Secondo l'Aci ci sono 12 milioni di auto molto inquinanti in Italia
Il segretario dell'Aci lancia l'allarme e afferma che in Italia ci sono 12 milioni di auto inquinanti in circolazione.
Sappiamo tutti che l'esempio dato dalla Norvegia è praticamente impossibile da riprodurre in posti più popolosi come il nostro, il paese scandinavo conta infatti su una flotta di automobili elettriche del tutto inedita e vendite di modelli a combustione che nel mese di luglio non sono neanche arrivate al 9% del totale.
La situazione in Italia è ben diversa e a certificarlo ci ha pensato al Meeting di Rimini il segretario generale Gerardo Capozza, certo che nelle nostre strade ci sono ancora in circolazione circa 12 milioni di auto super inquinanti. Modelli vecchi che andrebbero alternati con i nuovi, più sicuri e certamente più rispettosi dell'ambiente, ma per Capozza l'elettrico non è una risposta ancora credibile.
Bisognerebbe infatti spingere ancora di più, tramite incentivi, il cambio delle auto, puntando naturalmente ibride ed elettriche ma anche modelli termici moderni e meno inquinanti. La transizione verso l'elettrico, a suo modo di dire, sarà infatti molto più lenta di quanto immaginato e da noi mancano le condizioni energetiche e infrastrutturali che possano permettere una vera accelerazione.
La transizione ecologica è più complessa di quanto immaginiamo – ha riferito il segretario generale Capozza – ma una transizione 'giusta' non può e non deve danneggiare né i lavoratori, né tantomeno le imprese. Nel nostro Paese, purtroppo, circolano ancora oltre 12 milioni di auto altamente inquinanti, si potrebbe pensare a sostituirle anche con aiuti e incentivi per l'acquisto di auto più recenti, maggiormente sicure e meno dannose per l'ambiente. Una transizione ecologica, oggi, non può prescindere dal tener conto e confronto con la demografia, l'economia, l'agricoltura, l'energia e la mobilità, tutte filiere italiane consolidate che vanno salvaguardate guardando il futuro e, quindi, inserite in un percorso di innovazione e sostenibilità con tempistiche molto più dilatate
Tra gli scogli più importanti da superare naturalmente la produzione d'energia da combustibili fossili, lo smaltimento delle batterie a fine vita, la rete incapace di reggere il carico di un'eventuale richiesta maggiore di quella attuale. Tutti problemi reali che, tuttavia, sono comuni a tanti altri paesi e su cui si sta lavorando grazie ad investimenti e progresso tecnologico. Affermare, ad esempio, che la rete non è al momento adeguata è del tutto vero, ma bisogna anche considerare il trend di crescita: potremmo così citare il caso di Be Charge, realtà che conta al momento su 5.029 punti di ricarica in Italia, ne sta costruendo altri 4.206 e punta ad averne 30.000 entro 3-5 anni.
Le previsioni di crescita dell'elettrico date da Capozza non sono quindi così rosee, nel suo intervento ha infatti citato il solo 6% di auto elettriche vendute sul dato di dicembre 2020 e affermato che nel 2030 non si arriverà oltre il 20%. La stima è ovviamente al ribasso, nel frattempo le ibride sono sempre più in voga e quasi tutti i costruttori d'auto hanno messo in calendario la data in cui "aboliranno i pistoni", vedi Alfa Romeo (2027), Mercedes (2025) Mini (2030), Volkswagen (2035), Audi (2026), Opel (2028) e tutte le altre.
Autorevoli esponenti del mondo dei motori, economisti, ingegneri, esperti del settore e l'Automobile Club d'Italia, pur sostenendo i veicoli elettrici, sono convinti che nel breve periodo i motori a combustione interna non potranno mai essere completamente sostituiti dall'elettrico – continua Capozzo – Diversi e articolati i motivi: gran parte dell'energia elettrica è ancora ottenuta da fonti fossili in centrali a carbone o a gas; i veicoli elettrici, risultano, addirittura, più inquinanti dei veicoli endotermici
Vedremo chi avrà ragione sul futuro delle elettriche, di certo questo decennio sarà decisivo per l'intero mercato in continua trasformazione e, il segretario dell'Aci, ha certamente ragione su un punto: le auto termiche sono attualmente insostituibili in Italia e va incentivata la loro commercializzazione per aggiornare il vetusto e inquinante parco auto nazionale.