Mazda3 2019: quando la forma segue la funzione | Speciale Design
Focus sul design Kodo di Mazda3, la compatta che sarà presto disponibile anche con il rivoluzionario motore a benzina Skyactiv-X. Opinioni, foto, prezzi e configuratore nuova Mazda 3
Devo farvi una confessione: mi sono innamorato della nuova Mazda3. Sarà perché in teoria sono un designer e dunque sono naturalmente predisposto ad appassionarmi alle auto che, come questa Mazda3, puntano tanto sullo stile esterno. Sarà perché quando mi capita di avere un’auto in prova per qualche giorno me la studio così tanto, la sfrutto e la guido il più possibile per capire com’è e come va, al punto che poi mi ci affeziono e non vorrei più restituirla. Fatto sta che questa Mazda3 mi ha lasciato dopo circa due settimane delle sensazioni che nessun’altra auto è riuscita a trasmettermi, e ve lo dice uno che non è mai stato particolarmente affascinato dalle auto giapponesi.
Ma qui i giapponesi di Mazda hanno lanciato una vera e propria dichiarazione di intenti: creare "un oggetto di desiderio unversale", che non fosse semplicemente un veicolo per andare da un punto A a un punto B. Il design – manco a dirlo – è l’asso nella manica di Mazda3. Scopriamo il perché in questo primo Speciale Design firmato HDmotori.
DESIGN: DI COSA PARLIAMO ESATTAMENTE?
Prima di tutto, da designer lasciatemi chiarire una volta per tutte un concetto: per design non si intende semplicemente la forma di un prodotto. Il termine inglese design indica, più in generale, il progetto. Citando la Treccani
Il termine inglese design, che letteralmente significa "progetto" o "disegno", si riferisce al processo di progettazione di un oggetto qualsiasi: un mobile, una macchina, una caffettiera, un apparecchio elettronico. Il designer, molto spesso un architetto, è infatti colui il quale si occupa di pianificare la realizzazione di un prodotto, studiandone attentamente, attraverso disegni su carta o al computer, attraverso simulazioni e analisi dei materiali, l'efficienza e l'utilità ma anche la gradevolezza delle forme. Il concetto di design è oggi strettamente legato alla produzione industriale, poiché si riferisce il più delle volte a oggetti prodotti in serie grazie a procedimenti meccanici.
Quando diciamo che un pezzo d'arredo o un elettrodomestico sono oggetti di design significa che vi abbiamo riconosciuto alcune caratteristiche: che non sono eseguiti a mano ma industrialmente, che sono funzionali, cioè adatti alla finalità per cui sono stati concepiti, e che hanno una forma originale, talvolta fantasiosa, talvolta semplice e priva di decorazioni superflue.
Ed è proprio qui che voglio soffermarmi: “forma priva di decorazioni superflue”. Mazda3 è la prima Mazda di serie realizzata dopo i concept Vision Coupé e Kai, presentati nel 2017. Si tratta di due modelli che evolvono il linguaggio stilistico Kodo – Soul of Motion della Casa giapponese, distinguendosi per una filosofia che consiste nel rimuovere tutti gli elementi superflui per esprimere l’essenza dell’estetica giapponese, ovvero “serenità, comfort e lusso”.
Rimuovere il superfluo non significa scadere nel minimalismo, non significa realizzare forme sterili e poco emozionanti, anche se effettivamente per un prodotto industriale questa filosofia potrebbe funzionare. Ma la differenza tra il product design e il car design è proprio la componente emozionale. Perché un’auto non si compra solamente per andare da A a B, un’auto si compra prima di tutto perché ci piace esteticamente e perché comunica, in parte, la nostra personalità. E poi, dall’estetica di un’auto spesso possiamo avere un’anteprima delle sensazioni di guida che sarà in grado di trasmetterci.
PROPORZIONI: UN LATO B CHE FA DISCUTERE
Partiamo allora dalle proporzioni: Mazda 3 non nasconde la sua natura di hatchback a trazione anteriore e motore trasversale. Lo notiamo soprattutto dallo sbalzo anteriore molto pronunciato, che rende meno armonica e più sbilanciata la sezione anteriore rispetto alle forme raccolte del posteriore.
