Cerca

Oliver Zipse, BMW: gli e-fuel sono strumentalizzati politicamente

Zipse attacca la Commissione Europea sulle questioni degli e-fuel e sui dazi. Ecco cosa ha detto il numero uno del Gruppo BMW

Oliver Zipse, BMW: gli e-fuel sono strumentalizzati politicamente
Vai ai commenti 27
Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 1 ago 2024

Il CEO del Gruppo BMW, Oliver Zipse, è sempre stato molto critico sulla scelta della Commissione Europea di mettere al bando le vendite dei nuovi modelli endotermici nel 2035. Più volte, il numero uno del Gruppo tedesco aveva invece chiesto che l'UE adottasse un atteggiamento tecnologicamente neutrale. Una posizione, comunque, condivisa anche dai manager di altre case automobilistiche europee.

Adesso, durante il suo discorso in occasione della presentazione della semestrale del Gruppo tedesco, Oliver Zipse va ancora oltre e attacca senza mezzi termini le recenti aperture di Ursula von der Leyen agli e-fuel. Una decina di giorni fa, nella giornata della sua rielezione come presidente della Commissione Europea, Ursula aveva sottolineato che non ci sarebbe stato alcun passo indietro sull'obiettivo del 2035. Tuttavia, aveva aggiunto che per raggiungere la neutralità climatica per le auto entro il 2035 sarebbe stato necessario un approccio tecnologicamente neutrale, in cui gli e-fuel avrebbero potuto svolgere un ruolo attraverso una modifica mirata del regolamento nell'ambito della revisione prevista.

LA COMMISSIONE STA CERCANDO UNA SOLUZIONE FASULLA

Il numero uno del Gruppo BMW contesta questa apertura e afferma che c'è il rischio che gli e-fuel sia strumentalizzati politicamente nel dibattito sul divieto dei motori a combustione. Addirittura Zipse afferma che ci sono diversi indizi che la Commissione Europea stia cercando una soluzione fasulla.

Una cosa è chiara: i contributi più incisivi alla protezione del clima sono quelli che possiamo dare oggi: in altre parole, ogni tonnellata di CO2 che possiamo risparmiare oggi, non in futuro, conta. Ciò significa anche richiedere e promuovere l'uso di carburanti a basse emissioni di CO2 come e-fuel, E 25 o HVO100, il più rapidamente e ampiamente possibile. Questi carburanti potrebbero migliorare immediatamente l'impronta di carbonio dell'attuale flotta di oltre 250 milioni di veicoli nell'Unione Europea. 

Al momento, tuttavia, vediamo un rischio significativo che gli e-fuel vengano strumentalizzati politicamente nel dibattito sul divieto dei motori a combustione a partire dal 2035. Attualmente vi sono molti indizi che la Commissione Europea stia cercando una soluzione fasulla, in cui il divieto sui motori a combustione interna verrebbe allentato semplicemente aprendo la strada agli e-fuel. Tuttavia, se non si riuscisse ad accelerare l'aumento dei carburanti a basse emissioni di CO2 e a renderne praticabile l'uso, si tratterebbe di un divieto deliberato dei motori a combustione interna. Continuiamo a credere che un divieto categorico sulla tecnologia dei motori a combustione sia sbagliato.

DAZI SBAGLIATI

Zipse ha parlato anche dei dazi sulle auto elettriche cinesi voluti dalla Commissione Europea e non solo. Una strategia che per il numero uno del Gruppo tedesco è sbagliata e porta ad un vicolo cieco.

Ogni regione e singolo stato sta cercando di proteggere i propri interessi economici. Ciò include anche la localizzazione dell'intera catena del valore dell'automotive, comprese le catene di fornitura. Noi del Gruppo BMW restiamo impegnati a favore di mercati aperti e contrari a barriere artificiali come tariffe punitive. L'introduzione di dazi doganali aggiuntivi, come quelli recentemente imposti dall'UE, ci porta in un vicolo cieco e, in ultima analisi, non renderà i produttori europei più competitivi. Al contrario, i dazi dell'UE sui veicoli elettrici a batteria provenienti dalla Cina penalizzano i produttori europei come il Gruppo BMW, che producono anche veicoli in Cina per il mercato europeo. I dazi doganali aggiuntivi limitano inoltre la scelta di auto elettriche per i clienti europei e potrebbero quindi rallentare la decarbonizzazione nel settore dei trasporti. Le misure portano sempre a contromisure. Non dimentichiamo che l'attuazione del Green Deal in Europa si basa anche in larga misura sulle materie prime e sulla tecnologia provenienti dalla Cina, in particolare.

Una posizione, quella sui dazi, che comunque non stupisce visto che i marchi tedeschi da subito si sono detti contrari a questa misura da parte della Commissione visti i molti interessi in gioco in quel mercato.

Ti potrebbe interessare:
Commenti Regolamento