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Gigafactory di Termoli, i sindacati chiedono un intervento del Governo

I sindacati chiedono un intervento urgente per blindare il progetto della Gigafactory di Termoli ed evitare che ACC abbandoni l'Italia

Gigafactory di Termoli, i sindacati chiedono un intervento del Governo
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 10 lug 2024

Si torna a discutere della Gigafactory di Termoli con i sindacati (Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Uglm-Aqcfr) che chiedono un intervento del Governo per "blindare" l'investimento. Il progetto della fabbrica delle batterie che sarà gestita da ACC (Automotive Cells Company), una joint venture di cui fanno parte anche Stellantis e Mercedes, era stato annunciato un paio di anni fa.

Fino alla fine del mese di maggio sembrava che l'inizio della costruzione del nuovo stabilimento fosse imminente. All'inizio di giugno, però, la doccia fredda con l'annuncio che il progetto era stato messo in pausa. Stando a quanto emerso, della fabbrica si dovrebbe tornare a parlare alla fine dell'anno. Scenario che ovviamente aveva preoccupato molto i sindacati visto che anche tutte le trattative erano state interrotte.

I motivi dello stop momentaneo al progetto? Stando a quanto emerso, si parlava di un rallentamento della domanda di veicoli elettrici e della necessità di un aggiornamento tecnologico sulle batterie da produrre.

Adesso, però, i sindacati chiedono al Governo di sbloccare la situazione e di "blindare" l'investimento. Insomma, chiedono garanzie e certezze sul progetto.

GARANZIE SUL PROGETTO DELLA GIGAFACTORY

Ciò che sta accadendo a Termoli riflette le profonde contraddizioni di una transizione mal concepita da una politica europea incapace di accompagnare una transizione socialmente sostenibile, l'incapacità dell’Italia di salvaguardare l’industria dell’auto in una fase cruciale come quella che stiamo attraversando, nonché la mancanza di chiarezza e di garanzie da parte di ACC e di Stellantis. Il rinvio sine die del progetto di realizzazione della fabbrica di batterie da parte di ACC rischia difatti di far naufragare un progetto essenziale non solo per Termoli ma per tutta la filiera dell’auto in Italia.

I sindacati chiedono quindi a Stellantis di "assumersi le sue responsabilità come principale socio e cliente di ACC, nonché di allocare nell'attuale fabbrica di Termoli nuovi motori in grado di salvaguardare l’occupazione nei prossimi anni, giacché nel migliore dei casi avremo bisogno di un lasso di tempo più lungo per la conversione verso la produzione di batterie".

In secondo luogo, si chiede al Governo di intervenire tempestivamente per evitare che ACC abbandoni l’Italia.

Sono da salvaguardare i 350 milioni di euro stanziati per il progetto della gigafactory e sono da affrontare alcuni temi di fondo come le condizionalità e le dovute garanzie sociali e la competitività italiana a iniziare dal costo dell’energia. Siamo in una fase decisiva delle ricollocazioni produttive, anche a causa delle drammatiche vicende che stanno sconvolgendo il quadro internazionale, e dunque l’Italia deve giocare ad armi pari con le altre potenze industriali.

A settembre è previsto un nuovo incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e i sindacati si dicono pronti sia a negoziare e sia a mobilitarsi vista l'importanza del progetto per il futuro di Termoli, dell’automotive e dell’Italia.

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