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Una banale riflessione su come inquinare meglio...senza auto elettriche | Editoriale

Guidare senza attenzione significa consumare e inquinare di più. Riflessioni sui piccoli gesti quotidiani al volante.

Una banale riflessione su come inquinare meglio...senza auto elettriche | Editoriale
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 23 feb 2020

Ci sono due modi di guidare: Guidare e guidare. La "g" maiuscola è quella che definisce un'attività che non richiede particolari abilità da pilota ma necessita della testa. Testa che non sempre potrebbe essere connessa.

MEMORIA MUSCOLARE

Di recente ho impartito qualche lezione pratica ad una persona che, pur avendo conseguito la patente, non è assolutamente pronta per guidare nel mondo reale. Non fa parte dell'UE e arriva da un contesto sociale che è completamente diverso da quello a cui potremmo essere abituati. Il pensiero che situazioni del genere possano ancora oggi capitare nell'evoluta Italia risulta comunque agghiacciante.

Tralasciando le motivazioni,  avere a che fare con una persona fresca di scuola guida, mi ha permesso di ricordare come – e paradossalmente – in questa fase della vita al volante di una persona, la testa giochi un ruolo principale rispetto al corpo.

L'abitudine e la "memoria muscolare" non sono ancora entrate in gioco: ogni azione al volante è frutto di un pensiero cosciente nato dalla teoria appresa e poi – più o meno goffamente – tradotto in comando dai muscoli. Il neopatentato pensa in rapida sequenza a quell'elenco di istruzioni apprese per affrontare una determinata azione; è il vecchio e tradizionale concetto di elaborazione macchina prima dell'era del machine learning.

In partenza il suo cervello snocciola, in ordine, i seguenti comandi: premere la frizione, inserire la marcia, controllare i dintorni, rilasciare la frizione e iniziare a premere l'acceleratore. Serviranno tempo e pratica affinché queste operazioni diventino automatiche

IL PARADOSSO

Il paradosso: se è vero che dopo anni di esperienza tutti guidano meglio, è anche vero che è il "corpo" a guidare, non la testa.

Questo accade perché, con l'abitudine e la "memoria muscolare", la mente si rilassa e lavora ad un livello meno cosciente, gli automatismi entrano in gioco e il rischio è che noi stessi ci sentiamo talmente tranquilli da permetterci di pensare ad altro, senza concentrarci effettivamente sulla guida.

Memoria muscolare è virgolettato perché è un termine improprio che sostituisce nell'uso comune quello di memoria procedurale, l'esecuzione di determinate azioni ad un livello più vicino all'inconscio.

Alla lontana è lo stesso concetto che ci fa – erroneamente – giustificare una piccola distrazione con lo smartphone ogni tanto, ma non è questo il tema su cui volevo focalizzare l'attenzione oggi.

TORNAVO DAL SUPERMERCATO E…

Tutto nasce da un episodio di qualche giorno fa. Percorrevo una strada a singola corsia per senso di marcia, trovandomi di fronte alla comunissima situazione in cui un'auto dalla direzione opposta doveva girare a sinistra (attraversando la mia corsia) per entrare alla stazione di servizio.

Si aprono diversi scenari su cui vale la pena riflettere. Se avessi semplicemente guidato (con la g minuscola) non mi sarei preoccupato di niente e avrei proseguito per la mia strada senza dare la precedenza. O lo avrei fatto in seguito ad un moto di generosità causale, senza però pensare per un momento alle conseguenze.

Visto che stavo Guidando, con tutta la mia attenzione focalizzata non solo sull'attività ma anche sul contesto, in quelle poche decine di metri che mi separavano dalla decisione di rallentare per far passare l'auto (pur avendo la precedenza) o dal proseguire ho avuto tempo e prontezza di valutare il contesto, realizzando che l'auto dietro di me era sufficientemente lontana e che la coda di vetture in attesa della svolta di chi stava nella corsia opposta era così composta: due vetture ferme, due in arrivo e in rallentamento.

Valutata la situazione, ho deciso che…

LA RICETTA PER INQUINARE MENO

Sono i piccoli gesti quotidiani e le accortezze di tutti i giorni che possono davvero fare la differenza e permettere, su larga scala, di inquinare meglio meno. La questione prescinde da qualsiasi valutazione su motori a combustione e mobilità elettrica, tanto che la re-introduzione delle ricariche gratuite a vita per Tesla Model S e Model X ha sollevato l'indignazione di parte della comunità elettrica stessa: se non dovranno pagare per l'elettricità, probabilmente, i nuovi proprietari non si preoccuperanno di guidare in maniera efficiente e, complice la buona capillarità di Supercharger unita alla velocità di ricarica, ci andranno pesanti con il pedale.

Di recente ho partecipato ad una gara di consumi con Nissan Leaf, non un'eco-maratona ma una regolarità ambientata nel mondo reale, cosa che impediva di guidare a passo di lumaca per vincere "facile". Pur arrivando alle tappe in contemporanea (se non prima) rispetto agli altri team concorrenti, quello "capitanato" dal sottoscritto (che ha rotto non poco le scatole ai colleghi con indicazioni ogni tre secondi) è risultato vincitore, prova provata di come lo stile di guida e l'analisi del traffico e del contesto siano il miglior modo di consumare meno.

