Aniasa lancia l'allarme: aumentano le tasse sulle auto aziendali
Aumenta la tassazione sulle auto aziendali e vengono danneggiati i lavoratori. Cosa sta succedendo?

La nuova misura di tassazione proposta con la Legge di Bilancio avrà un impatto significativo sulle buste paga di circa un milione di lavoratori italiani, soprattutto quelli che utilizzano un’auto aziendale come fringe benefit. L’innalzamento della pressione fiscale colpirà in particolare i redditi medio-bassi, con un effetto domino sulle famiglie e sull’economia. Secondo alcune previsioni, nel 2025, questa politica porterà a un calo delle immatricolazioni di auto aziendali, determinando una perdita stimata di 125 milioni di euro per le casse dello Stato.
Questo scenario rappresenta un “autogol” per l’Erario, non solo per le mancate entrate ma anche per il rallentamento della transizione ecologica del parco auto circolante, un obiettivo cruciale per ridurre l’impatto ambientale. Inoltre, l’industria automobilistica, già colpita da difficoltà strutturali e congiunturali, rischia di affrontare ulteriori contraccolpi negativi. Le associazioni di categoria e gli esperti sollecitano il Governo a rivalutare la misura, sottolineando che gli effetti negativi non si limiteranno ai lavoratori e alle imprese, ma si estenderanno all’intero comparto economico legato all’automotive e alla sostenibilità ambientale.
L'ANIASA ha lanciato oggi questo allarme, l'Associazione Nazionale Industria dell'Autonoleggio della Sharing mobility e dell'Automotive Digital infatti, è preoccupata delle misure previste dalla Legge di Bilancio per quanto riguarda le auto aziendali in fringe benefit.
La norma attualmente proposta introduce un cambio significativo nei criteri per favorire la transizione ecologica, sostituendo il parametro delle emissioni di CO2 con quello dell’alimentazione del veicolo. Con questa norma vengono rivisti i coefficienti per calcolare il valore imponibile dei fringe benefit relativi alle auto aziendali. Grazie a questa revisione, vengono previste agevolazioni fiscali per le vetture elettriche e ibride plug-in, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Tuttavia, in contrasto agli stessi obiettivi dichiarati, le agevolazioni vengono estese, paradossalmente, anche a supercar e auto di lusso, che rappresentano una quota marginale del parco circolante e, soprattutto, non favoriscono un reale contenimento delle emissioni.
Di contro, un elemento che ha suscitato notevoli polemiche, è l'aumento delle tassazioni per gli altri sistemi di alimentazione, che rappresentano circa l'85% delle auto aziendali. Questo aumento rischia di penalizzare soprattutto le fasce di reddito medio-basse, rendendo più oneroso l’utilizzo di veicoli aziendali e disincentivando il rinnovo del parco auto. La misura, se non adeguatamente rivista, potrebbe ostacolare sia gli obiettivi di sostenibilità sia quelli di equità fiscale, colpendo una larga platea di lavoratori senza garantire un effettivo beneficio ambientale.
In particolare l'ANIASA stima un aumento annuo del valore imponibile del benefit auto in media di €1.600. Questo aumento, ovviamente, andrà ad influire sulle scelte del parco auto delle aziende, rendendo preferibile il mantenimento delle vetture già assegnate, ritardando le fasi di acquisto e, nel caso di noleggio, estendendo i contratti attivi.
Secondo le stime di ANIASA, nel 2025 si assisterà a un calo significativo delle immatricolazioni di veicoli destinati al noleggio a lungo termine, con una riduzione prevista di almeno il 30%, pari a circa 60.000 unità. Allo stesso tempo, gli acquisti di autovetture da parte delle aziende sono attesi in calo del 20%, corrispondenti a circa 15.000 unità. Questo scenario comporterà una perdita stimata di 125 milioni di euro di entrate fiscali per l’Erario e gli Enti Locali, aggravando ulteriormente le ripercussioni economiche della misura.