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Bonus colonnine, che fine ha fatto? Il settore chiede di sbloccare i fondi

Preoccupazione da parte degli operatori del settore sul ritardo della disponibilità del bonus colonnine

Bonus colonnine, che fine ha fatto? Il settore chiede di sbloccare i fondi
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 10 feb 2023

Poter ricaricare a casa è molto importante se si valuta di acquistare un'auto elettrica o Plug-in. Con l'obiettivo di sostenere la crescita dei punti di ricarica nelle abitazioni, il Governo aveva stanziato un fondo di 40 milioni di euro da utilizzare per un bonus dell'80% per l'acquisto e la posa delle colonnine, con un limite di spesa di 1.500 euro per ogni richiedente. Limite di spesa che sale a 8.000 euro nel caso di parti comuni di edifici condominiali.

Dunque, incentivi sulla carta molto utili per alleggerire la spesa per allestire un punto di ricarica nel box di casa o nella rimessa condominiale. Che fine hanno fatto? Questa è la domanda che si è posto Alberto Stecca, CEO e co-fondatore di Silla Industries, azienda padovana che si occupa proprio della produzione e commercializzazione di wallbox.

Il 5 Agosto 2022 il MISE annuncia finanziamenti, incentivi all'acquisto di auto non inquinanti e all'installazione di colonnine di ricarica in ambito privato, ufficializzati il 5 ottobre in Gazzetta Ufficiale. Il 21 dello stesso mese il Ministero rende note le modalità per accedere agli incentivi per auto ma non quelle – pari a 40 milioni di euro e un bacino potenziale di 25mila unità – per le colonnine di ricarica.

Il CEO di Silla si chiede, dunque, che fine abbiano fatto questi fondi e se siano davvero rimasti incagliati dalla mancanza dei decreti attuativi.

Cosa è successo a questi fondi, che di fatto tra l’altro rappresentano una minima parte di quelli stanziati per la smart mobility? Possibile che siano rimasti incagliati perché mancano i decreti direttoriali del Ministero dello Sviluppo Economico che individuino le disposizioni procedurali per l'erogazione dei benefici? Lo chiediamo ancora una volta al Ministro Urso, con il quale ci apriamo molto volentieri ad un incontro per capire come sbloccare una situazione apparentemente inspiegabile: per noi e per tutti quanti in Italia producono, distribuiscono e vendono colonnine per la ricarica domestica e per il numero sempre più alto di automobilisti che in questi anni hanno scelto di passare ad un’auto ibrida o elettrica.

UNA PREOCCUPAZIONE CONDIVISA

HDMotori ha voluto sentire su questo tema anche Enerev, DazeTechnology e Juice Technology per avere un quadro più completo della posizione degli operatori del settore, oltre a Motus-E. In tutti i casi, emerge una preoccupazione per questi ritardi da parte del Governo che stanno anche bloccando il mercato delle colonnine per la casa. Infatti, molti potenziali clienti sono in attesa degli incentivi per poter acquistare la loro wallbox.

Partiamo da Motus-E che attraverso il suo segretario generale Francesco Naso, ha sottolineato, innanzitutto, l'importanza del bonus per l'industria italiana che opera nel settore delle wallbox.

Siamo ancora in attesa che il ministero delle Imprese e del Made in Italy emani il decreto per disciplinare il funzionamento dell’incentivo che, lo ricordiamo, copre l’80% dei costi di acquisto e posa in opera delle infrastrutture di ricarica a uso domestico per privati e condomìni, rispettivamente fino a 1.500 e 8.000 euro. Risorse che ricadono in gran parte sull'economia locale: più del 70% delle wallbox vendute in Italia sono infatti prodotte qui e più del 50% del costo chiavi in mano è appannaggio dell'installazione e della connessione alla rete.

Francesco Naso si dice, comunque, confidente che il Governo posso arrivare a trovare una soluzione. In ogni caso, è fondamentale che se un incentivo viene annunciato, i decreti attuativi devono arrivare subito.