Un lato B che divide, non c’è nulla da fare: con il montante C volutamente esasperato e completamente liscio e un accenno di coda, Mazda ha creato un chiaro riferimento a hatchback del passato come l’Alfasud e la prima Seat Leon, tanto criticate ma altrettanto amate. Sicuramente, non lascia indifferenti e a me, personalmente, questo “culone” (perdonatemi la licenza poetica ma non saprei definirlo diversamente) piace da matti.
CARROZZERIA: FORME DISEGNATE DALLA LUCE
Ho introdotto questo speciale parlando dell’essenzialità delle forme: il Kodo Design interpreta questo concetto eliminando quasi totalmente le linee di carattere, ovvero nervature e increspature che solitamente vengono utilizzate per creare giochi di luci e ombre e valorizzando una parte o l’altra della vettura. Qui, la percezione delle forme varia considerevolmente in base all’angolazione con cui le si osserva e del modo in cui la luce ne colpisce la superficie.
Non ci sono rigonfiamenti localizzati, ma è tutta la fiancata che si allarga in modo direi quasi sensuale, sottolineando la larghezza delle carreggiate. Citando un’espressione cara ai car designer, questa vettura ricorda un’atleta dal corpo scultoreo e muscoloso, vestita in un elegante abito da sera. Può piacere o non piacere, ma è fuori discussione che sia una scelta estetica coerente e studiata, in grado di suscitare delle emozioni nell’osservatore. Questo ha anche spinto il noto fotografo e regista Rankin a creare un portfolio di immagini che celebrano l’essenza delle linee e i giochi di luce della nuova Mazda3.
SOUL RED CRYSTAL: OLTRE AL ROSSO C’È DI PIÙ
Protagonista assoluta è la vernice Soul Red Crystal, una tinta metallizzata che rappresenta un po’ il biglietto da visita di Mazda così come lo è il Rosso Ferrari o il Rosso Alfa. Il rosso è profondamente radicato nella cultura giapponese quale simbolo della forza e della passione, tanto che nella bandiera nazionale rappresenta il sole. Nella sua ultima evoluzione, la tinta Soul Red Crystal è pensata per enfatizzare le forme della carrozzeria, con una maggiore profondità, una brillantezza superiore e una saturazione più elevata. La struttura interna prevede delle scaglie di alluminio dalle dimensioni uniformi l’una con l’altra, questo contribuisce ad incrementare la sensazione di fluidità del metallo su cui viene applicata la vernice.
Soul Red Crystal è innovativa per altri due motivi: il primo è il sistema di verniciatura Aqua-Tech, che riduce la durata del processo diminuendo l’utilizzo di acqua e abbassando le emissioni di CO2 del 17%. Il secondo è la tecnica di applicazione Takuminuri, che riproduce attraverso dei macchinari la stesura manuale della vernice sulla superfice, restituendo un risultato degno di una carrozzeria artigianale.
PIÙ GRANDE DI QUANTO SEMBRI
Le dimensioni sono importanti, con una lunghezza di 446 cm che è superiore di una decina di cm rispetto alla media delle concorrenti, ma questo ha creato una vettura che appare decisamente più grande di quello che è. Questa enfasi è data in particolare dalla larghezza di 180 cm e dall’altezza ridotta di 144 cm. A livello di percezione, la scelta di adottare gruppi ottici sottili e a sviluppo orizzontale e una finestratura dalla superficie ridotta contribuiscono a rendere la Mazda3 ancora più bassa e larga. La pena da pagare è un abitacolo poco luminoso e forse un po’ claustrofobico per i passeggeri posteriori…
FARI: LO SGUARDO AGGRESSIVO DI MAZDA3
Soffermiamoci sui fari, elemento imprescindibile nel definire la personalità della vettura: se guardiamo l’auto frontalmente, i fari sono sempre associati agli occhi e la calandra al naso e alla bocca. I fari a matrice di LED di Mazda3 sono dei veri e propri occhi, perché i designer hanno scelto di mantenere un singolo anello a fibre ottiche retroilluminato a LED, ovvero la pupilla, il che regala un’espressione quasi umana alla vettura.
I fari sottili sono invece le palpebre socchiuse. Stesso discorso al posteriore, dove per enfatizzare la larghezza sono stati affiancati due anelli per gruppo ottico invece di uno, una soluzione forse meno personale ma comunque coerente e gradevole alla vista. Il risultato? Mazda 3 è assolutamente inconfondibile anche da lontano, sia di giorno sia di notte.
