Tutto sui Seggiolini Antiabbandono: quali acquistare, efficacia, regole | Nuova tassa?
Entra in vigore oggi la nuova legge. Ma siamo davvero pronti?
I seggiolini antiabbandono diventano obbligatori a partire da oggi, 7 novembre. Lo dichiara il Ministero dei Trasporti a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del regolamento di attuazione dell'art. 172 del nuovo Codice della Strada avvenuto il 23 ottobre scorso. Decorsi i 15 giorni, il decreto ministeriale entra oggi ufficialmente in vigore.
Un fulmine a ciel sereno, verrebbe da dire, visto che la stragrande maggioranza della popolazione si trova del tutto impreparata. Tutto, però, nasce da una scorretta interpretazione delle tempistiche:
- "Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano decorsi centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 2 […] e comunque a decorrere dal 1° luglio 2019"
- la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è avvenuta il 23 ottobre e, secondo la legge italiana, viene applicata automaticamente 15 giorni dopo. Il 7 novembre, dunque.
INDICE
- Da dove nasce la normativa
- Cos'è e come funziona
- Cosa bisogna fare e il rischio multa
- Gli incentivi
- Migliori seggiolini e dispositivi antiabbandono
- Non è prevenzione ma una tassa per tutti i genitori
- Sistemi antiabbandono: efficacia non garantita
DA DOVE NASCE LA NORMATIVA
- E' il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli a lanciare la proposta di rendere obbligatorio l'utilizzo di un dispositivo integrato al seggiolino che segnali la presenza di un bambino all'interno del veicolo. Toninelli ne parla a luglio 2018, affermando che "una piccola modifica all'art. 172 del Codice della Strada può essere fondamentale per salvare la vita dei nostri figli".
- Il 7 agosto dello stesso anno la Commissione Trasporti della Camera dà il via libera alla legge sui seggiolini salva bebé: qui si parla di dispositivi acustici e luminosi in grado di prevenire l'abbandono dei bambini nei veicoli chiusi.
- Il decreto diventa legge il 26 settembre 2018 con l'approvazione da parte del Senato
COS’E’ E COME FUNZIONA
A partire da oggi, 7 novembre 2019, tutti i bambini di età inferiore ai 4 anni devono essere trasportati all'interno dell'auto su un seggiolino dotato di dispositivo antiabbandono, ovvero di
un dispositivo di allarme, costituito da uno o più elementi interconnessi, la cui funzione è quella di prevenire l'abbandono dei bambini di età inferiore ai quattro anni, a bordo dei veicoli delle categorie M1, N1, N2 e N3 (*) e che si attiva nel caso di allontanamento del conducente dal veicolo.
(*)
- M1: veicoli destinati al trasporto di persone, aventi al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente
- N1: veicoli destinati al trasporto di merci, aventi massa massima non superiore a 3,5 t
- N2: veicoli destinati al trasporto di merci, aventi massa massima superiore a 3,5 t ma non superiore a 12 t
- N3: veicoli destinati al trasporto di merci, aventi massa massima superiore a 12 t
Il "Regolamento di attuazione dell'articolo 172 del Nuovo codice della strada in materia di dispositivi antiabbandono di bambini di età inferiore a quattro anni" specifica che il dispositivo può essere
- integrato all'origine nel sistema di ritenuta per bambini
- una dotazione di base o un accessorio del veicolo, compresi nel fascicolo di omologazione del veicolo stesso
- indipendente sia dal sistema di ritenuta per bambini sia dal veicolo
Il dispositivo viene considerato conforme alle disposizioni del regolamento anche qualora venga "legalmente commercializzato in altri Stati appartenenti all'Unione Europea o in Turchia, o originari e legalmente commercializzati in uno Stato appartenente all'EFTA, che è parte contraente dell'Accordo SEE".
L'allegato A dell'art.4 del regolamento che introduce l'uso obbligatorio dei sistemi antiabbandono elenca le caratteristiche funzionali e tecnico-costruttive dei dispositivi. In estrema sintesi:
- deve segnalare l'abbandono di un bambino inferiore ai 4 anni tramite un segnale di allarme dotato di segnali visivi e acustici o visivi e aptici, percepibili fuori e dentro l'auto
- deve attivarsi automaticamente, e deve dare conferma al conducente della sua avvenuta attivazione
- può essere collegato allo smartphone con la capacità di inviare messaggi e chiamate
- deve segnalare se la batteria è scarica
COSA BISOGNA FARE E IL RISCHIO MULTA
Chi ha bambini di età inferiore ai 4 anni è obbligato da oggi a utilizzare seggiolini dotati di un dispositivo antiabbandono. Chi non si mette in regola rischia di dover pagare una sanzione amministrativa da 81 a 326 euro (ma se si paga entro 5 giorni la multa è di 56,70 euro), con decurtazione di 5 punti dalla patente di guida.