Confidiamo che l’attuale Governo possa finalmente risolvere questa situazione, che si trascina ormai da troppo tempo. Tenendo presente peraltro che oltre ai 40 milioni stanziati per il 2023 e per il 2024, lo scorso anno ne sono rimasti bloccati altrettanti destinati allo stesso bonus – di cui non si ha più traccia – sempre a causa dell’assenza dei provvedimenti attuativi. A questo punto ci aspettiamo che tali risorse non spese siano rese disponibili per i prossimi anni. È fondamentale che se si annuncia un incentivo si dia subito seguito ai decreti attuativi e che si dia continuità alle agevolazioni di questo tipo. Gli stop & go non fanno che bloccare il mercato e confondere le persone. Bisogna rendere questi incentivi strutturali, pianificando da subito la durata e senza stravolgerne le regole di accesso nel corso del tempo.

Andrea Daminelli, CEO e co-fondatore di DazeTechnology, ha sottolineato che i fondi stanziati per il bonus colonnine sono "essenziali per supportare le persone che hanno bisogno di un caricatore domestico, ben più di quanto lo è il superbonus che vede le colonnine come intervento trainato e quindi vincolato alla realizzazione di ben altri altri lavori".

Infatti, i dati dimostrano che la ricarica domestica rappresenta la maggior parte delle ricariche per chi possiede un'auto elettrica, sia in Italia che in tutta l'UE. Tale dato, spiega Daminelli, evidenzia l'importanza di questi incentivi.

Inoltre, questo ritardo nell'emanazione del decreto attuativo fa sì che le persone interessate all'acquisto di una colonnina di ricarica restino in attesa, sperando di poter usufruire degli incentivi in futuro. Ciò comporta un danno per il mercato e limita l'adozione delle auto elettriche, fondamentali per gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni.

Per tale motivo, l'azienda lancia un appello al ministro dello sviluppo economico a prendere in considerazione l'importanza di questi incentivi e ad emanare il decreto attuativo il più presto possibile, al fine di supportare il mercato dell'elettrico e favorire l'adozione delle auto elettriche.

Preoccupazione anche da parte di Federico Lagni, CEO Enerev, che evidenzia pure lui come lo stallo creato da questi "snervanti mesi di attesa stia negativamente colpendo un mercato che ha tutti i numeri per essere sempre più importante ma che oggi soffre di un’attesa ancora infinita".

L’incertezza è la peggior compagna di viaggio, ed è proprio ciò che inspiegabilmente sta accompagnando da mesi i tanti nostri clienti che vorrebbero acquistare una colonnina di ricarica – oggetto degli incentivi per i quali si sta aspettando di conoscere, da mesi e mesi, come accedervi. In sostanza: ci sono i clienti che abbracciano la transizione ecologica, ci sono i prodotti, ci sono gli installatori e c’è un trend forte e in crescita esponenziale ma manca l’ultimo anello della catena, quello più importante, per conciliare tutti gli ingredienti.

Sul tema è intervenuto anche Christoph Erni, CEO e fondatore di Juice Technology, che ha evidenziato come un’infrastruttura efficiente e capillare è alla base della mobilità elettrica. Per questo, la diffusione delle colonnine sia domestiche e sia pubbliche è un prerequisito essenziale per incentivare il passaggio alle auto a batteria.

Il CEO spiega che gli utenti di veicoli elettrici confermano che per una distanza media giornaliera di 30-40 km, non è necessario visitare i punti di ricarica pubblici. È sufficiente collegare l'auto a un punto di ricarica al lavoro durante il giorno e a casa la sera, dove di solito viene lasciata per periodi più lunghi. Per questo motivo è importante che imprese e utenti domestici possano dotarsi dell’infrastruttura giusta a seconda del luogo di utilizzo per formare una rete completa.

Personalmente non sono un grande fan dei sussidi governativi per il settore privato, perché ritengo che il mercato si regoli comunque da solo. La mobilità elettrica è inarrestabile in tutto il mondo, quindi è solo questione di tempo prima che tutti guidino in modo elettrico. Tuttavia, il sostegno del governo, soprattutto per le infrastrutture pubbliche – in questo caso, credo che abbia anche senso – può accelerare lo sviluppo all'inizio. Ma solo se il sostegno è facile da usare. Deve essere chiaro cosa esattamente viene sovvenzionato, quando, come, per quanto tempo e dove. Come rappresentante del settore, posso affermare che la mobilità elettrica diventerà la tecnologia di guida dominante a livello mondiale, indipendentemente da divieti e incentivi; l'Italia deve solo decidere quanto velocemente vuole far parte di questa tendenza.

Copyright immagine: macronomy

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