Volkswagen, il CEO Blume a Pechino per parlare dei dazi con i ministri cinesi
Volkswagen ribadisce la sua contrarietà ai dazi e parla di commercio libero ed equo tra mercati aperti

Volkswagen era sempre stata molto chiara sui dazi sulle auto elettriche cinesi che la Commissione Europea ha voluto istituire. Il Gruppo tedesco aveva sottolineato che gli effetti negativi di questa decisione superano qualsiasi vantaggio per l'industria automobilistica europea e in particolare per quella tedesca.
Posizione molto simile a quella tenuta dagli altri marchi tedeschi oltre che dal Governo del Paese. Del resto, sappiamo bene che l'industria automotive tedesca ha forti interessi con la Cina. Un'eventuale guerra commerciale tra Bruxelles e Pechino potrebbe avere conseguenze molto pesanti per le aziende tedesche. Proprio per questo, il Governo tedesco si era già mosso a giugno per trovare una posizione di compromesso.
Adesso c'è una novità. Oliver Blume, CEO del Gruppo Volkswagen, si è recato qualche giorno fa in Cina per alcuni incontri con i ministri dell'Industria e del Commercio cinesi.
COMMERCIO LIBERO ED EQUO
Ovviamente nel corso degli incontro si è parlato dei dazi. Stando a quanto emerso, Oliver Blume ha parlato di commercio libero ed equo, economia globale e tecnologia.
Lo sviluppo economico globale è stato uno dei temi centrali. Il commercio libero ed equo tra mercati aperti è di fondamentale importanza in questa fase di grandi sfide.
Dichiarazioni molto chiare che esprimo ancora una volta la contrarietà dell'azienda tedesca sull'iniziativa della Commissione Europea. Come, detto, comunque, questa posizione non deve affatto sorprendere.
Il viaggio di Blume in Cina in cui ha tenuto incontri ai massimi livelli, avviene in un momento in cui l'Unione Europea stanno continuando a trattare per risolvere la questione delle nuove tariffe doganali.
Dazi a parte, sembra che si sia parlato anche di tecnologie quali la guida autonoma e l'intelligenza artificiale. Il mese scorso, Germania e Cina hanno firmato una dichiarazione di intenti su come gestire i trasferimenti transfrontalieri di dati, una questione controversa a causa delle preoccupazioni per la sicurezza in Europa e delle restrizioni imposte alle aziende straniere in Cina.