COERENZA TRA FORMA E FUNZIONE
Il frontale di Mazda3 è un’ulteriore spunto di riflessione su un altro concetto che tanto fa discutere gli appassionati di auto e di car design: la coerenza tra forma e funzione. Prima di parlare del piacere di guida, che su Mazda merita un capitolo a parte, volevo farvi notare alcuni elementi che rendono la Mazda3 una delle poche auto oneste oggi in commercio.
Partiamo dal muso. Su un’auto termica tradizionale, il motore a scoppio necessita di alcune prese d’aria per raffreddare gli organi meccanici. Su Mazda3, tali prese d’aria sono tutte raggruppate dietro la grande calandra: la restante superficie del paraurti anteriore è infatti totalmente chiusa, liscia e levigata. Al bando quelle volgari e inutili prese d’aria che ormai troviamo sempre più spesso anche su auto che di sportivo non hanno nulla: la sportività è nel trattamento della superficie.
Coerenza, dunque tra forma e funzione, e lo vediamo anche dietro, dove l’estetica è alleggerita da un paraurti bicolore (niente estrattore finto) e soprattutto dove troviamo due scarichi cromati, ovviamente veri. Ancora una volta è la forma che insegue la funzione, e non viceversa.
JINBA ITTAI: COME CAVALLO E CAVALIERE
Ma le Mazda sono auto da guidare, e allora caliamoci nell’abitacolo per capire in che modo i progettisti Mazda sono riusciti a trasmettere quel senso di unione tra uomo e macchina su cui si gioca la comunicazione del brand. Jinba Ittai – il conducente e la sua vettura sono una cosa sola, come un cavaliere e il suo destriero.
Sotto questa linea guida, gli uomini Mazda hanno disegnato la nuova Mazda3 per raggiungere quella che viene definita la Kan Sensation, ovvero “quella serie di esperienze sensoriali da cui le persone traggono piacere e divertimento guidando la propria auto". Se volete approfondire, vi lascio alla mia giornata in compagnia delle MX-5 custodite a Miataland e alla recensione completa di Mazda MX-5 realizzata da Luigi lo scorso anno.
Le immagini valgono più di mille parole: il conducente si cala nell’abitacolo, dove lo accoglie un sedile avvolgente, studiato per offrire il massimo sostegno laterale e lombare senza essere troppo rigido ma nemmeno troppo soffice. La sensazione di unione con il veicolo prosegue con l’ampio tunnel centrale, la plancia a sviluppo orizzontale e i pannelli porta avvolgenti.
L’attenzione quasi manicale per i materiali si ritrova nelle plastiche morbide della parte superiore della plancia e dei pannelli porta, e dal soffice rivestimento in ecopelle della parte centrale della plancia, e dei fianchetti del tunnel centrale, che fanno eco alla morbidissima ecopelle utilizzata per rivestire i sedili e il volante.
Anche questo è un piccolo capolavoro di stile e di ergonomia, con una corona sottile che facilita la presa, tre razze al posto giusto e tutti i comandi a portata di mano. Ottime le finiture cromate che impreziosiscono plancia, volante e bocchette di aerazione, e davvero pregevole il feedback tattile delle rotelle, con un click che testimonia l’elevata qualità costruttiva di questa Mazda3, al punto che si sorvola facilmente sulle plastiche rigide nella parte inferiore della plancia. Le uniche plastiche lucide non sono nere come potrebbe sembrare a prima vista, ma presentano uno strato inferiore inciso laser che genera riflessi particolari in base alla luce.
Come fuori, anche dentro i designer mazda hanno optato per la filosofia “less is more”, riducendo ai minimi termini il numero degli elementi fisici con cui il conducente deve interagire: oltre ai tasti sul volante e ai comodi pulsanti fisici per la gestione del clima, troviamo l’ormai classico rotore per la gestione del sistema MZD Connect, la cui interfaccia è costituita da un grande schermo a sviluppo orizzontale da 8,8 pollici.
