
Auto 30 Giu
Il Gruppo Renault ha deciso di accelerare ulteriormente la sua strategia di elettrificazione. Durante l'evento "Renault eWays" a cui ha partecipato anche il CEO Luca de Meo, il Gruppo ha svelato tante novità dei suoi progetti di crescita nel settore delle auto elettriche. Alcuni aspetti della strategia erano già stati anticipati nei giorni scorsi. Si pensi, per esempio, all'accordo con Envision AESC per la creazione di una fabbrica per le batterie in Francia. Durante l'evento, però, sono emersi aspetti davvero molto interessanti che riguardano la tecnologia delle celle, il riciclo degli accumulatori, le piattaforme e molto altro.
Quella che annunciamo oggi è una storica accelerazione della strategia elettrica del Gruppo Renault e del “made in Europe”. Realizzando con Renault ElectriCity un ecosistema elettrico compatto, in grado di offrire efficienza ed alta tecnologia nel nord della Francia, ma anche una MegaFactory dedicata ai motori elettrici in Normandia, creiamo le condizioni della competitività direttamente a casa nostra. Formeremo, investiremo e stringeremo partnership con attori rinomati, ma anche emergenti, ognuno all’avanguardia nel suo settore di competenza: ST Micro-electronics, Whylot, LG Chem, Envision AESC e Verkor. Saranno lanciati dieci nuovi modelli elettrici e saranno prodotti fino a un milione di veicoli elettrici entro il 2030, dalle auto urbane a prezzi competitivi fino ai modelli sportivi alto di gamma. Puntiamo su design iconici come la famosa R5: vogliamo rendere i veicoli elettrici popolari.
Piano che mette al centro la Francia e che permetterà la creazione di molti nuovi posti di lavoro. Vediamo tutti i principali dettagli.
I francesi hanno ribadito la collaborazione con Envision AESC che porterà alla creazione di una Gigafactory a Douai con una produzione di 9 GWh nel 2024 e di 24 GWh nel 2030. Il Gruppo diventerà azionista della startup francese Verkor. Entrambe le società lavoreranno per sviluppare una batteria ad alte prestazioni adatta per il segmento C e superiori della gamma Renault, ma anche per i modelli della gamma Alpine. Nel 2022 sarà creata una linea pilota. Successivamente, a partire dal 2026 Verkor costruirà una Gigafactory in Francia con una capacità iniziale di 10 GWh che raggiungerà i 20 GWh nel 2030.
Il Gruppo Renault punterà per tutta la gamma delle sue vetture su celle con chimica NMC (Nickel, Manganese e Cobalto). Questo permetterà di realizzare fino a un milione di veicoli elettrici nell’ambito dell’Alleanza entro il 2030. La scelta di puntare su tali celle, spiega Renault, è dovuta al fatto che la "chimica offre un rapporto costo / chilometro molto competitivo, con un incremento fino al 20% dell’autonomia rispetto alle altre soluzioni chimiche e una performance di riciclo decisamente migliore".
Grazie a tutte queste iniziative, si punta progressivamente a ridurre i costi del pacco batteria del 60%, al di sotto dei 100 dollari/kWh nel 2025 e, successivamente, al di sotto degli 80 dollari/kWh nel 2030. L'obiettivo finale è di poter disporre della tecnologia allo stato solido per gli accumulatori.
Renault è stato il primo costruttore a sviluppare un motore elettrico senza utilizzare terre rare del tipo "EESM - Electrically Excited Synchronous Motor". I francesi lavoreranno per introdurre progressivamente nuove migliorie tecnologiche a partire dal 2024 per arrivare a ridurre i costi e a migliorare l'efficienza del motore. Al riguardo, la casa automobilistica ha fatto sapere di aver stretto un accordo con la startup francese Whylot per realizzare un e-motor innovativo a flusso assiale.
Questa tecnologia inizialmente sarà utilizzata sui modelli ibridi con l'obiettivo di abbassare del 5% i costi, riducendo, contestualmente, fino a 2,5 g le emissioni di CO2. Novità anche per l'elettronica di potenza.
