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Stellantis, le strategie per riconquistare quote di mercato

La nuova strategia include investimenti nei modelli più richiesti e nello sviluppo di versioni più accessibili.

Stellantis, le strategie per riconquistare quote di mercato
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Daniele Di Geronimo
Daniele Di Geronimo
Pubblicato il 11 dic 2025

Nonostante alcuni numeri positivi, le difficoltà interne a Stellantis non sono ancora risolte del tutto. Per questo il nuovo amministratore delegato Antonio Filosa, in carica da giugno 2025, ha avviato un intervento che internamente è stato definito come una vera e propria operazione d’emergenza. Una strategia che sembra richiamare le scelte difficili per far ripartire l’azienda di cui aveva parlato Filosa e che, secondo le intenzioni, serviranno a riconquistare quote di mercato, anche a costo di sacrificare i margini di profitto nel breve periodo.

Il cambio di strategia di Stellantis

Antonio Filosa ha ereditato una situazione critica, segnata nel 2024 da un calo del 15% delle vendite negli Stati Uniti, a fronte di un mercato in crescita. Il suo predecessore Carlos Tavares aveva puntato tutto sulla marginalità, tagliando costi e alzando i prezzi. Ma queste scelte si sono rivelate controproducenti, allontanando i clienti e lasciando le concessionarie con scorte invendute. Per invertire la tendenza, Filosa ha deciso di spingere sui volumi, rilanciando modelli molto richiesti come quelli a marchio Jeep e Ram, introducendo nuove versioni più accessibili e reintroducendo canali commerciali meno redditizi (come le flotte).

La strategia sta già mostrando segnali di ripresa tanto che nel terzo trimestre del 2025 le vendite in Nord America sono tornate a crescere, segnando un +6% dopo otto trimestri consecutivi in calo. Le misure adottate in questa prima fase di rilancio dell’azienda hanno come obiettivo quello di superare le basse aspettative degli analisti, mantenendo attive le fabbriche e ristabilendo la fiducia di clienti, investitori e rivenditori.

L’approccio verso l’elettrificazione

Un’altra importante differenza nella strategia degli ultimi due CEO di Stellantis riguarda l’approccio verso l’elettrificazione. Tavares, infatti, aveva promesso che entro il 2030 tutte le vendite del gruppo in Europa (e la metà negli Stati Uniti) sarebbero state composte da veicoli elettrici. Filosa, invece, ha deciso di accantonare quegli obiettivi, ritenuti troppo ambiziosi. Il nuovo approccio è orientato a concentrarsi sulle esigenze reali del mercato americano, che ancora oggi preferisce le motorizzazioni tradizionali. Non a caso, sono stati già reintrodotti la Jeep Cherokee e i motori V8 Hemi, simboli di una gamma che punta su potenza e affidabilità.

Il nuovo corso di Stellantis

Tra le altre misure adottate da Stellantis ci sono il piano quadriennale da 13 miliardi di dollari per rilanciare il mercato nordamericano e contrastare gli effetti dei nuovi dazi. Parallelamente è stato previsto il ritorno alle vendite corporate e a noleggiatori, che garantiscono visibilità ai modelli e consentono di tenere attivi gli impianti, pur con margini inferiori rispetto alle vendite al dettaglio. Secondo gli osservatori, si tratta di una mossa necessaria per riportare sulle strade veicoli dei marchi del gruppo Stellantis, anche a costo di investire di più in qualità e meno in ritorni immediati.

In Europa la situazione è ancora più intricata, soprattutto a causa dell’elevato numero di marchi all’interno del gruppo che spesso si muovono negli stessi segmenti, creando sovrapposizioni che rendono difficile una crescita organica. È per questo che Filosa ha avviato una riflessione su tutto il portafoglio, valutando la sostenibilità a lungo termine di ciascun marchio. Secondo alcune fonti, non si escludono scelte drastiche, come la razionalizzazione o la dismissione di marchi poco performanti.

Per ora, gli azionisti principali, tra cui la holding Exor della famiglia Agnelli, la famiglia Peugeot e il governo francese, sostengono il nuovo corso. Sanno che per ottenere risultati servirà tempo. Filosa ha indicato come obiettivo un margine operativo compreso tra il 6% e l’8% nel medio termine, una soglia molto più bassa rispetto al 13% raggiunto nel biennio 2022-2023. Le previsioni per il futuro restano prudenti con gli analisti che stimano che, prima del 2027, sarà difficile superare la soglia del 5%.

I prossimi mesi saranno decisivi e per quel che riguarda l’Europa molto dipenderà anche dalle scelte della Commissione europea sul regolamento sulle emissioni. Anche a fronte di quanto accadrà nel Vecchio continente sarà interessante capire come Stellantis deciderà di agire per provare a essere ancora protagonista nel mercato globale.

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