Stellantis cambia strategia sull’idrogeno rinunciando ai veicoli commerciali nel Regno Unito
Pochi incentivi e infrastrutture insufficienti spingono il gruppo a sospendere la strategia fuel cell.

Come parte della revisione del piano strategico intrapresa dal nuovo CEO Antonio Filosa, Stellantis ha deciso di interrompere la promozione dei veicoli a celle a combustibile nel Regno Unito, in particolare quelli destinati al mercato dei veicoli commerciali leggeri (come furgoni e van). Nonostante gli investimenti nella tecnologia legata all’idrogeno e l’introduzione lo scorso anno di otto modelli a celle a combustibile, Stellantis riconosce che questo non è il momento giusto per proseguire su questa strada.
Le ragioni dietro a questa decisione
Il gruppo Stellantis ha annunciato la decisione di sospendere la promozione commerciale dei veicoli a idrogeno, in particolare nel settore dei furgoni leggeri. Alla base della scelta c’è l’assenza di una rete di rifornimento adeguata e la mancanza di sostegno istituzionale a livello europeo, elementi considerati fondamentali per la diffusione su larga scala della tecnologia a idrogeno.
Il ritiro riguarda direttamente i marchi del gruppo che operano nel settore dei veicoli commerciali della divisione Pro One. Attualmente in vendita nel Regno Unito, la versione a idrogeno del Vauxhall Movano offre prestazioni interessanti, come un’autonomia fino a 500 km, ricarica in meno di cinque minuti e una capacità di carico pari a tre tonnellate. Tuttavia, nonostante queste caratteristiche tecniche, Stellantis ha deciso di non promuovere ulteriormente questa tecnologia, né di lanciare la versione a idrogeno del Vivaro, già disponibile in alcuni mercati con guida a sinistra.
La nuova impostazione rappresenta un allontanamento dalle ambiziose promesse di decarbonizzazione che avevano caratterizzato la gestione dell’ex CEO Carlos Tavares. Il traguardo di azzerare le emissioni entro il 2030 per l’intera gamma di veicoli commerciali leggeri è stato abbandonato. Stellantis adotta ora un approccio più flessibile e articolato, che prevede la convivenza di motori a combustione interna, veicoli elettrici a batteria e soluzioni intermedie come l’ibrido plug-in o i range extender.
Secondo Fedele Ragusa, senior product manager di Stellantis, l’ibridizzazione rappresenta oggi una delle opzioni più sensate per affrontare la transizione energetica. La visione si basa su un equilibrio tra fattibilità tecnica, costi di produzione e realtà infrastrutturale. Nel segmento dei veicoli da lavoro, infatti, la ricarica rapida non è sempre necessaria come per le auto private, perché le flotte tornano spesso in deposito a fine giornata. Per questo Stellantis ha potenziato la capacità di ricarica AC dei suoi van elettrici, portandola a 22 kW per dimezzare i tempi di ricarica e garantire la piena operatività al mattino seguente.
Un passo indietro, non una rinuncia definitiva
La decisione di sospendere l’espansione dei van a celle a combustibile non implica un disimpegno totale. Stellantis detiene ancora una partecipazione del 33% in Symbio, fornitore di tecnologie fuel cell. L’esperienza acquisita potrebbe essere reindirizzata verso altri segmenti, come il trasporto pesante o i mercati che dovessero evolversi più rapidamente sul fronte dell’idrogeno. Al momento, però, il gruppo preferisce concentrarsi su tecnologie più mature e su soluzioni che trovano oggi applicazione concreta nei contesti operativi reali.
La scelta di Stellantis mette in luce una criticità che riguarda l’intero ecosistema dell’idrogeno nel trasporto leggero. Mentre la Commissione Europea promuove normative come l’Alternative Fuels Infrastructure Regulation, la loro attuazione nei singoli Stati membri procede a rilento. La mancanza di stazioni di rifornimento (concentrate prevalentemente in Asia) e di incentivi frena l’adozione di veicoli a idrogeno, rendendo la tecnologia poco appetibile per le flotte commerciali. La sostenibilità deve conciliarsi con la concretezza delle condizioni di mercato.
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