Carlos Tavares: l'elettrificazione è una scelta della politica, non dell’industria
Tavares esprime ancora i suoi dubbi sul processo di elettrificazione voluto dalla politica.

Ad un anno dalla fusione tra FCA e PSA che ha dato vita al Gruppo Stellantis, il CEO Carlos Tavares ha fatto il punto della situazione all'interno di un'intervista con il Corriere della Sera, affrontando diverse tematiche tra cui quelle della crisi dei chip e dell'elettrificazione. Vediamo alcuni degli argomenti più interessanti che sono stati affrontati.
PIANO STRATEGICO IL PRIMO MARZO
Tavares si è detto soddisfatto del primo anno alla guida del nuovo Gruppo automobilistico nonostante il 2021 sia stato un anno complicato per via della crisi portata dal Covid e dal problema della fornitura dei semiconduttori. A tutto questo si sono aggiunte le nuove sfide che sta portando l'elettrificazione.
Il Gruppo sta anche lavorando al nuovo piano strategico che sarà presentato il primo di marzo. Sul fronte della crisi dei chip, il CEO avverte che le problematiche dureranno fino alla fine del 2022. Tuttavia, a partire dalla prossima estate, la nuova capacità di produzione delle aziende del settore dovrebbe iniziare a riportare equilibrio tra la domanda e l'offerta. Secondo Tavares, il problema della fornitura dei semiconduttori è costato all'industria automotive il 15-20% in termini di volumi di produzione.
Il CEO di Stellantis parla poi della "strategia di valore", cioè della scelta di puntare sul valore delle auto più che sui volumi, anche con il rischio di far salire i prezzi. Si tratta di una strategia che Tavares aveva già seguito quando si trovava in PSA. Nel 2013-2014 il Gruppo francese capì che non era corretto svendere i loro prodotti. Le auto di qualità devono essere vendute al giusto prezzo di mercato.
Da allora, abbiamo fatto progressi spettacolari nella qualità dei nostri prodotti e servizi. Ora siamo alla pari con i migliori del mondo. La crescita delle vendite è il risultato di questa strategia della qualità, non un obiettivo in sé.
Il rischio di questa strategia, però, è di tagliare fuori i ceti medi che non possono acquistare auto da 30 mila euro. Tuttavia, su questo fronte il CEO ha le idee ben chiare.
Il rischio c’è, se non riduciamo i nostri costi. Ma sono anche le nuove tecnologie a far salire i prezzi, in particolare le tecnologie elettriche, che sono del 50% più costose di quelle dei motori termici.
UNA TECNOLOGIA VOLUTA DALLA POLITICA
Tavares si è mostrato molto critico sul tema dell'elettrificazione. Non è la prima volta che il CEO di Stellantis punta il dito sulle scelte del mondo politico di voler accelerare la transizione verso le auto a batteria. Nell'intervista, Tavares è molto chiaro su questo tema, soprattutto sull'approccio che sta tenendo la Commissione Europea.
Ovviamente rispettiamo le leggi e quindi combatteremo per essere i migliori con i fattori che ci vengono dati, o imposti. Ma l’elettrificazione è una tecnologia scelta dai politici, non dall’industria.
Il CEO aggiunge poi che ci potevano esserci modi più veloci ed economici per arrivare a ridurre le emissioni inquinanti delle vetture. Il metodo scelto, anzi imposto dalla politica, impedisce ai costruttori auto di essere creativi per trovare idee diverse.
Dato l'attuale mix energetico europeo, un'auto elettrica deve percorrere 70.000 chilometri per compensare l'impronta di carbonio creata dalla produzione della batteria. Solo a quel punto inizia ad allargare il divario con un veicolo ibrido leggero che però costa la metà di una EV. Alla fine, è meglio accettare auto ibride termiche molto efficienti in modo che rimangano accessibili e forniscano un beneficio immediato in termini di CO2, o è necessario avere veicoli al 100% elettrici che le classi medie non potranno permettersi, chiedendo intanto ai governi di continuare ad aumentare i loro deficit di bilancio per fornire incentivi? Questo è un dibattito sociale che mi piacerebbe avere, ma per ora non lo vedo.
Tavares ribadisce poi il problema dei costi delle elettriche che già aveva affrontato in passato.
La nostra battaglia ora è volta a limitare al massimo l’impatto dei costi supplementari del 50% dei veicoli elettrici. Significa avere in cinque anni aumenti di produttività medi del 10% all’anno, mentre l’industria automobilistica, in particolare in Europa, raggiunge tra il 2% e il 3%.
Una situazione che potrebbe portare qualche costruttore a non farcela. Tavares sottolinea che tra qualche anno sarà possibile scoprire quali costruttori saranno sopravvissuti e quali no. Il rischio è poi anche quello che si perda per strada quella fetta di mercato che non sarà in grado di acquistare un'auto elettrica. E sul tema costi, Tavares parla anche degli incentivi che dovrebbero essere mantenuti fino al 2025 anche se il CEO dubita che i Governi possano continuare a sovvenzionare la vendita dei veicoli elettrici ai livelli attuali in quanto non è sostenibile dal punto di vista dei bilanci.
Quindi torniamo al rischio sociale. È la brutalità del cambiamento che lo crea. Se gli Stati riescono ad accompagnare questa transizione con delle sovvenzioni per cinque anni, forse ce la caveremo. Altrimenti si fanno prendere più rischi sociali all’insieme della cittadinanza.
Tra qualche anno si potranno, dunque, capire gli impatti sociali e ambientali di questa corsa all'elettrificazione.