Caro carburante, i benzinai confermano lo sciopero (per ora)
Le associazioni di categoria chiedono di modificare il decreto trasparenza e riformare il settore

In una nota congiunta, Fegica e Figisc/Anisa confermano le due giornate di sciopero dei benzinai. L'incontro di ieri con il Governo non ha dato i risultati sperati. Tuttavia, le associazioni di categoria evidenziano anche che c'è ancora tempo per il Governo di trovare una soluzione che permetta di evitare che nelle giornate del 25 e del 26 gennaio i benzinai facciano sciopero.
In attesa delle valutazioni del Governo, lo sciopero previsto per i giorni 25 e 26 febbraio è confermato. Per fare emergere serietà e competenza richiesta c’è tempo fino al minuto prima della chiusura degli impianti.
Giovedì si terrà un nuovo incontro tra le parti. Si tratterà di un appuntamento molto importante per capire se si riuscirà a trovare una strada da seguire per scongiurare lo sciopero. Le associazioni di categoria che giovedì terranno anche una conferenza stampa, si aspettano da parte del Governo dei segnali concreti.
LE DISCUSSIONI VANNO AVANTI
Lo sciopero nasce, ricordiamo, come risposta ai contenuti del "decreto trasparenza" sui carburanti e ad una serie di dichiarazioni del Governo che parlavano di speculazioni sui prezzi dei carburanti da parte dei gestori. Le associazioni di categoria che rappresentano i benzinai rimproverano al Governo il tentativo di scaricare le responsabilità degli aumenti dei prezzi sui gestore delle stazioni di rifornimento.
Un primo incontro tra le parti sembrava aver "raffreddato" le polemiche tanto che lo sciopero era stato congelato. Tuttavia, la pubblicazione del testo del "decreto trasparenza" in cui sono presenti pesanti sanzioni per i benzinai che non rispetteranno le nuove disposizioni e l'avvio da parte dell'AGCM di una serie di indagini per accertare sospette irregolarità lungo la rete carburanti italiana, hanno riacceso le polemiche.
L'ultimo capitolo di questa intricata vicenda è avvenuto, appunto, ieri, con il secondo incontro tra il Governo e le associazioni di categoria che rappresentano i benzinai. Incontro che non ha dato i risultati che le associazioni speravano.
Ancora oggi il Governo non ha saputo o voluto assumere la responsabilità di prendere impegni concreti sulle questioni che direttamente possono incidere anche sui prezzi dei carburanti. Immaginando evidentemente di poter continuare ad ingannare gli automobilisti gettando la croce addosso ai benzinai. Confermato il pessimo giudizio sul decreto, pasticciato ed inefficace, a cui sarà necessario mettere mano pesantemente in sede di conversione, abbiamo proposto con serietà al Governo di assumere alcune iniziative tutte ispirate al recupero della piena legalità nel settore ed al ripristino di un sistema regolatorio certo, con l’obiettivo di adeguare efficienza e gli standard di servizio offerti agli automobilisti italiani e ottenere la proposizione di prezzi dei carburanti equi e stabilmente contenuti.
Le associazioni, nel medio periodo, chiedono anche l’avvio di un confronto che metta immediatamente in cantiere la riforma del settore volta a chiudere 7.000 impianti, che secondo una stima prudente sono attualmente nelle mani della criminalità più o meno organizzata, recuperare al gettito erariale circa 13 miliardi di euro sottratti ogni anno alle casse dello Stato. Inoltre, deve essere varata la norma che preveda controlli e sanzioni per i titolari deli impianti che non rispettano gli obblighi di legge imposti sui contratti di gestione e gli accordi collettivi.
Inoltre, è necessario che il Mit apra immediatamente il confronto sul Decreto Ministeriale che regola le concessioni delle aree di servizio autostradali, perché finalmente alle società concessionarie venga sottratta la possibilità di sfruttare a proprio esclusivo beneficio economico un bene in concessione pubblica come le autostrade e possano essere adeguati sia la qualità dei servizi che i prezzi attualmente fuori controllo.
Se la posizione di Fegica e Figisc/Anisa è ben precisa e molto dura, Faib Confesercenti si è dimostrata meno drastica. Infatti, il suo presidente Giuseppe Sperduto ha valutato l'incontro con il Governo "sufficientemente esaustivo rispetto alle richieste". L'agitazione, comunque, rimane confermata. A questo punto, vedremo cosa emergerà dal nuovo incontro di giovedì.