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NIO punta l'Europa per il battery swap e apre alle auto elettriche di altre case

Piano di espansione ambizioso.

NIO punta l'Europa per il battery swap e apre alle auto elettriche di altre case
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Stefano Bontempi
Stefano Bontempi
Pubblicato il 6 apr 2022

La prima stazione di NIO per lo scambio di batterie per auto elettriche risale a quattro anni fa. Indubbio dunque che il produttore di Shanghai abbia ormai acquisito moltissima esperienza sul campo, tanto da essere considerato indiscusso leader del settore. Il battery swap è in forte crescita, specie in Cina dove le stazioni sono più di 800, con l'ambizione di avere altrettanto successo anche nel Vecchio Continente (a partire dalla Norvegia).

E pare proprio che la volontà di NIO di espandersi l'abbia portata alla decisione – o perlomeno all'idea – di aprire le sue stazioni di scambio batterie ad altri produttori di auto: l'obiettivo è conquistare i mercati statunitense ed europeo attraverso una soluzione che tanti (Tesla inclusa) hanno in passato provato a rendere sostenibile economicamente ma che solo NIO è stata realmente in grado di proporre su larga scala.

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FINO A 5000 STAZIONI

Il Financial Times riporta le parole del presidente europeo di NIO, secondo cui sarebbero in corso incontri con altri marchi cinesi ed europei. Se i piani aziendali saranno rispettati, entro il 2025 il numero di stazioni per il battery swap passerà da 800 a 5.000 in tutto il mondo (1.000 oltre le previsioni dello scorso anno), di cui 1.000 fuori dalla Cina. Prima ci si concentrerà sull'Europa, poi in un secondo momento sul mercato statunitense.

Dopo la Norvegia, NIO installerà le sue postazioni in Germania, Olanda, Svezia e Danimarca già entro la fine di quest'anno, e a seguire anche nel Regno Unito. Non mancheranno ovviamente problemi: perché il sistema sia compatibile con auto di altri brand è necessario che le batterie installate e la piattaforma siano le stesse utilizzate da NIO (o perlomeno siano compatibili nelle dimensioni e nell'architettura). E questo è già un problema non di poco conto. In più, in ciascuna stazione serve una connessione di 650MW per caricare almeno 13 batterie.

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