Guerra stravolge le rotte aeree: no Russia, si passa dal Polo Nord (con diploma)
La chiusura dei cieli sopra la Russia costringe le compagnie a modificare le rotte, con conseguenze su durata del viaggio e ambiente.
Non bastavano gli aerei fantasma ad arrecare danni all'ambiente, ora ci si mettono anche quelli che – per cause di forza maggiore – sono costretti a percorrere traiettorie apparentemente illogiche e decisamente più lunghe del solito per andare dal punto A al punto B. Il problema, ormai lo si è capito, riguarda la chiusura dei cieli sopra la Russia, e le compagnie aeree si sono dovute giocoforza adattare modificando le rotte. Il risultato? Più ore di volo e un maggior consumo di carburante.
E questo non riguarda solamente le compagnie "occidentali" che non possono sorvolare la Russia: c'è anche il caso opposto, ovvero di Aeroflot – la compagnia di bandiera – che ha l'assoluto divieto di volare sui cieli d'Europa. Flightradar24, a tal proposito, ci mostra la curiosa rotta di un aereo russo che per raggiungere Mosca da Belgrado (la Serbia ha aderito – mal volentieri – alle sanzioni solo in un secondo momento) è passato dalla Turchia spingendosi a est fino al Kazakistan per poi virare a nord e dirigersi verso la capitale. In questo caso la nuova rotta ha tenuto conto di due aspetti contemporaneamente: il divieto di sorvolo dell'Europa (se non un breve tratto per uscirne, in direzione sud) e dell'Ucraina, ovviamente per motivi di sicurezza. La durata del viaggio è aumentata di 3 ore.
SI PASSA DAL POLO NORD
Un altro esempio eclatante è quello di Finnair, che sino a poche settimane fa univa Helsinki a Tokyo con un volo di circa 9 ore sorvolando la Russia. Ebbene, lo stesso volo ora dura 13 ore (12h54m per essere precisi) passando sopra il Polo Nord. E di casi come questo se ne contano ormai tanti, specie nei tragitti tra il Vecchio Continente e l'Estremo Oriente.
In generale, le reciproche chiusure dei cieli non fanno altro che aumentare le ore di volo (+40% in media, è stato stimato), i costi di esercizio (fino a 12.000 dollari ogni ore extra di volo), i costi del personale (più si allunga il volo, più sono necessari piloti a bordo) e l'impatto conseguente sull'ecosistema.
Chissà però che tutto questo non possa trasformarsi in una sorta di nuovo business per le compagnie aeree: forse metterla così è un po' azzardato, diciamo che gli operatori stanno cercando il modo migliore per convincere i (potenziali) passeggeri a volare con loro. Un'enorme necessità, visto che la crisi pandemica ha messo letteralmente in ginocchio l'intero settore. Ecco allora che Finnair ha avuto un'idea: vola con noi, e riceverai un diploma per aver volato sopra il Polo Nord.
Per la compagnia si tratta di un ritorno al passato, perché già nel 1983 collegava la sua capitale al Giappone passando da lì. Dopo il decollo il velivolo – un Airbus A350 – passa sopra le isole Svalbard, raggiunge il Polo e scende in direzione Alaska sino a raggiungere Tokyo da nord. La nuova rotta è stata identificata con il supporto di un sistema di pianificazione dei voli denominato Lido di Lufthansa: una volta eliminata la Russia dall'elaborazione, è stato ricalcolato il tragitto migliore sulla base dei consumi, delle ore di volo e di tutti i parametri che vanno presi in considerazione in tal senso.
"L'unica differenza evidente è che la buona vecchia bussola magnetica che abbiamo in cabina di pilotaggio è andata un po' in tilt", ha detto scherzando il capitano Aleksi Kuosmanen. E l'altra differenza è che all'atterraggio si terrà in mano il Northern route diploma.