Cerca

Le case auto tedesche trattato con Washington: via i dazi con nuovi investimenti

Per evitare i dazi, le auto tedesche promettono più produzione in USA

Le case auto tedesche trattato con Washington: via i dazi con nuovi investimenti
Vai ai commenti
Mario Brambilla
Mario Brambilla
Pubblicato il 29 mag 2025

Le principali case automobilistiche tedesche sono impegnate in colloqui riservati con il Dipartimento del Commercio statunitense nel tentativo di siglare un’intesa sui dazi alle importazioni. L’obiettivo è sfruttare il peso crescente degli investimenti industriali negli Stati Uniti e la rilevanza delle esportazioni verso altri mercati come leva negoziale per attenuare l’impatto delle politiche protezionistiche americane.

Volkswagen, BMW e Mercedes-Benz, da tempo nel mirino delle tensioni commerciali tra Washington e Bruxelles, stanno sondando la possibilità di ottenere un sistema di “crediti” per le vetture prodotte negli Stati Uniti e successivamente esportate. Tali crediti, stando alle ipotesi sul tavolo, potrebbero essere utilizzati per compensare o ridurre l’impatto delle tariffe, una soluzione che, secondo una delle fonti, potrebbe concretizzarsi già entro giugno, a patto che le case automobilistiche si impegnino formalmente in nuovi investimenti rilevanti sul suolo statunitense.

SOTTO SCACCO DI TRUMP

L’America rappresenta il principale mercato extraeuropeo per le tre case tedesche. BMW è oggi il maggiore esportatore di automobili dagli Stati Uniti in termini di volume, grazie alla produzione nello stabilimento di Spartanburg, in South Carolina. Proprio qui il gruppo bavarese sta valutando l’introduzione di nuovi turni produttivi per aumentare la capacità. Mercedes-Benz ha invece annunciato che, a partire dal 2027, aggiungerà il SUV GLC alla linea produttiva dell’impianto di Vance, Alabama, rafforzando il suo ruolo come hub centrale per la produzione di SUV destinati anche all’export. Volkswagen, infine, con il marchio Audi, sta pianificando la produzione locale di alcuni modelli, pur precisando che il progetto era già in fase di sviluppo prima dell’inasprimento della linea protezionista sotto l’amministrazione Trump.


Sul piano commerciale, gli Stati Uniti sono oggi il quinto fornitore di automobili dell’Unione Europea, dopo Cina, Giappone, Regno Unito e Turchia. Le tensioni attuali si inseriscono in un contesto più ampio di negoziati bilaterali. La Commissione europea, che ha la competenza esclusiva in materia di politica commerciale per i 27 Stati membri, sta accelerando i contatti con Washington nel tentativo di smorzare il confronto e trovare un’intesa che scongiuri l’introduzione di nuovi dazi o che almeno mantenga quelli esistenti invariati.

EUROPA MENO FORTE

Bruxelles, in parallelo, ha chiesto alle principali aziende europee di dettagliare i propri piani di investimento negli Stati Uniti, elemento considerato strategico per rafforzare la posizione negoziale dell’UE. Ma si prepara anche a eventuali contromisure: tra le opzioni al vaglio in caso di fallimento dei colloqui, figurano tariffe su veicoli e componentistica automotive importati dagli Stati Uniti, come indicato in una lista preliminare pubblicata a inizio maggio.


La prospettiva di una possibile distensione ha spinto le azioni dei tre gruppi tedeschi. BMW ha guadagnato il 3,3%, Mercedes-Benz il 2,6%, mentre Volkswagen ha visto un rialzo iniziale del 2,2%, prima di tornare ai livelli precedenti.

Ti potrebbe interessare:
Commenti Regolamento