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FIAT 500 ibrida per salvare e rilanciare Mirafiori

Grazie alla nuova city car, l'impianto potrà salvarsi

FIAT 500 ibrida per salvare e rilanciare Mirafiori
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 31 mar 2025

Non voglio che i lavoratori passino la vita in cassa integrazione.

Queste le parole di Jean Philippe Imparato, responsabile europeo di Stellantis, durante un incontro che si è tenuto al Museo dell’Automobile di Torino. Il riferimento era alla fabbrica di Mirafiori che come è noto dalle cronache sta vivendo un momento molto delicato della sua storia con la produzione ridotta al minimo. Proprio per questo, Stellantis intende rilanciarla per preservare la forza lavoro. Per farlo, all'interno di questo stabilimento arriverà la produzione della nuova FIAT 500 ibrida che sarà costruita a partire dal mese di novembre.

FIAT 500 IBRIDA A MIRAFIORI

L'arrivo della nuova city car sarà fondamentale per il futuro dell'impianto. Durante l'incontro è stato ribadito che grazie all'introduzione di questo nuovo modello, la produzione complessivamente dello stabilimento arriverà a superare quadi 150 mila vetture l'anno. Insomma, grazie alla nuova FIAT 500 ibrida Mirafiori potrà salvarsi e si potranno garantire occupazione e stabilità. Sicuramente una buona notizia per il futuro di questa fabbrica.

Del nuovo modello presto ne sapremo di più. Ad oggi si sa solamente che poggerà sulla piattaforma modificata dell'attuale 500 elettrica. Le modifiche permetteranno di integrare il motore endotermico che sarà dotato di un sistema Mild Hybrid. Pare che alla fine possa venire utilizzata ancora la motorizzazione della precedente FIAT 500 Hybrid.

COMERCIO LIBERO, EQUO E STABILE

All'incontro in cui era presente anche Alfredo Altavilla, special advisor di BYD, si è parlato anche dei dazi americani. Per Imparato in America Stellantis dovrà reagire velocemente ma ha fatto capire che gli effetti delle nuove tariffe doganali non si limiteranno al solo mercato degli Stati Uniti perché andranno ad influenzare anche l'industria della componentistica europea. Tuttavia, serve un commercio libero, equo e stabile. Le aziende automotive hanno infatti bisogno di stabilità per investire a lavorare.

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