BMW verso un'elettrificazione sostenibile: accordo per il litio dall'Australia
Un accordo da 540 milioni di euro che garantirà al Gruppo il 100% del fabbisogno di idrossido di litio per i prossimi 5 anni.
BMW si impegna a procurare materie prime per le batterie delle sue auto elettriche da fonti responsabili e sostenibili: nelle scorse ore è stato firmato un accordo da 540 milioni di euro per l'estrazione di litio grezzo dalle miniere australiane, controllate dalla cinese Ganfeng Lithium Co. L'accordo sarà valido dal 2020 fino alla fine del 2024, per un totale quindi di cinque anni.
Stando alla dirigenza di BMW, l'ordine permetterà alla Casa automobilistica di ottenere il 100% dell'idrossido di litio necessario per le celle di tutte le batterie ad alto voltaggio di quinta generazione. Entro il 2023, dovrebbero essere ben 25 i veicoli BMW elettrificati in commercio, con più della metà 100% elettrici. Ciò significherà un aumento delle materie prime impiegate – nel caso del litio si parla di una crescita di 7 volte rispetto ai consumi odierni.
Il litio è solo una delle parti più importanti della delicata equazione che è l'approvvigionamento di materie prime in modo responsabile: l'altro, di cui in effetti si parla anche più spesso, è il cobalto – il mondo tecnologico si ricorda ancora la forza con cui l'inchiesta del Washington Post espose la situazione del Congo circa tre anni fa. A questo riguardo, BMW ha annunciato circa un anno fa una partnership con Samsung e BASF per migliorare le condizioni dei minatori e rendere l'estrazione del cobalto più sostenibile – anche, ma non solo, in Congo. Ma c'è dell'altro.
BMW ha detto che dal 2020 si rifornirà di litio e cobalto direttamente dalle compagnie minerarie, per poi "girarli" ai suoi produttori di batterie, ovvero CATL e Samsung SDI. In futuro, inoltre, il piano è di estrarre il cobalto direttamente dalle miniere in Australia e in Marocco.