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La filiera dell'auto insiste e scrive a Bruxelles: bisogna dare un ruolo ai biocarburanti

In vista della revisione del regolamento europeo delle emissioni di CO2, la filiera dell'auto torna a proporre un ruolo per i biocarburanti

La filiera dell'auto insiste e scrive a Bruxelles: bisogna dare un ruolo ai biocarburanti
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 21 nov 2025

Bisogna puntare anche sui biocarburanti come strumento utile per il processo di decarbonizzazione del settore dei trasporti. Si alla neutralità tecnologia e no al solo elettrico. Questa in sintesi è la posizione di numerose associazioni nazionali, tra cui UNEM e ANFIA per l’Italia, che chiedono alla Commissione Europea, in vista della revisione del Regolamento europeo sulle emissioni di CO2, di adottare un approccio più aperto e tecnologicamente neutro che includa appunto anche i carburanti rinnovabili tra gli strumenti utili alla decarbonizzazione.

DARE UN RUOLO IMPORTANTE AI CARBURANTI RINNOVABILI

Secondo il documento sottoscritto da queste associazioni della filiera auto, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 serve una revisione dell’attuale impianto normativo, oggi basato sul Regolamento CO2 per l’automotive e sulle direttive RED ed ETS 2 per i fornitori. Non solo mobilità elettrica, perché secondo le associazioni i carburanti rinnovabili possono svolgere un ruolo essenziale per ridurre rapidamente le emissioni del trasporto stradale. Serve quindi un quadro regolatorio più equilibrato.

LE RICHIESTE

Vengono poi fatte alcune esplicite richieste alla Commissione Europea che sono le seguenti.

  • maggiore flessibilità negli standard di CO2;
  • parità di trattamento tra veicoli nuovi e circolanti;
  • introduzione di un Carbon Correction Factor che contabilizzi le reali quote di carburanti rinnovabili usate in Europa;
  • una definizione giuridica chiara e unica di “carburante rinnovabile”;
  • riconoscimento dei veicoli alimentati al 100% da tutti i carburanti rinnovabili come veicoli a zero emissioni.

In particolare, sarebbe fondamentale l’introduzione del Carbon Correction Factor (CCF). Per quale motivo?

Oggi tutti i veicoli con motori a combustione interna sono considerati dalla normativa come alimentati al 100% da carburanti fossili, indipendentemente dal carburante effettivamente utilizzato. Un’impostazione ormai superata, dato che il mix europeo non è più interamente fossile. Il CCF permetterebbe invece di riflettere in modo accurato il contributo reale dei carburanti rinnovabili alla decarbonizzazione.

Altro punto molto importante, spiegano le associazioni della filiera dell’auto, è il riconoscimento dei veicoli alimentati esclusivamente con carburanti rinnovabili come veicoli a emissioni zero, consentendone l’ingresso sul mercato già prima del 2030. Una scelta che amplierebbe l’offerta per i consumatori e accelererebbe lo sviluppo di soluzioni a basse emissioni.

COSA DICE BRUXELLES

A dicembre ci sarà la tanto attesa revisione del regolamento delle emissioni di CO2. Sono in arrivo diverse novità. La Commissione Europea ha già fatto sapere che la revisione delle regole seguirà un approccio di neutralità tecnologica. Inoltre, è in arrivo un quadro normativo per la categoria delle E-Car europee. Tra poche settimane scopriremo cosa l’UE ha deciso per il settore automotive.

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