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Tesla rinuncia al progetto Dojo per lo sviluppo del supercomputer per l’AI di Autopilot

Elon Musk ha motivato la scelta con la volontà di semplificare lo sviluppo e razionalizzare le risorse.

Tesla rinuncia al progetto Dojo per lo sviluppo del supercomputer per l’AI di Autopilot
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Daniele Di Geronimo
Daniele Di Geronimo
Pubblicato il 8 ago 2025

Sono passati quattro anni da quando si è iniziato a parlare del supercomputer Dojo di Tesla, ovvero il dispositivo che sarebbe servito a sviluppare più rapidamente l’intelligenza artificiale del sistema Autopilot. L’uso del condizionale è d’obbligo vista la notizia della decisione della casa automobilistica statunitense di chiudere il progetto Dojo.

La decisione, presa direttamente da Elon Musk, comporta lo smantellamento del team dedicato e la partenza del suo responsabile, Peter Bannon. Secondo fonti vicine all’azienda, i dipendenti ancora attivi su Dojo verranno ridistribuiti in altri progetti legati ai data center e all’elaborazione dei dati, mentre gli altri hanno già lasciato l’azienda per unirsi a DensityAI, una startup fondata da ex dirigenti Tesla che punta a sviluppare nuove soluzioni AI per i data center, la robotica e il settore automotive.

Una nuova strategia sull’intelligenza artificiale

La chiusura di Dojo rappresenta una svolta significativa nella strategia AI di Tesla e un altro dei cambiamenti rispetto agli annunci iniziali. Il supercomputer era stato presentato come uno degli asset più promettenti per l’evoluzione del sistema Autopilot, della guida autonoma e del robot umanoide Optimus. Al centro del sistema c’era il chip D1, progettato internamente per l’addestramento dei modelli di machine learning, pensato per competere direttamente con gli acceleratori Nvidia. Gli analisti avevano attribuito a Dojo un potenziale di valore strategico enorme, stimando fino a circa 427 miliardi di euro (500 miliardi di dollari) di incremento nella capitalizzazione di mercato di Tesla.

Con la chiusura del progetto, Tesla rafforza la sua collaborazione con partner tecnologici esterni. In particolare, l’azienda aumenterà l’affidamento a NVIDIA e AMD per la potenza di calcolo, mentre Samsung fornirà il supporto per la produzione dei chip. Proprio con Samsung, Tesla ha firmato un accordo da circa 14 miliardi di euro (16,5 miliardi di dollari) che garantirà la fornitura di semiconduttori fino al 2033, attraverso un impianto in Texas destinato alla produzione del chip AI6 di nuova generazione.

A confermare la svolta è stato lo stesso Musk, che ha commentato su X la notizia. Secondo il CEO, non ha senso mantenere due linee di sviluppo parallele per i chip AI. Durante la più recente call con gli investitori, Musk aveva già lasciato intendere la volontà di puntare su una futura convergenza tecnologica tra le soluzioni interne e quelle sviluppate in collaborazione con i partner. L’obiettivo è quello di semplificare lo sviluppo, razionalizzare le risorse e ottenere maggiore efficacia in termini di scalabilità.
La decisione di chiudere il progetto Dojo, seppur giustificata dalle scelte strategiche riferite da Elon Musk, segue vicende critiche in seno all’azienda. Tesla è infatti da tempo alle prese con una maggiore concorrenza, un rallentamento delle vendite e una polarizzazione crescente attorno alla figura del suo fondatore che, dopo anni, stanno iniziando a mostrare il loro limite.

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