Mazda sigla un nuovo pool insieme a Changan per evitare le sanzioni UE sulle emissioni
Mazda si unisce a Changan in un nuovo pool per allinearsi ai target europei.
Dopo l’annuncio di Nissan di entrare nel pool guidato da BYD, ora anche Mazda segue la stessa strategia siglando un nuovo accordo con la joint venture Changan Mazda. L’obiettivo è quello di aderire al sistema del “pooling” con il quale le case automobilistiche possono, così come previsto dalla normativa europea, di condividere i crediti di CO2 così da abbassare la media complessiva delle emissioni e ridurre il rischio di sanzioni. L’accordo è aperto anche ad altri marchi che volessero aderire, ma solo fino alla fine di novembre.
Una strategia sempre più diffusa
Questa non è la prima volta che Mazda sceglie di adottare questa strategia. Già all’inizio dell’anno aveva preso parte a un altro pool che ruota attorno a Tesla e coinvolge anche Stellantis e Ford. Questi accordi funzionano come un sistema di compensazione in cui i costruttori più avanzati nella transizione elettrica, grazie ai loro modelli a basse emissioni, cedono parte dei propri crediti a chi è più indietro, ricevendo in cambio un vantaggio economico.
Sempre più spesso le case automobilistiche ricorrono al sistema dei pool per evitare le sanzioni previste dalla normativa dell’Unione europea. Le sanzioni per il mancato rispetto dei limiti sulle emissioni potrebbero arrivare fino a 15 miliardi di euro complessivi per l’intero settore. In un primo momento, l’obiettivo era rispettare i limiti già entro il 2025, ma dopo le pressioni da parte dell’industria automobilistica, la Commissione Europea ha modificato le regole, permettendo di calcolare la media delle emissioni su un periodo più lungo che va dal 2025 al 2027.
La scelta di Mazda di formare un secondo pool, stavolta con Changan, conferma la necessità di consolidare ogni possibile alleanza per limitare i danni. A oggi sono cinque i pool ufficiali registrati in Europa nel 2025, segno di una tendenza crescente che fotografa le difficoltà di molti marchi nell’allinearsi ai ritmi imposti dalla transizione elettrica. Anche perché diversi case automobilistiche hanno dovuto rivedere i loro piani, mantenendo motorizzazioni endotermiche nella loro offerta.
La collaborazione tra costruttori occidentali e cinesi riflette non solo l’integrazione crescente tra mercati tradizionalmente concorrenti, ma anche la consapevolezza che la transizione verso una mobilità a basse emissioni richiede uno sforzo condiviso e strategie comuni su scala globale.
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