Unem contro l'UE, no a nuove tasse sulle auto
Tassazione auto, Bruxelles propone un aumento basato sulle emissioni di CO₂, ma c'è l'alternativa all'elettrico secondo UNEM

Secondo la Commissione Europea, l’Unione sta facendo progressi verso gli obiettivi ambientali del Green Deal. Bene così, diranno in molti. Ma non è tutto oro quello che luccica. In parallelo ai complimenti, Bruxelles ha anche tirato le orecchie all’Italia, colpevole (a loro dire) di essere indietro sulla transizione verso le auto elettriche. Tra le proposte più discusse, spunta quella della Commissaria europea Teresa Ribera: una tassazione extra per le auto private e aziendali basata sulle emissioni di CO₂. Insomma, più inquini, più paghi. Ma la proposta ha innescato un dibattito acceso, e non solo a livello politico.
Secondo Gianni Murano, presidente di UNEM, non si può ragionare solo in termini di emissioni allo scarico. “Se si guarda solo a quello che esce dal tubo di scappamento, si fa un torto alla complessità della questione – spiega –. Le emissioni vanno calcolate sull’intero ciclo di vita dell’auto, dalla produzione allo smaltimento. Altrimenti, si finisce per penalizzare chi ancora guida un’auto a combustione interna e si favorisce, forse troppo in fretta, la corsa all’elettrico.”
Murano ricorda anche che il settore auto è una delle principali fonti di gettito fiscale in Europa: circa 400 miliardi di euro l’anno, il doppio del bilancio UE. E in Italia, solo nel 2024, le tasse su benzina e gasolio (IVA inclusa) hanno fruttato quasi 42 miliardi.
Nel frattempo, la tecnologia è andata avanti: i motori a combustione sono più efficienti, e i carburanti sempre più “verdi”, con una quota crescente di componenti bio. Dal 2005 a oggi, le emissioni si sono ridotte del 15%, nonostante il numero di auto in circolazione sia aumentato.
Cosa chiede l’Italia
La richiesta italiana è chiara: transizione sì, ma con pluralismo tecnologico. Non si tratta di dire no all’elettrico, ma di non dire no a tutto il resto. I biocarburanti, i carburanti sintetici, l’idrogeno e perfino i motori endotermici evoluti possono tutti dare una mano nel ridurre l’impatto ambientale, se inseriti in una strategia più ampia. La Commissione, però, sembra decisa ad andare dritta per la sua strada. Nella sua valutazione del Piano nazionale italiano, ha chiesto esplicitamente di “creare un quadro favorevole alla diffusione dei veicoli elettrici”. Tradotto: più incentivi e, forse, più tasse per chi inquina.
Nel frattempo, il Governo italiano si prepara a rispondere. Si attende a breve anche il nuovo Ecobonus 2025, che potrebbe utilizzare una parte dei 597 milioni del PNRR inizialmente destinati alle colonnine di ricarica. La domanda resta aperta: l’Italia seguirà il ritmo imposto da Bruxelles o cercherà una via tutta sua? Una via che tenga conto delle proprie filiere industriali, delle abitudini degli automobilisti e delle alternative tecnologiche già esistenti.