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Hyundai: i camion XCIENT Fuel Cell a idrogeno hanno macinato 1,5 milioni di km

I camion XCIENT Fuel Cell continuano a macinare chilometri e di conseguenza evitare l'emissione di CO2: un mercato in crescita che si sta espandendo oltre la Svizzera.

Hyundai: i camion XCIENT Fuel Cell a idrogeno hanno macinato 1,5 milioni di km
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Elena Toni
Elena Toni
Pubblicato il 20 set 2021

I Fuel Cell XCIENT di Hyundai corrono a spron battuto: dal momento in cui sono stati presentati, lo scorso ottobre durante un evento che si era tenuto a Lucerna (a cui noi avevamo partecipato percorrendo diverse centinaia di chilometri proprio con una Hyundai Nexo a idrogeno), i camion a idrogeno del produttore sudcoreano hanno macinato 1,5 milioni di chilometri, risparmiando mille tonnellate di CO2.

Ad annunciarlo, durante gli eventi stampa del Salone Internazionale dell'Auto di Monaco, è stato Nabil Nachi, a capo del dipartimento del settore dedicato allo sviluppo dei veicoli commerciali Fuel Cell, che ha spiegato come il progetto dei camion a idrogeno sia in piena ascesa, perfino in California:

L'anno scorso a Lucerna abbiamo presentato i primi dieci veicoli e ora in Svizzera siamo già arrivati a 45 mezzi che circolano sulle strade. La domanda cresce, ed entro la fine dell'anno le strade svizzere vedranno transitare 190 veicoli, ma abbiamo ricevuto richieste anche da altri Paesi; nel 2022 consegneremo 30 camion a idrogeno in Germania e anche l'Olanda arriverà a ruota, insieme ad altri Paesi del nord Europa.

L'obiettivo di Hyundai, annunciato proprio nelle scorse settimane, è parecchio ambizioso: l'azienda punta a diventare carbon neutral entro il 2045 puntando su mobilità pulita, piattaforme di nuova generazione ed energia verde; per arrivare a questi risultati a partire dal 2035 intende offrire solo veicoli elettrici o Fuel Cell in Europa, e nel 2040 cesserà gradualmente la vendita di tutti i mezzi che utilizzano combustibili fossili nei principali mercati, sostenendo la transizione verso la nuova mobilità.

A trascinare la diffusione dei mezzi a idrogeno, nella visione di Nachi, saranno necessariamente i veicoli commerciali. Si tratta di una questione di numeri e costi da mettere in relazione con la disponibilità delle infrastrutture:

La svolta avverrà grazie ai veicoli commerciali, e il mercato delle auto seguirà a ruota. Al momento il problema è l'infrastruttura, perché servono stazioni di rifornimento: per ammortizzare le spese una stazione deve poter contare su almeno 15 camion, o in alternativa una settantina di automobili; ecco perché la transizione sarà guidata dai veicoli commerciali.

Dunque, una visione che parte dai veicoli commerciali per poi diffondersi ai mezzi più svariati, anche fuori dai confini dell'automotive: si parla di treni a idrogeno, navi e traghetti a idrogeno, addirittura aerotaxi a idrogeno. E anche una visione su cui alcuni governi hanno già iniziato ad investire, a partire dal Regno Unito che spenderà 4 miliardi di sterline entro il 2030 per lo sviluppo di soluzioni fondate su questa tecnologia.

La base su cui lavorare rimane il rapporto con le società che si occupano delle infrastrutture, un po' come è avvenuto in Germania dove Hyundai è diventata azionista di H2 Mobility. Una prospettiva che vista dal Belpaese sembra decisamente avveniristica, considerato che l'unica stazione di servizio a idrogeno si trova a Bolzano. Eppure, le possibilità di sviluppo e di ricadute positive sull'economia ci sarebbero, ha concluso Nachi:

Se il governo decidesse di investire nella produzione di energia green, soprattutto nelle zone che più si prestano come il Sud Italia, ne scaturirebbero molte possibilità, a partire da quella di produrre idrogeno e venderlo in Nord Europa, dove si stima che la produzione coprirà solo il 40% del fabbisogno.

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