Il Gruppo incrementerà il controllo della sua catena di valore integrando l’inverter, il convertitore DC-DC e il caricatore di bordo (OBC) in un unico alloggiamento sviluppato in-house. Questo alloggiamento dal design compatto sarà compatibile con l’800V, con meno componenti per ridurre il costo, e sarà utilizzato su tutte le piattaforme e tutti i gruppi motopropulsori (BEV, HEV, PHEV) per un maggiore effetto di scala.
I moduli di potenza per l’inverter, il convertitore DC-DC e l'OBC si avvarranno rispettivamente del carburo di silicio (SiC) e del nitruro di gallio (GaN), grazie alla partnership strategica stretta con ST Microelectronics che era stata annunciata di recente. Oltre a tutto questo, Renault sta lavorando ad un gruppo propulsore più compatto che racchiude motore elettrico, riduttore ed elettronica di potenza in una singola unità.
In questo modo sarà possibile guadagnare il 45% del volume complessivo, ridurre del 30% il costo totale e diminuire del 45% le perdite di energia, cosa che permetterà un aumento dell'autonomia di circa 20 km.
Durante la presentazione c'è stato spazio anche per parlare delle piattaforme su cui nasceranno i futuri modelli elettrici. Per i segmenti C e D, il Gruppo utilizzerà la piattaforma CMF-EV. Entro il 2025 si punta a 700.000 unità a livello dell'Alleanza. Tale base tecnica permetterà di realizzare vetture con un'autonomia sino a 580 km. Architettura che consente di disporre di ampio spazio a bordo in quanto tutti i componenti tecnici sono alloggiati nel vano motore. Tale architettura elimina tutti i cavi longitudinali, che passano dal posteriore all’anteriore, e riduce il peso e il costo.
Grazie al baricentro basso, le auto realizzate su questa piattaforma offrono anche un grande piacere di guida. La nuovissima Megane E-Tech Electric poggerà su questa architettura. Invece, per il segmento B, il Gruppo utilizzerà la piattaforma CMF-BEV che permetterà di realizzare veicoli elettrici accessibili. Tale soluzione tecnica ridurrà il costo del 33% rispetto all’attuale generazione della Zoe.
Questo risultato è stato ottenuto grazie all’intercambiabilità dei moduli delle batterie, a un gruppo motopropulsore da 100 kW a costo inferiore e all’acquisizione di tutti i componenti non elettrici della piattaforma CMF-B e dei suoi 3 milioni di veicoli all’anno entro il 2025. La piattaforma CMF-BEV offrirà grandi performance: fino a 400 km in ciclo WLTP, senza compromessi a livello di design, acustica e comportamento dinamico. Questa piattaforma sarà anche caratterizzata dall’innovazione Plug & Charge del Gruppo, basata sulla normativa NF-C 15118.
Il Gruppo Renault si è prefissato l'obiettivo di arrivare a lanciare 10 nuovi modelli 100% elettrici entro il 2025, di cui 7 a marchio Renault. Nel 2024, per esempio, sarà lanciata la Renault 5 che poggerà sulla piattaforma CMF-BEV e potrà contare su un'autonomia di 400 km. Arriverà anche la Renault 4 elettrica ribattezzata con il nome in codice "4ever". Nel 2022 debutterà, invece, la Megane E-Tech Electric.
Parlando strettamente del marchio Renault, l'obiettivo è di arrivare al 2025 con il 65% delle vendite composto da veicoli elettrici ed ibridi. Per il 2030 si punta al 90% di veicoli al 100% elettrici.
Il Gruppo, attraverso Mobilize, intende incrementare la durabilità e l’estensione delle applicazioni relative alle batterie, per generare sempre più valore in ogni singola fase del ciclo di vita. Per la "prima vita" della batteria nel veicolo si stanno sviluppando soluzioni “Vehicle-to-grid” (V2G) che consentono di ritrasmettere l’energia dalla batteria dei veicoli alla rete elettrica. Tecnologia che sarà importante in futuro per la stabilità della rete elettrica. Per Renault, il V2G potrà essere anche una potenziale fonte di guadagno per il cliente.