PAROLA D’ORDINE: ERGONOMIA
Anche in questo sta l’attenzione del designer nell’ottenere una forma al servizio della funzione: i tecnici hanno spostato in avanti la leva del cambio e la manopola dell’infotainment in modo da poterle azionare con una angolazione del braccio più naturale, e anche il bracciolo è più lungo di prima, per adattarsi a tutte le posizioni del sedile. Tra l’altro, l’altezza del bracciolo corrisponde ora a quello sul pannello porta.
Anche il portabicchieri è posizionato più avanti, per impedire al conducente di distrarsi quando deve raggiungere o appoggiare la bibita. E sempre per ridurre la distrazione, un grande head-up display a colori proiettato alla base del parabrezza consente a chi guida di avere sotto controllo le informazioni essenziali senza dover distogliere lo sguardo dalla strada. E in più si vede anche con gli occhiali da sole polarizzati.
Niente touchscreen per il display dell'infotainment: decisamente più pratico e sicuro mentre si guida il rotore centrale, cliccabile per selezionare e confermare una scelta e dotato di quattro tasti fisici per le principali scorciatoie e per la funzione back.
Non contenti, gli ingegneri Mazda hanno riprogettato spessore e forma dei montanti anteriori per ridurre la superficie che viene oscurata alla vista, il tutto mantenendo una posizione naturale per chi guida. Non solo: per migliorare il campo visivo, anche i tergicristalli sono stati riprogettati per variare costantemente variazioni il loro angolo di azione: il risultato è che riescono a pulire bene fino al bordo del vetro, vicino al fino quasi al montante anteriore lato conducente.
Una curiosità in cui mi sono imbattuto sfogliando la cartella stampa di Mazda3 è l’attenzione con cui sono stati studiati i minimi dettagli: il funzionamento degli interruttori, per esempio, è stato unificato sulla base di ricerche di psicologia cognitiva, che hanno influenzato il modo in cui sono stati pensati e disegnati questi pulsanti: per la massima fruibilità, i comandi al volante combinano l’utilizzo di interruttori a scatto e a pressione, e la superficie di ciascun interruttore è a sbalzo in modo che sia immediatamente identificabile al tatto.
Dulcis in fundo: la leva del cambio. Quando ho detto che le auto giapponesi non mi sono mai piaciute particolarmente ho in parte mentito. Se c’è una cosa che i giapponesi sanno fare bene sono proprio i cambi manuali. Il 6 marce di Mazda3 non fa eccezione: la leva del cambio è un piccolo gioiello di ingegneria e design. Ingegneria perché è cortissima e facile da azionare, con innesti ben contrastati e quella piacevole sensazione di meccanico, il tutto con una manovrabilità degna di quella della MX-5.
Sembra quasi di infilare un coltello nel burro ed è un piacere sfruttare tutte le marce per ottenere il meglio dal motore aspirato. E poi è un piccolo gioiello di design, perché la leva è bella da vedere ed ergonomica da utilizzare, facile da raggiungere e mai stancante. Si vede che è stata pensata con l’unico obiettivo di offrire piacere di guida.
MAZDA3 2.0 M-HYBRID 122 CV: PIACERE DI GUIDA E CONSUMI REALI
Alla prova del nove, ovvero alla guida, Mazda3 convince. Semplicemente, senza effetti speciali, senza artifici, senza troppa elettronica (ma nemmeno troppo poca…). Il motore Skyactiv-G è un 2 litri aspirato, soluzione che apparentemente ci riporta indietro di 10-20 anni, quando questi motori erano la normalità e i turbodiesel erano solo all'inizio di una parabola ascendente che proprio in questi ultimi mesi sta iniziando la sua inesorabile discesa. Il riferimento a ciò che è vecchio e "fuori moda" finisce qui. Niente di questo 2 litri si può definire vecchio: si tratta di un motore di nuova concezione, che rifiuta il concetto di downsizing in favore del "rightsizing": il motore giusto per l'auto giusta (secondo Mazda).
