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Opel Astra OPC e non solo: il focus tra storia e caratteristiche

Opel Astra OPC, 25 anni fa il debutto. La sportività di Rüsselsheim e le sorelle di una gamma ampliata col tempo

Opel Astra OPC e non solo: il focus tra storia e caratteristiche
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Mario Brambilla
Mario Brambilla
Pubblicato il 1 giu 2025

Era il 1999 quando Opel, appena due anni dopo la nascita del reparto corse OPC (Opel Performance Center), presentava al pubblico la prima Astra OPC. Un modello nato quasi per necessità regolamentari ma che si trasformò rapidamente in un piccolo caso industriale, con tutti i 3.000 esemplari prodotti venduti nel giro di appena quattro mesi. Fu la normativa del DMSB, la federazione automobilistica tedesca, a richiedere che per ottenere l’omologazione alle competizioni fosse necessario produrre almeno 2.500 unità di una determinata vettura. Fu così che Opel, con una lunga esperienza nelle gare a livello nazionale, decise di partire da una base apparentemente inusuale: la Astra-G a tre porte.

SPORTIVA. MA PER DAVVERO

Il risultato fu una compatta ad alte prestazioni spinta da un motore aspirato ECOTEC 2.0 litri da 160 CV, capace di coprire lo 0-100 km/h in 8,2 secondi e di toccare i 220 km/h. Oltre al propulsore, l’auto si distingueva per l’assetto irrigidito, un impianto frenante maggiorato e un’aerodinamica rivista. Proposta a poco più di 19.000 euro, la prima Astra OPC riusciva a coniugare prestazioni autentiche e prezzo competitivo, guadagnandosi l’attenzione di una clientela appassionata. Nel 2002, il progetto ricevette un importante aggiornamento: l’introduzione di un turbocompressore portò la potenza a 200 CV e la velocità massima a 230 km/h.

NON SOLO ASTRA

Ma OPC non si fermò alla berlina: tra il 2001 e il 2002 arrivarono versioni ad alte prestazioni anche per la Astra Station Wagon e la Zafira. Entrambe condividevano il 2.0 turbo da 240 CV. La station wagon toccava i 244 km/h e scattava da 0 a 100 in 6,4 secondi, mentre la monovolume arrivava a 231 km/h con un’accelerazione da 0 a 100 in 7,8 secondi. Il sistema di telaio elettronico IDSPlus (versione IDSPlus2 per la Zafira) garantiva un comportamento dinamico sicuro e preciso, anche con carrozzerie non convenzionali per il segmento sportivo.

La Zafira OPC rappresentò un’idea pionieristica: una monovolume sportiva! Ne furono vendute 12.000 unità, inclusa una versione a GPL commissionata da Opel Italia, facendo di lei la “monovolume di serie più veloce del mondo”. Nel 2006 la gamma OPC contava quattro modelli, tra cui le Vectra berlina e station wagon spinte dal V6 2.8 litri turbo biturbo da oltre 250 km/h. E nel 2007 arrivò la Corsa OPC: motore 1.6 turbo da 192 CV, record di categoria al Nürburgring Nordschleife con un tempo di 8:47 minuti, firmato dal collaudatore Manuel Reuter. Un simbolo della precisione ingegneristica Opel, affinata proprio sul leggendario “Inferno verde”.

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