Un’auto collegata 8 ore al giorno potrebbe quindi generare un valore fino a 400 euro all’anno, grazie alle soluzioni V2G. Questi profitti ricorrenti, da condividere tra il Gruppo e i suoi clienti, consentiranno ai conducenti di compensare una parte del costo annuo del leasing del loro veicolo e al Gruppo Renault di ricavare un guadagno da queste attività.
Le batterie, alla fine del loro ciclo di vita sulle auto, sono ancora in grado di disporre fino a 2/3 della loro capacità iniziale ed è quindi possibile offrire loro una "seconda vita", magari all'interno di soluzioni di accumulo. Una volta che gli accumulatori arriveranno alla fine della loro vita, saranno riciclati. Il Gruppo sta sviluppando impianti per il retrofit, il riutilizzo, lo smontaggio e il riciclo delle batterie tramite il progetto Re-Factory a Flins, con l’obiettivo di generare oltre un miliardo di euro di fatturato entro il 2030 con queste attività di ricondizionamento e riciclo.
Grazie al consorzio creato con Solvay e Veolia sarà possibile recuperare i materiali strategici delle batterie come il cobalto, il nickel e il litio, in modo che possano essere riutilizzati per la produzione di altri accumulatori.
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Commenti
ad oggi.
Come già detto non esistono aziende economicamente interessate a fare lo sharing in paesi piccoli....l'unica alternativa sono i comuni direttamente con tutte le inefficienze della PA.
Quindi speriamo vivamente di no!!!!
No, ma non ci vedo niente di tecnicamente difficile come dici tu. Ovvio che oggi lo fanno nelle città, al tra 20 anni arriverà anche nei paesi
Perché Genova ti sembra un paese di 50mila abitanti????
https://www.hdmotori.it/volkswagen/articoli/n540583/elettra-car-sharing-volkswagen-elettriche-tariffe/
I conti vanno fatti su quello che realmente hai speso per il bene (auto in questo caso). Anche senza incentivi regionali, un'auto come Twingo ZE (segmento A) ti costa sui 13K, prezzo assolutamente in linea con auto di pari categoria. E non considero gli N vantaggi che hai con l'elettrico (costo carburante, bollo, assicurazione, manutenzione, ecc.).
Onestamente, sono contrario agli incentivi, preferirei che quei soldi fossero spesi in infrastruttura, inoltre quelli regionali non sono per tutti.
In ogni caso, non trovo corretto prenderli in conisderazione nel confronto dei prezzi, dato che non sempre ci sono i fondi e non ci saranno per sempre.
Preferisco fare il confronto sui prezzi di listino.
Sicuramente ci saranno auto elettriche sovraprezzate, come anche tra quelle a benzina.
Ti potrei fare l'esempio della mia Twingo ze che, con incentivi statali e regionali, puoi portare a casa a circa 5000 EUR. In pratica, meno di una bicicletta...
Questo vale solo per le categorie superiori, dove una model 3 costa circa quanto una sua pari categoria.
Scendendo in segmento A, B e, parzialmente, C la differenza tra elettrica e equivalente endotermica si fa abissale.
Prendi una e-208, che costa circa 30000 Euro.
Si certo è sicuramente una questione di gusti.....
Tutte soluzioni teoriche difficilmente applicabili nella pratica però.....che dimensioni dovrebbe avere l'azienda che mette a disposizione il carsharing in comuni piccoli????
E magari anche una azienda pubblica con tutte le sue inefficienze!!!!!
Questione di gusti.. io preferisco 1000 volte una elettrica per il piacere di guida, oltre alle performance e al fatto che i costi sono ridicoli rispetto a un benzina.
Sinceramente per una model 3 da usare a metà preferirei di gran lunga una A3 sportback da Tfsi 250 cv...350/400 cv per le sparate sul dritto non servono a nulla anche perche le auto ormai sono quasi tutte limitate a 250 kmh che con limiti vari e autovelox si possono raggiungere solo in rarissime occasioni e prendendosi anche dei grossi rischi...se ho la possibilità di spendere 40/50 mila euro per un auto di certo non starò li a guardare i consumi e le tasse.. se devo stare li a guardare il prezzo della benzina vuol dire che ho fatto il passo più lungo della gamba.
