Mercato auto Italia 2024, le associazioni chiedono al Governo di intervenire
Le associazioni di categoria chiedono un intervento per rilanciare il settore automotive

Il risultato negativo del mercato auto italiano nel mese di agosto 2024 ha portato diverse associazioni di categoria a chiedere di rivedere le politiche per il settore automotive.
RIVEDERE LA POLITICA DELL’AUTO
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, i dati di agosto 2024 evidenziano il momento di grande difficoltà che sta vivendo questo settore. Per tale motivo serve rivedere la politica per l’auto non solo a livello italiano ma pure a quello europeo.
I dati di agosto confermano la situazione di grave difficoltà per il mercato dell’auto italiano che appare penalizzato dai forti aumenti dei prezzi delle auto e da una transizione energetica che si rivela sempre più difficile. Magra consolazione per gli italiani è il fatto che difficoltà analoghe incontrano gli automobilisti degli altri paesi dell’Unione Europea. E’ del tutto evidente, come il Centro Studi Promotor afferma da tempo, che occorre rivedere la politica per l’auto, non solo a livello nazionale, ma anche a livello di Unione Europea.
Per UNRAE serve urgentemente un piano strategico per il rilancio del settore automotive italiano.
Riteniamo fondamentale che vengano convocati al più presto i Tavoli interministeriali dedicati alla fiscalità del settore automotive per rilanciare la competitività delle nostre imprese e valorizzare il contributo che possono offrire, attraverso il rapido ricambio dei veicoli aziendali, nell’accelerare il rinnovo del parco circolante e nel promuovere la sostenibilità ambientale e la sicurezza stradale.
In particolare, UNRAE sottolinea la necessità di porre in essere ulteriori misure come recuperare i 250 milioni sottratti dal DL Coesione, eliminare il price cap per le auto elettriche e utilizzare immediatamente i 240 milioni di euro di fondi residui degli incentivi 2024 per rifinanziare il bonus per le auto elettriche.
Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA, evidenziando la fine degli effetti positivi degli incentivi, pone anche l'attenzione sull'inflazione e sui tassi di interesse ancora elevati per i finanziamenti.
L'onda lunga dell'inflazione unitamente ai tassi di interesse ancora elevati per finanziare l'acquisto di un nuovo veicolo pesano negativamente sul desiderio dei consumatori di cambiare vettura – come conferma anche il calo registrato sia a luglio che ad agosto (da -69,9 a -70,5) dall’indice ISTAT relativo all’opportunità attuale all’acquisto di beni durevoli, tra cui l’automobile e la contrazione riportata nel mese dalle transazioni relative ai veicoli usati.
IL MERCATO CHIEDE CHIAREZZA
E parlando del mercato delle elettriche, interviene Fabio Pressi, presidente di Motus-E, che sottolinea come la volatilità degli ultimi mesi riflette l’importanza di una pianificazione degli incentivi di facile lettura per cittadini e flotte aziendali.
I dati indicano nuovamente un andamento molto confuso del mercato, con gli straordinari picchi seguiti alla messa a terra dell’Ecobonus alternati a momenti di apparente stallo, in cui gli automobilisti interessati a passare all’elettrico restano alla finestra per comprendere l’evoluzione dello scenario. In quest’ottica, per evitare un pericoloso andamento a strappi del mercato diventa fondamentale una rapida e chiara pianificazione degli strumenti incentivanti discussi nell’ultima riunione del Tavolo Automotive, per i quali sarà indispensabile anche la massima cautela nelle comunicazioni ai cittadini, che con l’esaurimento in un solo giorno dei bonus per le auto elettriche hanno già dimostrato una grande attenzione verso questa tecnologia.
Anche per Massimo Artusi, Presidente di Federauto, resta centrale la revisione strutturale della fiscalità per le auto aziendali, un’azione di politica economica oramai non più procrastinabile che avrebbe effetti positivi sia sul lato ambientale che della sicurezza stradale, con una maggiore capacità di ringiovanimento del parco circolante.
Inoltre, bisogna arrivare a definire il nuovo schema di sostegno alla domanda di veicoli elettrici e a basse emissioni inquinanti, così come anticipato dal MIMIT il mese scorso durante il Tavolo Automotive. Infine, sarebbe opportuno "che la nuova Commissione europea possa davvero porre il settore automotive al centro di un dibattito condiviso superando la logica di una politica a senso unico che ha dimostrato finora tutti i suoi limiti e dando, invece, spazio anche alle riflessioni degli operatori della distribuzione che ogni giorno si confrontano con le imprese e i cittadini riuscendo ad intercettarne e soddisfarne le necessità e desideri di mobilità".