CATL nella black list degli Stati Uniti: le conseguenze sul mercato
Tensioni USA-Cina: CATL tra le aziende più colpite
CATL, il principale produttore mondiale di batterie per veicoli elettrici, è finito al centro delle polemiche dopo l’annuncio che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti lo includerà nella lista nera del governo americano, nota come “lista 1260H,” a partire da giugno 2026. L’accusa: presunti legami con l’apparato militare cinese. Anche Tencent, il colosso tecnologico cinese proprietario di WeChat, è stato aggiunto all'elenco, il che vieta loro di collaborare con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e con aziende statunitensi coinvolte in contratti militari.
L’elenco aggiornato conta ora 134 aziende con operazioni negli Stati Uniti, un ampliamento significativo che riflette le crescenti tensioni tra le due superpotenze. CATL ha respinto con forza le accuse, affermando tramite un portavoce al New York Times di non essere coinvolta in attività militari. La compagnia ha inoltre sottolineato che la nuova classificazione non impedirà le sue attività commerciali con altre entità e ha dichiarato l’intenzione di contestare la decisione, anche per via legale. L’impatto iniziale sulla società è stato comunque pesante: il prezzo delle azioni è crollato del 2,8%, facendo perdere a CATL ben 4,4 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.
AZIONI IN CALO
CATL gioca un ruolo chiave nell’industria globale dei veicoli elettrici, fornendo batterie a marchi leader come Tesla e collaborando con Ford per costruire una fabbrica da 3,5 miliardi di dollari in Michigan. Tuttavia, l’azienda è stata oggetto di critiche, con esperti come Craig Singleton della Foundation for the Defense of Democracies che hanno espresso preoccupazioni sul potenziale uso delle sue tecnologie per il monitoraggio e lo spionaggio da parte del governo cinese. Singleton ha evidenziato che le leggi cinesi impongono alle aziende come CATL di condividere con Pechino i dati proprietari e dei clienti.
L'azione del Pentagono arriva in un contesto di crescente conflittualità economica: poche ore prima dell’annuncio, il Ministero del Commercio cinese aveva incluso 10 aziende statunitensi nella propria “lista di entità inaffidabili.” Precedenti come quello di Xiaomi, che riuscì a farsi rimuovere dall’elenco 1260H con una causa legale, fanno sperare le aziende colpite, ma il caso resta aperto.