Formula Uno: Alpine senza motori Renault in futuro?
Il futuro incerto di Viry-Chatillon: Renault potrebbe abbandonare la produzione di motori
Lo stabilimento di Viry-Chatillon, alle porte di Parigi, che da mezzo secolo forgia i propulsori per le monoposto del costruttore francese Renault-Alpine, è in bilico. I 334 dipendenti dell'impianto, attualmente impegnati nello sviluppo del motore Alpine per il 2026, hanno lanciato un accorato appello alla dirigenza Renault.
Il Consiglio Sociale ed Economico dei lavoratori ha denunciato un piano che prevederebbe l'interruzione della produzione interna di power unit, optando invece per l'acquisto di motori Mercedes. Una mossa che, secondo le stime, ridurrebbe i costi da 120 a 17 milioni di dollari, ma che cancellerebbe decenni di storia e know-how.
LE DICHIARAZIONI
"Sarebbe un tradimento della visione di Jean Redele, fondatore di Alpine, e un vergognoso abbandono del patrimonio tecnico francese", tuona il comunicato dei dipendenti. La decisione definitiva è attesa per il 30 settembre, mentre Renault mantiene il silenzio sulla questione. Il team Alpine, ex campione del mondo sotto nome Renault F1 Motorsport, sta attraversando un periodo difficile. Attualmente occupa l'ottava posizione su dieci nel campionato costruttori, con un propulsore considerato meno performante rispetto alla concorrenza. La squadra ha anche subito frequenti cambi al vertice.
Toto Wolff, team principal Mercedes, ha recentemente dichiarato di aspettarsi una decisione imminente da parte di Alpine sul futuro del loro programma motori. Nel frattempo, Flavio Briatore, recentemente nominato consigliere F1 per Renault, ha affermato di non essere a conoscenza dei dettagli, sottolineando però come McLaren riesca a vincere gare con motori Mercedes.
LA DURA LEGGE DEL MOTORSPORT
I lavoratori di Viry-Chatillon fanno appello direttamente a Luca de Meo, CEO di Renault, affinché riconsideri questa potenziale decisione. "Non possiamo accettare che Alpine e il Gruppo Renault offuschino la loro immagine in questo modo", concludono nella loro dichiarazione, rilasciata durante il Gran Premio d'Olanda.
La vicenda solleva interrogativi sul futuro dell'ingegneria motoristica francese in F1 e sul delicato equilibrio tra tradizione, innovazione e sostenibilità economica nel massimo campionato automobilistico.