Seconda vita delle batterie, si apre un nuovo mercato: i progetti pilota dei marchi
Il second life può diventare un mercato molto interessante per le case automobilistiche

Il mercato delle auto elettriche in Europa sta crescendo rapidamente. Questo significa che su strada stanno arrivando sempre più modelli a batteria. Con l'aumento della presenza di queste vetture su strada, sempre più persone si chiedono che fine faranno gli accumulatori una volta giunti alla fine della loro vita utile sulle auto. Sicuramente una strada è il riciclo. Dal punto di vista della sostenibilità, il reimpiego degli elementi degli accumulatori rappresenta un passo fondamentale nella creazione di un'economia circolare per le batterie dei veicoli elettrici.
Tuttavia, come ben sappiamo, le batterie, se ancora in buono stato, possono essere riutilizzate in altri ambiti, magari nei sistemi di accumulo. In questo modo è possibile dare una seconda vita alle batterie e allungare il loro utilizzo. Con il second life delle batterie, si apre anche un nuovo ed interessante mercato.
Un rapporto di Circular Energy Storage prevede che il mercato delle batterie di seconda vita potrebbe raggiungere i 3 miliardi di dollari entro il 2025. Si tratta, però, di una stima più bassa rispetto ai 4,2 miliardi di dollari stimati nel 2018 in quanto il rapporto ha evidenziato che gli accumulatori si sono dimostrati più longevi rispetto a quanto preventivato in passato. Sono poche, infatti, le batterie che ad oggi hanno concluso il loro ciclo di vita sulle auto. Secondo il rapporto, i prezzi di una batteria "second life" si aggireranno tra i 40 o 100 dollari a kWh.
I PROGETTI DELLA CASE AUTOMOBILISTICHE
Nel frattempo che questo nuovo mercato inizi a prendere forma, diverse case automobilistiche hanno già lanciato una serie di progetti piota legati al riutilizzo delle batterie.
Nissan, per esempio, punta a diventare carbon neutral nel 2050. Per raggiungere questo obiettivo, tra le altre cose, punta anche sul riutilizzo delle batterie. Il costruttore giapponese, da questo punto di vista, è avvantaggiato rispetto ad altri marchi in quanto la Leaf di prima generazione ha già debuttato nel 2010. Dunque, il costruttore giapponese può vantare già oltre 500 mila auto elettriche in circolazione e una buona esperienza nel settore del second life. Tra i progetti che sta portando avanti, ricordiamo quello con Enel che ha portato all'utilizzo delle batterie della Leaf come sistemi di accumulo per la centrale elettrica di Melilla, in Spagna.
Mercedes, dal canto suo, ha firmato un accordo con Moment Energy per il riutilizzo delle batterie come sistemi di accumulo. Non possiamo poi non ricordare anche la partnership con Batteryloop. Questa società, infatti, ha annunciato che utilizzerà le batterie dismesse dalle vetture di Mercedes per realizzare tre sistemi di accumulo BLESS III da 2,8 MW di potenza ciascuno.
Anche BMW sta punta sul second life. Per esempio, il marchio tedesco ha utilizzato le batterie dismesse dalle sue auto elettriche nei sistemi di accumulo all'interno di un parco eolico a Lipsia, in Germania. Anche Audi guarda con favore a questo settore e ha sottoscritto un accordo con l’indiana Nunam per il riutilizzo degli accumulatori delle e-tron all'interno dei risciò elettrici.
Pure Polestar intende lavorare sul second life. Attualmente, tutte le sue batterie circolano ancora sulle auto. Quando giungeranno a fine vita, sfruttando la rete di assistenza di Volvo, gli accumulatori saranno inviati verso speciali centri dove saranno riciclati o riutilizzati.
Per consentire che il mercato delle batterie di seconda vita cresca correttamente è necessario, però, creare degli standard da rispettare che oggi ancora non ci sono.