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Crisi dell'auto in Europa, dipendenti Volkswagen in sciopero in Germania

Per i sindacati sarà la battaglia più dura che Volkswagen abbia mai visto

Crisi dell'auto in Europa, dipendenti Volkswagen in sciopero in Germania
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 2 dic 2024

I sindacati lo avevano preannunciato e dalle parole si passa, adesso, ai fatti. Nella giornata di oggi, sono stati indetti in Germania i primi scioperi presso le fabbriche Volkswagen per protestare contro i tagli che potrebbero portare a licenziamenti di migliaia di dipendenti. Si tratta del primo sciopero su larga scala che coinvolge la casa automobilistica dal 2018.

Per il momento si tratta di "scioperi di avvertimento", cioè dalla breve durata ma se l'azienda non proporrà un piano valido che permetterà di salvaguardare i posti di lavoro, gli scioperi potrebbero allungarsi ed andare avanti ad oltranza.

‘SARÀ UNA DURA BATTAGLIA’

Dunque, l'inizio degli scioperi rappresenta un'ulteriore escalation della controversia tra la Volkswagen e i suoi lavoratori su possibili licenziamenti di massa, tagli salariali e chiusure di stabilimenti. I sindacati sono molto chiari e parlano addirittura della battaglia sindacale più dura che Volkswagen abbia mai visto.

Se necessario, questa sarà la battaglia di contrattazione collettiva sarà la più dura che la Volkswagen abbia mai visto.

Secondo il sindacato IG Metall questi primi "scioperi di avvertimento" inizieranno in tutti gli stabilimenti tedeschi della Volkswagen. Dal canto suo, l'azienda tedesca ha fatto sapere di aver adottato misure preventive per garantire un livello minimo di forniture ai clienti e per ridurre al minimo l'impatto degli scioperi.

Le trattative tra le parti ovviamente vanno avanti, con Volkswagen che ha fatto sapere che sta cercando un dialogo costruttivo con i sindacati per raggiungere una soluzione condivisa.

TRATTATIVA COMPLESSA

Il momento è complesso e le posizioni di Volkswagen e dei sindacati sono molto distanti tra loro. Tra qualche giorno ci sarà un nuovo incontro e vedremo quello che succederà ma i sindacati hanno già fatto sapere che non accetteranno compromessi al ribasso.

La dirigenza ha dichiarato che l'azienda dovrà chiudere tre fabbriche tedesche e licenziare migliaia di lavoratori. Per chi rimarrà è stato previsto un taglio degli stipendi del 10%. I sindacati, invece, puntano sul taglio dei bonus per i dirigenti, riduzione dei benefit aziendali, una rivisitazione della politica sui dividendi e una riduzione delle ore lavorative.

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