GLI INCENTIVI
Il Ministero dei Trasporti ha messo a disposizione 80.000 euro annui tra il 2019 e il 2021 per finanziare una campagna di sensibilizzazione e di informazione sul corretto utilizzo dei dispositivi antiabbandono e sui rischi legati all'amnesia dissociativa.
Il Decreto Fiscale ha istituito un fondo e il riconoscimento di un contributo economico pari a 30 euro per ogni dispositivo acquistato. Modalità e dettagli verranno forniti nei giorni seguenti.
MIGLIORI SEGGIOLINI E DISPOSITIVI ANTIABBANDONO
Avere un figlio di età inferiore ai 4 anni e doversi muovere necessariamente in auto potrebbe costringerci ad un acquisto poco ragionato da fare in fretta, con il rischio di trovarci un prodotto non omologato e comunque non corrispondente agli obblighi di legge. Per questo motivo abbiamo pensato di proporvi alcuni dispositivi con sensore antiabbandono (e un seggiolino). I nostri consigli li trovate a seguire.
CHICCO OASYS UP BEBECARE
E' uno dei primi modelli resi disponibili sul mercato dotati di questa tecnologia (ne avevamo parlato a maggio dello scorso anno). Può essere acquistato anche all'interno dei sistemi combinati Trio StyleGo Up e Trio Love Up.
Il titolo può sembrare forte ma chi scrive queste righe è genitore di un bambino di 4 anni e mezzo (che è fuori da questa tassa) e che quindi ha piena consapevolezza di cosa voglia dire crescere un bimbo.
Da ieri mi sto informando in modo completo sulla normativa, riportata anche sopra, sulle soluzioni ma, soprattutto, su come è possibile che venga inserito un obbligo di questo tipo senza possibilità di non essere in torto con la legge e rischiare multe molto salate.
Proteggere i bambini è fondamentale, poter evitare morti di questo tipo è qualcosa di positivo ma la domanda che mi sono posto è stata: considerando che mi obbligano a spendere tra i 50 e i 150€ per ogni seggiolino, quante sono le morti per abbandono in auto che riusciremmo ad evitare?
Dopo due giorni di ricerche, sono arrivato ad una conclusione che mi ha lasciato completamente basito. Sebbene i dati non siano completissimi e i casi possano essere maggiori, ad oggi, di morti accertate in Italia per abbandono in auto di bambini sono…. 8 IN 20 ANNI!!!
- 7 giugno 2017, Arezzo – A Castelfranco di Sopra una madre va a lavoro e dimentica la figlia di 18 mesi in macchina. Quando torna e si gira verso i sedili posteriori per fare retromarcia si accorge della piccola, morta ormai per arresto cardiaco.
- 27 luglio 2016, Firenze – Una madre di Vada (Livorno) lascia la figlia di 18 mesi in auto, dimenticandosi di lei. La bambina viene trasportata in condizioni critiche all'ospedale Meyer di Firenze. Lì muore dopo un giorno.
- 1 giugno 2015, Vicenza – Una bambina di un anno e mezzo viene lasciata per tre ore in macchina dai genitori. La piccola muore per asfissia.
- 4 giugno 2013, Piacenza – Un padre va a lavoro e dimentica il figlio di due anni in auto per otto ore. A lanciare l'allarme il nonno del bambino, che non lo trova all'uscita dall'asilo. Poco dopo la tragica scoperta.
- 27 maggio 2011, Perugia – A Passignano sul Trasimeno un padre accompagna la moglie al lavoro e si reca al club velico del paese. Solo dopo qualche ora si rende conto di aver lasciato il figlio in macchina. Inutile l'intervento del 118. Il bambino muore a soli 11 mesi.
- 18 maggio 2011, Teramo – Dopo tre giorni di agonia una bambina di soli 22 mesi muore all'ospedale di Ancona. Sono 5 le ore che trascorre in macchina sotto al sole. Dopo la morte cerebrale, il decesso.
