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Breton alle case automobilistiche: bisogna accelerare sull'elettrico

Il commissario europeo uscente per l'Industria punta il dito sui ritardi delle case automobilistiche europee

Breton alle case automobilistiche: bisogna accelerare sull'elettrico
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 10 set 2024

Il settore automotive in Europa è in difficoltà. Le vendite in calo, le auto elettriche che non crescono quanto previsto e l'arrivo delle case automobilistiche cinesi sono alcuni dei fattori che stanno complicando i piani dei costruttori europei. Negli ultimi giorni si è tornati a parlare della scadenza del 2035 con l'Italia che intende impegnarsi in prima persona per fare in modo che la Commissione Europea riveda in anticipo le regole che dovrebbero portare allo stop alla vendita delle auto benzina e diesel.

Rivedere la data del 2035 è un'opzione che piace a molti costruttori e a diversi Paesi UE. Contestualmente, nella giornata di ieri Mario Draghi ha pubblicato il rapporto dedicato alla competitività dell’economia europea in cui è specificato molto bene che il settore automobilistico è un esempio chiave della mancanza di pianificazione dell'UE. Serve, dunque, un preciso piano industriale.

In questo ampio dibattito si inserisce, adesso, il commissario europeo uscente per l'Industria Thierry Breton che ha parlato della crisi Volkswagen e delle problematiche del settore automotive.

RITARDI SULLE AUTO ELETTRICHE

Breton, sulla crisi della Volkswagen e sulle difficoltà del settore auto, ha sottolineato che la situazione auto non è certamente rosea e che c'è molto nervosismo.

C’è molto nervosismo, come si evince dagli sviluppi attuali nell’industria automobilistica tedesca o anche qui a Bruxelles con Audi.

Mentre continua il dibattito sulla possibilità di rivedere la scadenza del 2035, Breton all'interno di un'intervista con Handelsblatt punta il dito anche sulle stesse case automobilistiche che avrebbero dovuto fare di più.

All'inizio dell'anno erano disponibili solo sei modelli che costavano meno di 30.000 euro. Due modelli sono ora disponibili in Europa per meno di 20.000 euro ma provengono da fabbriche cinesi.

Successivamente, in una riunione a Palazzo Berlaymont, di fronte ad una ventina di rappresentanti dell'ecosistema industriale automobilistico, dalle imprese alle Regioni e alle città, fino ai sindacati e alle Ong, per discutere le sfide del settore, il commissario uscente è andato oltre, aggiungendo di essere molto preoccupato del ritardo delle case automobilistiche europee sull'impegno di eliminare i modelli endotermici entro il 2035.

Abbiamo fatto un quadro realistico della situazione attuale e di dove dobbiamo accelerare per raggiungere l'obiettivo del 2035.

Al centro di questo confronto i fondi per la transizione, le colonnine di ricarica, le competenze e l'accesso a batterie e materie prime. In un momento sicuramente di difficoltà in cui la Cina è molto più avanti dell'Europa nella produzione di veicoli elettrici a prezzi accessibili, Breton ha ricordato che il compito dei politici non è quello "di stare seduti ad aspettare che i nostri obiettivi per il 2035 si materializzino magicamente". Secondo Breton bisogna lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Bruxelles ha messo in guardia l'industria delle auto su una domanda stagnante trainata da una produzione di veicoli elettrici in calo rispetto al 2023, stimando un deficit commerciale con le auto elettriche prodotte a Pechino pari a 8,8 miliardi di euro. Insomma, per l'UE bisogna andare avanti.

Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane. Il tema è sicuramente molto caldo, con una parte del mondo politico europeo e alcuni costruttori che spingono per un cambio delle regole.

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