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Jaguar Land Rover, la produzione riparte dopo l’attacco informatico

Si procede con valutazioni quotidiane per arrivare al ritorno alla piena operatività.

Jaguar Land Rover, la produzione riparte dopo l’attacco informatico
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Daniele Di Geronimo
Daniele Di Geronimo
Pubblicato il 6 ott 2025

Dopo l’annuncio ufficiale del prestito da 1,7 miliardi di euro garantito dal governo britannico a sostegno di Jaguar Land Rover e della sua filiera, emergono nuove informazioni che chiariscono tempi, modalità e impatto della ripartenza. Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, JLR è pronta a riavviare le linee produttive già questa settimana, con una ripresa che sarà, come anticipato, graduale. Il primo sito a riaprire sarà quello di Wolverhampton, che tornerà operativo con capacità ridotta. Gli altri impianti, tra cui quelli nel Merseyside e nelle West Midlands, seguiranno nei giorni successivi, anche se le tempistiche esatte non sono ancora state comunicate.

JLR prova a tornare lentamente alla normalità

L’azienda, colpita da un grave attacco informatico il 1° settembre, è ferma da oltre un mese. Inizialmente si era ipotizzato un ritorno alla normalità già il 24 settembre, poi rimandato al 1° ottobre e infine sostituito da un generico “nei prossimi giorni”. Ora arriva la conferma che le valutazioni vengono effettuate giorno per giorno e che la produzione ripartirà in modo scaglionato, con volumi iniziali limitati.

L’impatto economico dello stop è stato rilevante. Secondo le stime riportate dalla stampa britannica, la sospensione forzata potrebbe essere costata poco meno di 6 milioni di euro (5 milioni di sterline) al giorno. Oltre alle perdite dirette, il danno si è esteso alla rete dei fornitori e alla rete commerciale. La sospensione della produzione, infatti, ha colpito anche la giornata dell’1 settembre, uno dei momenti chiave dell’anno per le immatricolazioni nel Regno Unito, rendendo impossibile la registrazione di nuovi veicoli presso i concessionari.

Dopo le prime riserve e incertezze sulla responsabilità, l’attacco è stato rivendicato da un gruppo di hacker noto come Scattered Lapsus$ Hunters, lo stesso che nei mesi scorsi ha colpito anche Marks & Spencer. Il gruppo ha dichiarato di aver sfruttato una vulnerabilità nel software SAP Netweaver, già segnalata dalle autorità statunitensi nei mesi scorsi. Non è chiaro se JLR avesse installato l’aggiornamento di sicurezza relativo a quella falla. La casa automobilistica ha confermato che “alcuni dati sono stati interessati”, senza però specificare se si tratti di informazioni relative a clienti, fornitori o partner commerciali.

Nel frattempo, il governo britannico ha confermato che il prestito sarà emesso da una banca commerciale ma interamente garantito dallo Stato. I fondi, come già anticipato nei giorni scorsi, serviranno a sostenere la filiera, composta da circa 700 aziende e 150.000 lavoratori. Il piano prevede il rimborso in cinque anni, con l’obiettivo di tutelare l’occupazione e contenere l’effetto domino sulle imprese fornitrici.

La ripartenza produttiva, seppur limitata, rappresenta un primo segnale di ritorno alla normalità. Ma il bilancio finale dell’attacco, che sarà quantificabile solo nei prossimi mesi, rischia di non riguardare solo la dimensione economica, ma avere importanti ripercussioni anche sulla reputazione del marchio con possibili implicazioni sulla sicurezza informatica del settore.

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