Italvolt, il progetto "Scarmagno" a rischio per problemi alla rete elettrica
Sarebbe già stata individuata un'area alternativa

Il progetto della fabbrica delle batterie di Italvolt a Scarmagno sta affrontando alcune nuove problematiche che potrebbero portare l'azienda anche a scegliere un luogo differente per la costruzione dello stabilimento. A parlare di queste difficoltà con alcune testate giornalistiche italiane, direttamente il numero uno della società Lars Carlstrom.
Secondo quanto raccontato agli organi di stampa, negli ultimi tempi sarebbe emerso un problema di natura tecnica che riguarderebbe la rete elettrica dell'area scelta che non sarebbe adeguata per la fabbrica che dovrebbe essere costruita.
Ci siamo accorti solo adesso che nell'area industriale c'è un problema di approvvigionamento elettrico insufficiente ad alimentare una Gigafactory da 45 GWh. Abbiamo chiesto a Terna, il gestore nazionale della Rete, di investire per risolverlo: ci hanno risposto che ci vogliono 4 anni. Se i tempi sono questi saremo costretti a fare l'impianto altrove, non possiamo attendere oltre.
Il progetto di realizzare la fabbrica, comunque, va avanti. Lars Carlstrom, al riguardo, fa sapere che tra qualche settimana svelerà il nome di un grande investitore estero. Se l'impianto non nascerà nell'ex area Olivetti di Scarmagno, sarà realizzato altrove, comunque sempre in Piemonte.
Tra qualche settimana svelerò il nome di un grande investitore estero che vuole scommettere sulla mia Gigafactory. Ci sono diverse centinaia di milioni sul piatto. Se l'impianto non nascerà a Scarmagno lo faremo altrove ma sempre in Piemonte. Ho già individuato il sito alternativo e sto pensando ad un'altra regione per una seconda fabbrica.
Proprio a seguito della scoperta di questi problemi con la rete elettrica nel sito di Scarmagno, Italvolt non ha esercitato il diritto di prelazione per l'acquisto dell'area dell'ex polo Olivetti. I 4 anni preventivati da Terna sono troppi visto che nei piani, la fabbrica delle batterie dovrebbe entrare in funzione nel 2025.
L'azienda, dunque, forse anche spinta da alcune ulteriori motivazioni (si parla di alti costi per la bonifica del sito), ha iniziato nuovamente a guardarsi in giro nel caso fosse davvero necessario trovare un sito alternativo. La volontà di continuare a Scarmagno c'è ma Lars Carlstrom chiede "più supporto". E parlando di finanziamenti, il manager ha fatto sapere di non aver chiesto contributi pubblici anche se progetti del genere necessitano del supporto di tutti.
Lars Carlstrom ha poi parlato del caso Britishvolt, azienda che ha creato e che ora è in fallimento. Caso che aveva sollevato dubbi sulla sorte di Italvolt. Il manager ha evidenziato di aver lasciato Britishvolt già da diversi anni non condividendo le scelte degli altri soci. L'azienda, infatti, aveva deciso di assumere già centinaia di dipendenti, operazione, secondo Carlstrom, senza motivo che ha reso insostenibile il progetto.
Le dichiarizoni sulle "problematiche" elettriche hanno, ovviamente, allarmato comuni e sindacati che mostrandosi molto perplessi, hanno chiesto all'azienda garanzie sugli investimenti promessi. A questo punto non rimane che attendere novità sul progetto di Italvolt per capire come andrà avanti.