
25 Giugno 2020
Nel 2019, il mercato delle auto connesse in Italia ha raggiunto un valore di 1,2 miliardi di euro con una crescita del 14% rispetto al 2018. Nel Paese sono presenti 16,7 milioni di veicoli connessi, pari al 40% delle vetture che circolano su strada. Questi sono alcuni dati che emergono dalla ricerca dell’Osservatorio Smart & Connected Car della School of Management del Politecnico di Milano e che sono stati presentati durante il convegno "Connected Car & Mobility: un nuovo inizio" che si è svolto online.
Secondo quanto emerge, i dispositivi più diffusi all'interno delle auto (63% - 10,5 milioni) sono i box GPS/GPRS, le "scatole nere", che sono utilizzati per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida a fini assicurativi. Tuttavia, a trainare il settore anche le auto nativamente connesse tramite SIM (2,2 milioni) o tramite sistemi Bluetooth (4,4 milioni). Questi numeri molto importanti hanno un preciso riflesso sul comportamento dei consumatori.
Infatti, il 75% ha sentito parlare di Smart Car e il 61% possiede almeno una funzionalità smart all'interno del proprio veicolo. Gli utenti acquistano queste soluzioni soprattutto per i benefici legati a comodità (37%) e sicurezza (34%), o per necessità di sostituire un veicolo datato (20%). Le principali barriere all’uso sono invece il prezzo (29%) e la scarsa percezione dei benefici ottenibili (14%).
Inoltre, oltre la metà ha in programma di acquistare un'auto connessa entro i prossimi 3 anni. Lo scoppio della crisi sanitaria ha certamente colpito duramente il settore dell'auto rallentando lo sviluppo delle auto connesse. Tuttavia, secondo la ricerca, tale settore è destinato a ripartire sulla spinta delle nuove esigenze di distanziamento sociale, a cui l’auto privata è in grado di rispondere.
Ad aiutare la ripresa, alcuni obblighi di legge come l'entrata in vigore della normativa legata all’eCall del 2018 e l’entrata in vigore nel 2022 della normativa europea che impone l’adozione di sistemi ADAS. Ad impattare positivamente sul mercato pure il crescente numero di aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati sugli utenti delle Smart Car per utilizzarli per migliorare i servizi o proporne di nuovi. Al riguardo, la ricerca spiega che la componente dei servizi già nel 2019 valeva 330 milioni di euro, con un +20% sull’anno precedente.
La privacy resta un tema sensibile, ma molto meno di quanto rilevato per altri dispositivi connessi. Il 60% degli intervistati è disponibile a condividere i propri dati di guida in cambio di servizi di valore, come sconti sul premio assicurativo, pronto intervento in caso di incidenti e assistenza. Il 27% è contrario perché teme una diffusione di informazioni sensibili, un utilizzo improprio da parte delle aziende o possibili attacchi hacker.
Parlando di Smart Mobility, questo settore pesa sempre di più in Italia. Infatti, viene evidenziato come l’87% delle Pubbliche Amministrazioni locali considera di grande rilevanza questo ambito; il 36% dei comuni sopra i 25 mila abitanti ha attivato almeno un progetto, nel 58% dei casi si tratta di iniziative a uno stadio avanzato ed estese a tutta l’area urbana; il 39% degli utenti ha usato almeno una volta un servizio di mobilità condivisa, soprattutto car sharing (21% degli utenti) e car pooling (25%).
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Commenti
E' per il tuo bene...
scritte con un ottimo stile ma, secondo me, niente di speciale, narrativamente meglio Basile e il Sacchetti (anche se quest'ultimo scriveva proprio sul modello del Boccaccio).
Non raccontavano boiate, sono storie bellissime.
I poveri però non si trasferivano, questo è vero.
Di certo i poveri (il 99 per cento della popolazione) non si trasferivano in una villa signorile a raccontarsi boiate a vicenda.
Infatti il decamerone narra di feste in piazza dove le genti si scambiavano storie tra un boccale di vino e una salsiccetta
Secondo me fare piani di lungo periodo basandosi sul "distanziamento sociale" è un'emerita castroneria perché o si troverà una soluzione farmaceutica al problema oppure piano piano si tornerà alle vecchie abitudini. D'altronde quando malattie infettive falciavano una parte considerevole della popolazione la gente viveva normalmente e anzi in condizioni igieniche peggiori rispetto ad oggi.
A me basterebbe che le auto fossero costruite in modo da rispettare le regole, indipendentemente dalla volontà del conducente. Soprattutto a livello di velocità
???? ogni 2 anni ti mandano il messaggio del tagliando. Sulla macchina poi ti compare in automatico il messaggio
che hai firmato in fase di acquisto?
Parafrasando Marco Cioni: "ma che c4z20 vordí?"
la mia golf 7.5 ha spedito una mail di sua iniziativa per il cambio olio dei 15000 km
direttante alla conessionaria wv privacy?