Gli aerei come le lavatrici: l'Unione Europea vuole un sistema di etichette ambientali
Incentivare i comportamenti virtuosi e responsabilizzare i passeggeri: ecco gli obiettivi dell'Unione Europea con il sistema di etichettatura ambientale per aerei e compagnie.
Anche gli aerei potrebbero presto essere dotati di "etichetta energetica", una via di mezzo tra quella che troviamo (e che troveremo rinnovata dal 1° marzo) sugli elettrodomestici e quella dei biglietti dei treni.
Una via di mezzo, si diceva, in quanto l'intenzione dell'Unione Europea sarebbe quella di creare un ranking degli aerei più virtuosi dal punto di vista ambientale (come per i prodotti connessi all'energia) e di fornire indicazioni sull'impronta del carbonio del mezzo di trasporto (come per i treni, in cui il confronto sul risparmio di CO2 viene effettuato con gli aerei e le auto).
É il settimanale tedesco Welt am Sonntag a riportare i colloqui tra Bruxelles e l'EASA, l'agenzia europea per la sicurezza dell'aviazione: al centro della discussione ci sarebbe proprio l'intenzione di creare entro la fine del 2022 un sistema di classificazione dei mezzi che fornisca "informazioni affidabili, comparabili e verificabili" sull'impatto ambientale generato, in modo tale che il viaggiatore compia una scelta eco-consapevole sulla compagnia di volo e il mezzo impiegato per la tratta.
Il marchio sulla qualità ecologica degli aerei è fortemente voluto dall'Unione Europea, e si tratterebbe del primo caso al mondo applicato al settore. Il sistema di etichettatura dovrebbe tenere conto ad esempio delle emissioni di CO2, della quantità di rifiuti prodotti per tratta, del rumore e in generale dell'impatto creato in termini di gas serra (ad oggi, secondo l'IPCC, l'impatto del traffico aereo è pari al 5% del totale). Riguarderà le compagnie aeree, i velivoli e i voli, tutti dunque catalogabili secondo il reale impatto ambientale generato.
Sì, perché nel mondo dell'aviazione civile il rischio di greenwashing (ovvero di attenzione verso l'ambiente solo sulla carta per motivi di mero marketing) è particolarmente alto, e c'è la volontà che tutte le parti interessate vengano responsabilizzate sulla base di dati certi e inconfutabili. Da una parte le compagnie e i produttori di aerei dovranno fornire dati oggettivi, dall'altra i passeggeri potranno scegliere (anche) considerando la carbon footprint.
L'idea nasce nel contesto del Green Deal europeo, che entro il 2050 vuole portare ad azzerare le emissioni su tutto il territorio comunitario. Servirà tuttavia diverso tempo: la fine del 2022 è relativa alla fornitura all'EASA dei dati tecnici da parte dei produttori, ma non è ancora stata ipotizzata alcuna data sull'effettiva disponibilità delle informazioni ambientali per i passeggeri.
Comportamenti virtuosi in tal senso se ne iniziano a vedere diversi: Boeing, ad esempio, ha annunciato che entro il 2030 i suoi aerei voleranno solamente con biocarburante, mentre Airbus sta lavorando sul progetto ZEROe per la realizzazione di mezzi alimentati a idrogeno. Intanto però bisogna fare i conti con una crisi senza precedenti: la pandemia ha messo in ginocchio l'intero settore, con perdite per 118,5 miliardi di dollari nel 2020, ricavi crollati e numero di passeggeri passato da 4,5 miliardi a 1,8 miliardi. Secondo le stime di IATA (International Air Transport Association) la situazione tornerà ai livelli "normali" (2019, pre-pandemia) non prima del 2024.