Carlos Tavares se ne va, le prime reazioni della politica e dei sindacati
Per la politica e il mondo sindacale adesso serve un cambio di passo e un nuovo piano per l'Italia

Ieri sera era arrivata una notizia del tutto inaspettata e cioè le dimissioni con effetto immediato di Carlos Tavares da CEO di Stellantis. Nel comunicato non erano state esplicitamente le ragioni di questa scelta, visto che il mandato del manager portoghese sarebbe durato ancora per tutto il 2025. In ogni caso, era già deciso che poi sarebbe arrivato un nuovo CEO ma i problemi di Stellantis degli ultimi tempi con i risultati in forte calo sia negli Stati Uniti e sia in Europa hanno sicuramente pesato molto sulla scelta di Tavares di anticipare il suo addio.
Del resto, da tempo circolavano voci su di un suo possibile addio anticipato e di problemi di rapporti con il CDA. Indipendentemente dal motivo reale, Tavares oggi non è più il CEO di Stellantis. Il successore arriverà entro il primo semestre del 2025 e la ricerca è già iniziata. Il nuovo numero uno del Gruppo avrà il difficile compito di risollevare l'azienda e di condurla in un momento difficile per il settore automotive.
Intanto, sono già arrivate le prime reazioni dal mondo politico e sindacale. Come sappiamo, negli ultimi tempi i rapporti tra Stellantis e il Governo italiano non erano dei migliori. Inoltre, i sindacati da mesi erano preoccupati per le sorti degli stabilimenti italiani e per un piano per l'Italia non molto chiaro.
SERVE UN CAMBIO DI PASSO
La posizione comune tra il mondo politico e quello sindacale sull'addio di Tavares è che adesso serve un cambio di passo e discontinuità con il passato. Michele De Palma numero uno della Fiom-Cgil è molto chiaro e parla della necessità di avere subito un piano industriale ed occupazionale.
Interviene anche Ferdinando Uliano che parla dell'urgenza un incontro a Palazzo Chigi e di avere presto un nuovo CEO che possa rispondere positivamente alle istanze presentate dai sindacati.
Rocco Palombella, segretario della Uil, auspica discontinuità con il passato e della necessità che il nuovo CEO di Stellantis riporti la produzione in Italia e rilanci la Maserati.
PREOCCUPAZIONE PER IL FUTURO
Molteplici anche le reazioni dal mondo politico, fortemente preoccupato per il futuro dell'azienda in Italia. Commenti come quelli di Carlo Calenda, leader di Azione che sottolinea proprio la grande preoccupazione per il futuro degli stabilimenti, dell'indotto e dei tanti lavoratori.
Per Antonio Misiani, responsabile dell’Economia del PD, le dimissioni di Tavares evidenziano quanto sia grave la crisi che ha investito Stellantis e tutto l'automotive europeo. Si chiede all'azienda un nuovo impianto industriale e al Governo di ripristinare i sostegni al settore automotive che sono stati tagliati con la Legge di Bilancio.
Molto duro anche Maurizio Gasparri che chiede a John Elkann di venire in Parlamento a parlare del futuro dell'azienda in Italia.
Prendiamo atto delle dimissioni di Tavares, di cui non serbiamo un buon ricordo sicuramente e con cui è stato impossibile improntare un dialogo sul futuro dei lavoratori di Stellatis. Ora, in previsione di un riassetto e confidando nel nuovo corso dell'azienda, è nostro dovere chiedere ancora con più forza che John Elkann venga in Parlamento a svolgere l'audizione precedentemente richiesta in commissione Attività produttive. Il confronto ricordo non è mai a perdere.
Queste sono solamente alcune delle prime delle reazioni all'addio di Tavares, tutte comunque allineate sul fatto che, adesso, serve un cambio di rotta, con un nuovo piano per l'Italia.