Il sistema mild-hybrid a 24 V cerca di mettere una pezza alla mancanza di coppia ai bassi regimi, presente, grazie ai turbo, sui 1.0/1.2/1.4 a 3 o 4 cilindri che sempre di più si stanno diffondendo sotto al cofano delle principali concorrenti di Mazda3. Non stiamo parlando di un sistema full-hybrid, dunque scordiamoci di avvertire la spinta supplementare dell'elettrico o di viaggiare nel silenzio totale per qualche km: piuttosto, la presenza del piccolo propulsore a zero emissioni (alimentato da una batteria da 0,16 kWh ricaricata nelle fasi di decelerazione o frenata) garantisce un'andatura più fluida, con transizioni dolci e naturali quando la vettura parte, accelera o si ferma. Solo in parte il motore elettrico supporta con la sua coppia quella del motore termico, garantendo la stessa accelerazione (non bruciante) ma consumando meno carburante.
Non solo: quando si passa alla marcia superiore, il regime del motore viene rapidamente regolato per migliorare l’azionamento della frizione. Questo si sente, eccome: l'inserimento delle marce è sempre preciso e immediato, e nonostante la presenza del cambio manuale, la circolazione in città con cambiate continue "prima-seconda" non è affatto stressante come si potrebbe pensare. E poi ci sono i consumi, che nella vita reale (e non fortemente alterata da numerose condizioni non favorevoli come nel caso del test drive in anteprima di Mazda3 a cui ha partecipato Luigi lo scorso febbraio) rendono giustizia alle soluzioni adottate da Mazda per aumentare l'efficienza complessiva: oltre al mild-hybrid c'è anche la disattivazione di due dei quattro cilindri quando non vengono richieste le massime prestazioni. Il risultato? Dopo circa 1.000 km, nelle condizioni di guida più varie (autostrada, extraurbano, città, a pieno carico e in montagna), il computer di bordo segnalava un consumo medio di benzina di 6,5 litri ogni 100 km. In autostrada a 120 km/h con tanto traffico sono riuscito a consumare 5,5 l/100 km. I cavalli sono pochi, ma è pur sempre un 2.0 benzina.
L'elettrico non è sufficiente per rendere Mazda3 scattante al semaforo: l'erogazione è fluida, ma la spinta arriva solo quando si tirano le marce, diciamo sopra i 3.500 giri. Inutile chiedere le prestazioni al di sotto di questa soglia, e lo stesso succede quando siamo in sesta marcia a 80 km/h: la ripresa c'è, ma solo se si scala in quarta. 122 CV non sono pochi in assoluto (lo 0-100 km/h è coperto in 10,4 secondi), ma se consideriamo il setup di sterzo, cambio, sospensioni e telaio, allora sì che si avverte la mancanza dei 180 CV del rivoluzionario Skyactiv-X (il motore a benzina con accensione a compressione che promette prestazioni elevate e consumi simili a quelli di un diesel). Per questo non vedo l'ora di provarlo al più presto…
GUIDA AUTONOMA? SOLO QUANDO SERVE
E c’è un’ultima cosa che conferma questa tendenza a prediligere la guida manuale alla guida autonoma: gli ADAS ci sono, sono tanti e quasi tutti di serie (QUI la dotazione e il listino prezzi di Mazda3 2019), ma sono tarati in un modo secondo me furbo: non ti danno mai l’illusione che a guidare siano loro. Per esempio, il sistema di avviso di cambio corsia è attivo ma non mantiene la vettura al centro della corsia, semplicemente corregge la traiettoria quando ci avviciniamo alla linea di demarcazione. Il centramento di corsia però c’è, ma è attivo solamente a basse velocità, fungendo da assistente nella guida in colonna, ovvero quando il piacere di guidare è azzerato.
MANTIENE LE PROMESSE
Due cose avrei migliorato di Mazda3: le possibilità di personalizzazione (la pelle bianca per sedili e plancia è riservata alla versione berlina non importata in Italia; c'è un solo disegno per i cerchi in lega da 18 pollici; non è possibile avere la calandra con cornice cromata ma solo nera) e l'abitabilità posteriore (c'è un senso di claustrofobia generale e mancano le bocchette dell'aria).
Insomma l’estetica potrà anche dividere, ma quando si parla di design si parla della coerenza tra ciò che si promette e ciò che si fa nella realtà. E questa Mazda3 riesce assolutamente a mantenere le promesse, tanto è vero che lo scorso aprile la vettura è stata premiata con il prestigioso premio Red Dot Best of the Best per quanto riguarda il product design. Voi non vi innamorereste di un’auto così?
CONFIGURATORE ONLINE MAZDA3 2019
MAZDA3 DESIGN: FOTO
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