Mah.. non vedo questi prezzi così esagerati sinceramente.
Se tieni conto degli incentivi (e senza considerare quelli regionali) un'auto elettrica costa già quanto un'equivalente a benzina. Chiaramente devi confrontare a parità di performance e optional. Ad esempio confronta una Tesla sr da 350cv con una classe c da 350cv: quale costa di più?
Altro tema: se ti limiti a considerare il mero costo di acquisto sbagli, perché devi considerare la spesa per gli anni di utilizzo. Un'elettrica non paga il bollo, hai assicurazione quasi dimezzata, i tagliandi sono ridicoli e soprattutto spendi da 1/3 a 1/5 in carburante rispetto a un'auto a benzina.
Chi ha potuto ha usato l'auto propria non sharing
gli stessi che salgono su una metropolitana o un autobus stracolmo di gente a 5 cm dal viso di uno sconosciuto in piena pandemia
Si certo non centra nulla, e chi la usa un auto un piena pandemia dopo che l ha appena usata chissà chi ..?
io ho scritto car sharing nel micro, inteso come micro comuni fino a 5-6000 abitanti. la pandemia con questo non ci azzecca proprio nulla
Micro car sharing.?...scoppia un altra pandemia (intanto deve finire questa) e si blocca proprio tutto
se non vuoi leggerti tutte le 100 pagine basta che vedi la tabella a pagina 59
https://www.minambiente.it/sites/default/files/lts_gennaio_2021.pdf
per il treno va a chiulo, io lo uso per lavoro e non tocco l'auto, se non in caso di problemi
non lo devi fare tu con la tua auto privata il carsharing. prendi l'auto, paghi il tempo che la utilizzi e la parcheggi. quando è parcheggiata qualcun'altro la prenderà per fare altri giri. se più comuni si mettono in società il raggio d'azione degli spostamenti sarà molto più ampio. se alla fine di tutto tu sarai l'unico che per tue esigenze non potrai usare il carsharing ti comprerai l'auto affrontando tutti gli ostacoli che nel frattempo metteranno.
qui sembra che nessuno si sia reso conto di quello che succede nel mondo, oggi non è più l'interesse mio, tuo o degli altri cittadini al centro della questione... oggi c'è un problema molto più grande da affrontare (esattamente come è stato con il covid) e le soluzioni che si prospettano saranno sicuramente peggiorative per le nostre abitudini di cittadini. questo prima ce lo si mette in testa e meglio è per tutti perchè questo è un punto fermo da cui non se ne esce. il cambiamento sarà obbligatorio quindi o ci si organizza per tempo oppure ci si andrà a sbattere con forza contro un muro. è come quando a metà anni 90 le persone dicevano no, a me non interessa proprio imparare ad usare un computer, non mi serve e non ne ho proprio voglia. oggi quelle persone o hanno imparato o assillano qualche figlio/nipote
dove è scritto? non lo trovo
SI, ma con chi faccio car sharing se sono l'unico ad andare in un certo posto?
poni la domanda dalla parte sbagliata
1) o nessuno ha più mangiato pizza o qualcuno ha incrementato gli affari a discapito di altri che non si sono organizzati ed hanno chiuso... altre opzioni non ci sono.
2) forse non è chiaro che oggi nessuna piccola realtà ha interesse a spendere soldi per il trasporto pubblico perchè oggi non è un problema per la cittadinanza che si sposta in auto. una palestra nuova o il rifacimento del manto erboso dello stadio dove la squadra locale gioca in seconda categoria pagano molto di più elettoralmente di una nuova tratta di autobus. quando il trasporto privato diventerà un problema le priorità cambieranno. nel micro il carsharing farà la differenza
Dove sono i mezzi pubblici ?
1) no, non basta lavorare solo con i residenti, infatti le zone arancio hanno generato desolazione e chiusure a raffica.
2) forse non è chiaro, non crei società di trasporto se non hai numeri.
Io lavoro in una provincia diversa, un altro entra alle 5, un'altro ancora lavora in un altra regione, etc.