- 30 maggio 2008, Lecco – Una maestra è convinta di avere accompagnato la figlia di 2 anni dalla baby sitter, ma quando dopo il lavoro raggiunge l'auto si rende conto di averla dimenticata lì. La piccola muore poco dopo in ospedale.
- Luglio 1998, Catania – Un ingegnere di 37 anni va a lavoro e si dimentica del figlio, che dorme nel seggiolino sui sedili posteriori dell'auto. L'uomo capisce di aver lasciato il bambino in macchina dopo aver ricevuto una telefonata della moglie. A due anni il piccolo muore per asfissia.
Mi sono allora domandato, come è possibile che lo stato obblighi milioni di famiglie a comprare un qualcosa il cui apporto positivo è talmente piccolo che è quasi intangibile? Possibile che per 8 morti in 20 anni (e attenzione, anche solo una morte è qualcosa di tremendo) si crei una legge e si faccia un obbligo?
Volete sapere l’assurdità nell’assurdità? In Italia, secondo il governo, quindi dati verificabili, sono circa 250 i bambini che muoiono ogni anno per la SIDS, Sudden Infant Death Syndrome, ovvero la sindrome di soffocamento in culla.
Quindi, se per circa 4000 bambini deceduti in culla in 20 anni non si crea alcun obbligo (che sarebbe impossibile da verificare me ne rendo conto, ma l’informazione massiccia sui media sarebbe sacrosanta), è corretto fare una legge, imporre un costo ai genitori prevenire 8 morti in 20 anni?
Nel momento in cui l’obbligo porta con se un potenziale incasso notevole per lo stato derivante da multe salate, forse la risposta diventa scontata.
Ecco quindi che l’obbligo di un sistema anti abbandono non suona più come prevenzione ma some una vera e propria tassa a carico delle famiglie che, considerando i bimbi piccoli, potrebbero trovare comunque difficile spendere 50€ per un prodotto antiabbandono.
SISTEMI ANTIABBANDONO: EFFICACIA NON GARANTITA
Chiudiamo questo contenuto ponendo però un ulteriore questione: l’efficacia dei sistemi anti abbandono. Si perché fatta la legge, creato un obbligo, messa la “tassa”, in realtà non ci sono regole chiare, precise o informazioni dettagliate su come deve essere fatto un sistema antiabbandono efficace.
Ecco quindi, prendendo i 5 prodotti più venduti su Amazon e più diffusi in generale, quello che dovete sapere sull’efficacia NON garantita:
- Molti prodotti antiabbandono utilizzano lo smartphone come unico sistema di controllo
- Dovete avere il bluetooth sempre attivo
- Dovete avere l’applicazione funzionante
- Dovete avere credito o sms per invio di allarme ad amici
- Dovete avere il GPS sempre attivo per poter mandare la posizione della macchina che, comunque, non sarà mai precisa. Se poi siete in un parcheggio sotterraneo, trovare la macchina tramite geolocalizzazione sarà impossibile.
- Dovete avere lo smartphone carico (banale ma non troppo)
- Se vi dimenticate lo smartphone in auto insieme al bambino, è come se non aveste fatto nulla perdendo completamente l’efficacia del sistema smartphone centrico.
- Molti sistemi antiabbandono sono da mettere sotto il bambino e funzionano con bluetooth o connessioni wireless con smartphone o controller da accendisigari: radiazione a quasi contatto con un neonato forse non proprio consigliabili?
- I sistemi migliori che includono un controller da accendisigaro che si attiva appena spegnete la macchina hanno un limite importante: se avete due bambini, come fate a connettere due sistemi, anche uguali della stessa marca? Ad oggi non abbiamo trovato nessun prodotto in commercio che specifichi la possibilità di doppia connessione con 2 sistemi sul seggiolino e un trasponder remoto (accendisigari o smartphone).
Dunque, analizzando tutto quello descritto sopra, considerando il numero di incidenti verificati in Italia, considerando le tante variabili che entrano in gioco affinchè il sistema funzioni, è chiaro che l’obbligo di un sistema antiabbandono sia solo una tassa pensata a fine di bene ma proposta in malo modo e imposta senza una vera e propria efficacia.
Nota: HDblog e tutto lo staff è a favore di qualunque sistema possa salvare anche solo una vita umana, di qualunque iniziativa o idea possa migliorare la nostra vita e la vita di chi ci sta intorno. La polemica è dunque da leggere nelle modalità di attuazione dell’obbligo e non nel fine ultimo dello stesso che è assolutamente corretto.