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Stop temporaneo al piano di produzione delle Mini elettriche a Oxford: che succede?

BMW blocca l'investimento per lo stabilimento di Oxford a causa di una diminuzione della domanda degli EV. Ecco la situazione.

Stop temporaneo al piano di produzione delle Mini elettriche a Oxford: che succede?
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Gabriele Lupo
Gabriele Lupo
Pubblicato il 23 feb 2025

A causa di un rallentamento delle domanda dei veicoli elettrici, il processo di elettrificazione dello stabilimento BMW di Oxford è stato messo in pausa, fermando un investimento da 600 milioni di sterline. I piani per la reintroduzione di una Mini elettrica e l'inizio dell'assemblaggio del nuovo Mini Aceman nel Regno Unito erano stati annunciati nell'ormai lontano settembre 2023, con la produzione prevista per il prossimo anno. 

Tuttavia, a causa del rallentamento della domanda della auto elettriche, che hanno registrato in Europa una diminuzione del 5,9% nel 2024, BMW ha deciso di sospendere l'investimento. 

"A fronte delle numerose incertezze che gravano sull'industria automobilistica, il BMW Group sta rivalutando i tempi per la ripresa della produzione di MINI elettriche a Oxford", si legge in una dichiarazione rilasciata ai media. 

Lo stabilimento di Oxford attualmente produce le versioni a benzina e diesel della MINI tre porte e della Cabrio, mentre i modelli elettrici, come la MINI EV e l’Aceman, vengono importati dalla Cina. Questi veicoli affrontano un dazio del 20,7% per entrare nell'UE, anche se il Regno Unito non ha imposto ulteriori tasse. Con il blocco degli investimenti, BMW dovrà continuare a pagare questi dazi più a lungo del previsto, ma al momento preferisce questa soluzione piuttosto che avviare la produzione nel Regno Unito.

I dipendenti dell’impianto di Oxford sono stati informati della decisione, ma BMW assicura che la fabbrica continuerà a svolgere un ruolo centrale. "Oxford resta un punto di riferimento per la produzione MINI, con modelli molto richiesti sia nel Regno Unito che nel resto del mondo", afferma l’azienda. Tuttavia, questa scelta solleva dubbi sui piani di BMW di trasformare lo stabilimento in un polo esclusivamente dedicato ai veicoli elettrici entro il 2030.

Questa novità aumenta le pressioni sui governi del Regno Unito e dell'Europa affinché vengano create le condizioni di mercato necessarie al fine di favorire l'adozione di veicoli elettrici in linea con normative sulle emissioni sempre più stringenti. 

Nel 2024, le vendite di EV in Germania sono crollate del 24,7%, primo anno senza incentivi per gli acquirenti. Nel Regno Unito però, la situazione è diversa, tanto che è diventato il più grande mercato europeo per i veicoli elettrici con un record di 381.970 unità immatricolate con una quota di mercato senza precedenti del 19,6%. 

Per rispettare le quote di vendita di veicoli elettrici imposte dal ZEV mandate, le case automobilistiche hanno dovuto applicare forti sconti. Il governo laburista britannico ha recentemente completato una revisione di questa normativa, con possibili modifiche attese nelle prossime settimane. BMW, come molte altre aziende del settore, ha presentato il proprio parere, esprimendo scetticismo sull'efficacia di queste regole nel generare domanda. "Non crediamo che i mandati da soli possano stimolare le vendite", ha dichiarato una fonte. "Servirebbe un approccio più ampio per aumentare la fiducia dei consumatori".

Il marchio Polestar, specializzato in auto elettriche, ha suggerito di dimezzare l'IVA sulle auto elettriche per tre anni e di aggiornare la soglia di 40.000 sterline oltre la quale scatta una tassa automobilistica più elevata, adattandola all'inflazione. 

Polestar stima che attualmente l’81% delle auto elettriche sia soggetto a questa tassa aggiuntiva. BMW UK, invece, non ha avanzato richieste specifiche, dichiarando: "Siamo aperti alle proposte del governo su come incentivare la domanda". BMW sta valutando i suoi piani di produzione e prevede di concludere la revisione "il prima possibile". Secondo Auto Express, l’analisi riguarda esclusivamente lo stabilimento di Oxford e non l’intera rete produttiva del gruppo. La questione, però, non è se la produzione di veicoli elettrici riprenderà a Oxford, ma quando. "Qual è il momento giusto per tornare a produrre EV a Oxford?" ha dichiarato una fonte a Auto Express.

"L’incertezza attuale frena gli investimenti, mentre servirebbe una chiara strategia per l’elettrificazione". Nonostante la sospensione, BMW ha già speso parte dei 600 milioni di sterline previsti, costruendo un nuovo centro logistico per i componenti. Alcuni dei fondi rimanenti saranno destinati all’impianto di Swindon per la produzione di carrozzerie elettriche, ma la parte più consistente è riservata all’assemblaggio a Oxford, se e quando verrà dato il via libera. Il precedente governo conservatore aveva promesso un sussidio di circa 60 milioni di sterline per sostenere l’investimento di BMW a Oxford. Il governo è al corrente del ritardo e i fondi pubblici rimarranno bloccati fino a quando il progetto non riprenderà ufficialmente, secondo quanto riportato dai media. 

Attualmente, solo uno dei modelli della gamma Mini elettrificata è prodotto in Europa, nello stabilimento BMW di Lipsia, in Germania, e si tratta del SUV Countryman. 

La sospensione dell'investimento da parte di BMW sottolinea quanto le case automobilistiche stiano faticando per affrontare la transizione all'elettrico ed evidenzia le diverse velocità di questo processo nei differenti mercati. 

Grazie alle politiche governative, in Norvegia le auto elettriche rappresentano l’89% delle vendite totali. Negli Stati Uniti, nel 2024 le immatricolazioni di EV hanno superato 1,3 milioni di unità, ma l’insediamento della nuova amministrazione Trump potrebbe frenare questa crescita. La Cina rimane il principale mercato mondiale per i veicoli elettrificati, con 11 milioni di unità vendute nel 2024 (+40%), un dato che include anche le ibride plug-in.

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