Non esistono poli attrattivi tali per cui sia possibile individuare percorsi da fare con dei servizi di trasporto, tolti i 2 o 3 poli del cartario.
E' tutto micro, tutto ad personam.
Qui sarebbe molto più semplice lasciarci in pace con le nostre auto, tanto nessuno ci metterà le colonnine, come non ci hanno messo ADSL.
io più che per autobus che girano il 90% del tempo vuoti sono un grande sostenitore del carsharing. gli autobus vanno bene nelle città dove le riempi, ma nelle piccole realtà la situazione è diversa
quel problema si risolve facile... o alla pizzeria basta lavorare solamente con i residenti che possono raggiungerla a piedi o si attrezzano o chiudono. idem per i trasporti locali, le piccole realtà creeranno società di trasporto in società con gli altri comuni, qualche privato (a meno che qualche società famosa non sia interessata) creerà un servizio di carsharing. nessuno si impegna a spendere soldi e trovare soluzioni ad un problema che non esiste... ma quando il problema esisterà vedrai che le cose cambieranno
Ma qui il problema è regionale, non è qualcosa di affrontabile solo dai sindaci.
Il TPL è tutto a livello regionale, resta il fatto, che anche potendo andare a lavoro in treno (cosa non più possibile da anni per revisioni orari), serve l'auto per andare in stazione, quindi cosa cambia?
Serve l'auto per tutto, pure per andare a prendere un caffè.
E non puoi avere servizi capillari in zone dove la popolazione è delocalizzata, fa orari e percorsi estremamente diversi, i costi sarebbero insostenibili ed organizzativamente, è un delirio.
Per essere chiari, se nessuna pizzeria fa consegna a domicilio, nonostante la pandemia (ora una solamente), un motivo ci sarà, no?
e sarebbe anche ora
vedrai che finalmente la mobilità di massa verrà presa in considerazione anche dagli amministratori delle piccole realtà... oggi nei paesi sotto 50.000 abitanti il trasporto pubblico è praticamente inesistente e si sopperisce con l'auto, se un domani non ci si potrà permettere l'auto anche i sindaci dei piccoli paesi dovranno trovare una soluzione
Era un discorso in generale, non riguardava me personalmente...
Per quanto mi riguarda io problemi non ne ho ma
se le auto costano più di ciò che valgono per se le possono anche tenere...di certo non mi faccio abbindolare da 2 lucine a led...poi ognuno i suoi soldi li spende come vuole ci mancherebbe, anche io a mio tempo ne ho sperperato parecchi ..per come stanno andando le cose in Italia e nel mondo mi sembra che stiano accelerando un po troppo con le produzioni...
Ma questo non lo metto in dubbio.
Ma, per l'ennesima volta, questo governo legifera e programma pensando che l'Italia sia fatta solo di grandi città servite.
Ho ancora problemi di ansia grazie alle zone arancio.
Sono stato 2 mesi a dover usare persino i pantaloni del matrimonio perché non potevo andare a comprarne di nuovi solo perché vivo in un piccolo comune, mentre ogni giorno al TG vedevo gente a Milano e altre città che, a parità di restrizioni (zona arancio) viveva come io posso fare solo in zona gialla e bianca.
quello che faranno non lo so, ma è scritto nero su bianco che le auto veranno dimezzate... e sai che quegli impegni con l'ue vanno rispettati, soprattutto se a fronte di quegli impegni l'ue ti sgancia 220 miliardi
Quindi mi daranno smart working?
Quindi avrò finalmente servizi di consegna a domicilio per tutte le attività nella mia zona?
O si prevedono deportazioni di massa a Milano?
tutti quelli che possono permettersi un auto, chi non può va a piedi, mezzi, bici, autostop, carsharing etc. al 2050, scritto nero su bianco nei documenti del pnnr inviati dall'italia all'ue, dovrà esserci una riduzione del parco circolante dagli attuali 40 milioni di auto ai futuri 24 milioni, in pratica verranno dimezzate le auto.
Chi ha investito i suoi risparmi in azioni dei costruttori.
finchè la gente la pensa come te siamo a posto...
E che c'entra? Non e' che i prezzi delle auto cambino a seconda del tuo stipendio.