, l’anno di avvio dell’esperimento #HDelettrico. Lo sappiamo noi e lo sa benissimo chi viaggia tanto come Elena Airoldi, Junior Country Manager Italia per IONITY, che si muove in giro per il Bel Paese con auto elettriche da diverso tempo. 

D’altronde non poteva essere altrimenti vista l’azienda per cui lavora, ed è chiaro che, solo se si affrontano quotidianamente le strade italiane con un’elettrica (qui su HDmotori lo abbiamo fatto spesso, verso la Sicilia o verso Monaco), ci si può rendere conto del miglioramento rispetto al passato e delle criticità ancora presenti.

In due anni sono nate molte nuove stazioni, eppure non bastano, è un dato oggettivo. Per questo, con Elena, ho cercato di capire quali siano i piani futuri per quella che è stata la prima rete di ricarica ad altissima velocità (350 kW) ad essere nata dopo i Supercharger di Tesla, oggi in fase di apertura sperimentale, ma ancora riservati all’ecosistema delle elettriche americane.

FASE 2: 1000 STAZIONI PER 7000 PUNTI DI RICARICA

Facciamo subito chiarezza: una stazione di ricarica, oggi sono più di 400, è un luogo adibito a far fare scorpacciate di elettroni alle auto elettriche. L’obiettivo di raggiungere 1.000 stazioni in Europa, quindi, non si traduce nella disponibilità di carica contemporanea per sole 1.000 vetture a batterie. 

Per questo si parla di 7.000 punti di ricarica rapida che significano necessariamente ampliare il numero di stalli presenti in ogni stazione. Oggi IONITY ha un formato standard fatto di 4 punti di ricarica contemporanea che possono arrivare a 6 grazie alla predisposizione in termini di dimensionamento. L’upgrade da 4 a 6 stalli è già in corso, e partirà dalle stazioni più frequentate. 

Successivamente e/o parallelamente, a seconda dei casi, si procederà con l’aumento del numero di stalli per ogni stazione o per l’implementazione di più punti di ricarica nelle stazioni di nuova realizzazione. Affi ne è un esempio e permetterà di ricaricare 18 auto in contemporanea in una zona nelle immediate vicinanze dell’uscita autostradale e con un tetto fotovoltaico per fare ombra e generare energia. 

UNA RISPOSTA A CHI NON HA IL BOX

Se da un lato abbiamo un piano di infrastrutturazione che prevede molte aperture lungo le arterie principali, quelle per il traffico autostradale, dall’altro IONITY conferma che la ricarica rapida non deve essere un’esclusiva per chi viaggia. L’obiettivo è infatti individuare una serie di hub tattici al servizio delle città, proprio per rispondere all’esigenza di chi non può  ricaricare in un box privato o non ha una colonnina comoda, sia essa pubblica o nel luogo di lavoro. 

L’idea è quella di creare una stazione di servizio evoluta, magari con dei servizi annessi, ad alto flusso di veicoli perché IONITY serve clienti che, con tecnologie già oggi disponibili, non trascorreranno più di 15/20 minuti per ricaricare. Creare quindi un hub con diversi stalli per un ricambio rapido dei mezzi in ricarica è la soluzione, secondo l’azienda, per le medie e grandi città fatte di condomini senza parcheggi e garage di proprietà

L’utente elettrico ricaricherebbe in queste stazioni di servizio EV proprio come farebbe chi va a fare il pieno settimanale per gli spostamenti cittadini quotidiani. Se l’autonomia dell’auto e gli spostamenti lo consentono, ipotizzando 30 km al giorno ci sono già oggi tante elettriche che permettono di ricaricare una sola volta a settimana nello scenario urbano. 

Risulta chiaro che questo tipo di stazioni di ricarica dovrà necessariamente contare su un numero maggiore di stalli, proprio per ridurre al minimo i tempi d’attesa rispetto alle attuali strutture con 4 punti (espandibili a 6) in cui si crea un’attesa nei periodi di maggior congestione. 

PIANI FUTURI PER L’ITALIA

Abbiamo già visto che l’obiettivo è aumentare la copertura in tutta Europa: le aree su cui si lavorerà nel nostro Paese sono la fascia Adriatica e il centro Italia nei dintorni di Roma. Oltre all’installazione di stazioni di ricarica per “coprire i buchi" che mancano a chi vuole affrontare viaggi più lunghi con un’elettrica, Ionity andrà ad aumentare progressivamente gli stalli nelle stazioni esistenti, passando da 4 a 6. 

Questo incremento sarà più rapido rispetto alla creazione di nuove stazioni, per il motivo che la parte burocratica e infrastrutturale non è ancora stata velocizzata come promesso dalla politica. A prescindere da questi temi, però, il piano di IONITY prevede comunque di realizzare le nuove stazioni con un minimo di 6 punti di ricarica, fino ad una dozzina o più nei casi virtuosi come quella di Affi. 

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