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Auto cinesi, Federmotorizzazione: passano dalla Turchia per aggirare i dazi

L'associazione lancia un allarma su questa pratica che potrebbe crescere per aggirare i dazi istituiti dalla Commissione Europea

Auto cinesi, Federmotorizzazione: passano dalla Turchia per aggirare i dazi
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 21 ott 2024

I temi dell'espansione delle case automobilistiche cinesi in Europa e dei dazi che la Commissione Europea ha voluto istituire contro le elettriche cinesi continuano a far discutere e a creare polemiche. Questa volta a parlare è Federmotorizzazione, Federazione Nazionale Commercianti della Motorizzazione, che lancia l'allarme su di una pratica che potrebbe crescere con l'effettiva entrata in vigore delle nuove tariffe doganali.

Nel caso specifico si parla della possibilità che le case automobilistiche sfruttino sempre di più la Turchia per aggirare i dazi.

TURCHIA COME PORTA DELL’EUROPA

I costruttori cinesi andrebbero quindi ad approfittare dell'accordo di unione doganale tra Ankara e Bruxelles che consente alle merci di circolare liberamente senza l’applicazione di dazi doganali. Come si può leggere in una nota, "in un contesto dove i dazi sulle importazioni dirette di auto dalla Cina sono stati rafforzati per contrastare pratiche commerciali non corrette, l’accordo con la Turchia rappresenta una via per aggirare le sanzioni, permettendo ai produttori cinesi di continuare a vendere in Europa senza ostacoli".

Un esempio sarebbe BYD che ha annunciato, come abbiamo avuto modo di vedere in passato, un investimento di circa un miliardo di euro in questo Paese per andare a realizzare una fabbrica di auto che servirà da hub per l'Europa assieme alla fabbrica in Ungheria che dovrebbe entrare in funzione entro la fine de 2025. All'epoca si parlava già di una scelta strategica per sfruttare l'accordo di unione doganale tra la Turchia e l'Unione Europea.

Se i produttori cinesi utilizzano la Turchia come ponte per aggirare i dazi imposti dall’UE, l’Europa rischia di subire un danno economico considerevole.

Per questo, è stata presentata un’interrogazione alla Commissione Europea da parte di Carlo Fidanza, capo delegazione ECR Group e membro della Commissione TRAN in cui è stato sottolineato che l’accordo doganale potrebbe essere sfruttato in modo improprio dai produttori cinesi, permettendo loro di entrare nel mercato senza pagare i dazi doganali previsti.

Se le auto cinesi continuano a entrare in Europa tramite la Turchia senza pagare dazi, la concorrenza diventa sleale.

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