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Suzuki, pool con Volvo per rispettare le nuove normative sulle emissioni

Il motivo è da ricercarsi nel maggior peso delle elettriche sulle vendite del pool di Volvo

Suzuki, pool con Volvo per rispettare le nuove normative sulle emissioni
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 6 nov 2024

Per rispettare gli obblighi dei limiti sulle riduzioni delle emissioni, le case automobilistiche europee possono ricorrere allo strumento del "pooling". In altre termini, possono mettere insieme virtualmente le loro flotte di auto per arrivare a ridurre i valori medi sulle emissioni e rispettare i limiti per evitare multe che possono essere molto salate. Con la prossima introduzione dei ben più severi limiti del 2025 su cui si sta dibattendo e polemizzando molto, si attendevano novità proprio in tal senso. Va detto che questo strumento è assolutamente legale e consentito dalle normative.

SUZUKI SI UNISCE A VOLVO

Come riporta Automotive News Europe, Suzuki ha comunicato di aver deciso di unirsi al pooling di Volvo, in cui è presente anche Polestar, abbandonando quello con Toyota. Le due case automobilistiche giapponesi, lo sappiamo bene, collaborano tra loro da diverso tempo e hanno sottoscritto negli anni diverse partnership industriali.

Tuttavia, a causa della prossima introduzione in Unione Europea di limiti sulle emissioni molto più stretti, Suzuki ha deciso di prendere una strada differente. Il motivo? La ragione è molto semplice ed è da ricercarsi nel maggior peso delle elettriche sulle vendite del pool di Volvo. In questo modo, unendosi virtualmente a questa flotta, Suzuki potrà abbassare il livello medio di emissioni delle sue vetture, arrivando così a soddisfare la normativa. In tal modo, il costruttore giapponese potrà evitare le multe che l'UE potrebbe erogare alle case automobilistiche che non rispettano i nuovi limiti.

Ricordiamo che ad oggi, Suzuki non propone sul mercato alcun modello BEV. Anzi, la sua prima auto elettrica, la nuova Suzuki e Vitara, è stata da poco presentata ma per vederla su strada bisognerà attendere il prossimo anno. Dunque, troppo tardi per consentire al marchio giapponese di ottenere benefici sulla riduzione dei valore medi delle emissioni della sua flotta di vetture.

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