La CO2 inquina? Tecnicamente nì, il suo eccesso ha effetto sul pH delle masse d'acqua. Il titolo non è completamente corretto e usa un linguaggio colloquiale ma è altresì vero che le emissioni inquinanti hanno un rapporto diretto anche con i consumi. Differenza fra climalteranti e inquinanti.

Lo stesso concetto si applica al mondo dei combustibili fossili: gli studi e le prove lo confermano. Tra viaggiare a 120 km/h e farlo a 140 km/h si possono bruciare anche due litri in più ogni 100 chilometri. Il consumo è direttamente proporzionale alle emissioni di CO2 (per questa analisi ci concentriamo solo sui climalteranti, diversi dagli inquinanti), quindi una guida con la testa significa emettere meno CO2.

Può sembrare tutto banale, tutto noto, tutto trito e ritrito. Eppure, ogni giorno, vedo situazioni che mi confermano che non è così. Ogni giorno vedo gente che guida e non Guida, che frena improvvisamente senza motivo e per pura incapacità (errata percezione degli spazi, distrazione…), che accelera in stile Formula 1 pur sapendo che a 500 metri c'è una rotonda o un semaforo.

…EGOISMO

Avrete sicuramente notato un'abbondante porzione di testo sbarrata. Ebbene sì, pur volendo guidare con coscienza, in quei pochi istanti a disposizione prima della decisione, la mia valutazione si era fermata solamente alle auto che mi seguivano e ai miei consumi. Ho quindi deciso di mantenere la velocità costante: l'auto nella corsia opposta ha correttamente interpretato e mi ha lasciato passare, procedendo alla manovra pochi istanti dopo.

Da un lato la mia valutazione potrebbe sembrare corretta: nessuno mi seguiva e non ho creato rallentamenti (che avrebbero incrementato il traffico e aumentato – in cascata – le emissioni anche delle auto dietro di me), ottimizzando il mio consumo e quindi le mie emissioni. Subito dopo, però, mi sono fermato a riflettere sul mio gesto: ho davvero aiutato l'ambiente?

Per far passare l'auto nella corsia opposta non sarebbe bastato rallentare, avrei dovuto anche frenare, emettendo un po' di particolato in più con il consumo delle pastiglie e degli pneumatici e un po' di CO2 (e altre zozzerie) in più per accelerare nuovamente alla velocità di crociera. Pur discretamente distante, l'auto che mi seguiva avrebbe molto probabilmente frenato o rallentato.

D'altra parte, però, già due veicoli nella corsia opposta erano fermi in attesa di avere strada libera, situazione di massimo consumo teorico: un mezzo fermo con motore acceso segnala infatti consumi altissimi sul computer di bordo (in chilometri al litro) perché fa zero chilometri con un litro di benzina…se introduciamo la variabile temporale nell'equazione. Inoltre altre due vetture stavano rallentando dietro a quelle ferme, aggiungendo CO2 per la conseguente ripartenza.

Insomma, per quanto coscienzioso alla guida cerchi di essere, l'occasione è servita per ricordare a me stesso di prestare ancor più attenzione al contesto.

I CONSIGLI DELLA NONNA

Fa sempre bene ricordarlo, perciò ecco un sintetico vademecum in tre macro punti per risparmiare sui consumi e aiutare l'ambiente:

  • mantieni una guida fluida: il cambio repentino di velocità è nemico dei consumi, così come l'on-off (salvo eccezioni come la guida delle ibride). In coda in autostrada evita di frenare se possibile, guarda tre auto avanti e adatta la velocità. In città tieni conto di rotonde, semafori, attraversamenti pedonali e traffico. Richiede più sforzo mentale, ma lo sforzo è assolutamente ripagato. Quanto? Anche un paio di litri in meno ogni 100 chilometri a fronte di un tempo risparmiato di poche manciate di minuti sulle brevi tratte;
  • ridurre la velocità: per quanto possa essere curata nell'aerodinamica, l'auto non si muove nel vuoto. Maggiore è la velocità, maggiori i consumi, è fisica. Durante i viaggi mantenersi sui 120 km/h fa la differenza in termini di consumi. Quanto? Dipende dall'auto e dal suo motore, ognuno ha efficienza diversa, ma basta fare qualche prova, magari in un tratto che si percorre spesso, per rendersi conto della differenza. Si può azzerare il computer di bordo, impostare il cruise control ottenere la nostra lettura e, la prossima volta che affronteremo lo stesso tratto a parità di condizioni, provare ad aumentare il passo: non si tratta di essere lenti a tutti i costi, si tratta di conoscere la propria auto al punto da capire bene qual è la velocità giusta per il miglior rendimento in base ai parametri fisici del veicolo;
  • veicolo in ordine: significa anche pneumatici con la giusta pressione, l'olio giusto e, alla lontana, l'auto priva di carichi inutili (le cinque cassette degli attrezzi nel bagagliaio o il box da tetto per pigrizia di smontarlo dopo la vacanza).

BANALITÀ

Per essere banali ci vuole poco, basta scrivere un pezzo come questo ad esempio. Forse, però, è proprio la banalità che ogni tanto ci serve, quel resettone che fa bene ai computer perché elimina l'accumulo di infinitesimali variazioni software sulle chiavi di registro e fa piazza pulita di file spazzatura e tossine accumulate nel tempo.

Lo stesso resettone serve anche alla nostra attitudine al volante: fermarsi ogni tanto, valutare le proprie convinzioni e rivederle per evolversi…

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