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T&E, i costruttori europei si sono assicurati meno di un quinto dei metalli per le batterie

Scollamento fra obiettivi di elettrificazione e strategie di approvvigionamento dei minerali critici

T&E, i costruttori europei si sono assicurati meno di un quinto dei metalli per le batterie
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 4 dic 2023

L’Europa è il secondo mercato più grande di auto elettriche dopo la Cina. Secondo un rapporto di Transport & Environment (T&E) si nota uno scollamento fra gli obiettivi di elettrificazione delle case automobilistiche e le strategie di approvvigionamento dei minerali critici per realizzare le batterie. Per raggiungere gli obiettivi di elettrificazione, i costruttori devono assicurarsi una catena di fornitura stabile delle materie prime degli accumulatori, l'elemento più importante per questa tipologia di vetture.

Sulla base dei contratti di fornitura resi pubblici dalle aziende, il rapporto di Transport & Environment mette in evidenza che le case automobilistiche che operano in Europa si sono assicurate meno di un quinto (16%) dei metalli chiave per la produzione di batterie di cui avranno bisogno da qui al 2030.

TESLA IN TESTA MA…

A quanto pare, solo Tesla e BYD starebbero facendo abbastanza per garantirsi le forniture di cobalto, litio e nichel necessarie a raggiungere i loro obiettivi di vendita per il 2030. La maggior parte delle case automobilistiche europee, invece, ad eccezione di Stellantis e Volkswagen, sarebbero molto indietro.

In particolare, l'azienda di Elon Musk è al primo posto della classifica generale grazie alle sue strategie di approvvigionamento di materie prime e di sviluppo della produzione di celle. Tuttavia, Tesla appare in ritardo sul fronte delle pratiche responsabili. Al secondo posto di questa speciale classifica troviamo Volkswagen che ottiene buoni risultati in tutte e tre le categorie.

 

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Terzo gradino del podio per BYD che è prima in termini di capacità di approvvigionamento di materie prime ma è in svantaggio quando si parla di pratiche responsabili vista la scarsa disponibilità di informazioni sull’approvvigionamento sostenibile.

Il rapporto aggiunge che solo Tesla, BYD, Volkswagen, Ford, Renault e Stellantis hanno sottoscritto contratti a lungo termine per la fornitura di cobalto, litio e nichel o hanno in programma di modificare la chimica delle batterie per porre fine alla loro dipendenza da uno dei metalli.

Mercedes ha un solo contratto per un minerale chiave, mentre BMW non ha voluto divulgare informazioni precise su questo tema. Secondo Andrea Boraschi, direttore dell’ufficio italiano di T&E, ci sarebbe una chiaro scollamento tra gli obiettivi di elettrificazione e le strategie per l’approvvigionamento di minerali critici.

C’è un chiaro scollamento tra gli obiettivi di produzione di veicoli elettrici dichiarati dalle case automobilistiche e le loro strategie per l’approvvigionamento di minerali critici. Tesla e BYD sono molto più avanti rispetto alla maggior parte degli operatori europei, che si stanno preparando con ritardo alla sfida per assicurarsi i metalli necessari per la transizione all’elettrico. Questo rapporto dovrebbe suonare come un allarme per gli amministratori delegati di queste aziende e gli investitori, affinché garantiscano maggiore solidità e coerenza per le loro strategie industriali.

PRATICHE RESPONSABILI

Parlando, invece, di pratiche responsabili, ai primi 3 posti troviamo BMW, Mercedes e Volkswagen. Si tratta di un dato molto importante soprattutto per i consumatori e gli investitori, oltre che per l’ambiente e le comunità coinvolte nella produzione dei materiali critici come spiega Transport & Environment. Dato che viene definito "dalla tracciabilità delle materie prime, dall’intensità di carbonio nella catena di approvvigionamento e dalla tutela dei diritti umani e delle popolazioni indigene".

In questa speciale classifica, BYD ottiene zero punti in virtù del fatto che "non sono state trovate informazioni sulle pratiche di sostenibilità sociale e ambientale adottate dalla casa automobilistica per l’approvvigionamento dei minerali critici".

 

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Andando avanti, Volkswagen, Stellantis e Mercedes hanno ottenuto il miglior punteggio per quanto riguarda il loro livello di resilienza a possibili interruzioni nella catena di approvvigionamento. Visto l’aumento delle tensioni geopolitiche soprattutto tra Europa e Cina si tratta di un dato importante. Queste tre case automobilistiche sono le uniche assieme a Renault a sostenere startup dell’UE nei settori dei componenti per batterie e della lavorazione dei minerali. Andrea Boraschi ha aggiunto:

Le strategie delle case automobilistiche in materia di approvvigionamento faranno la differenza nella transizione alla mobilità elettrica in Europa, e alcune aziende potrebbero affrontare serie difficoltà. Il sostegno alla raffinazione e alla produzione di componenti per batterie europee sarà fondamentale per la loro capacità di ripresa. A oggi l’industria europea mostra inoltre un chiaro vantaggio quanto a sostenibilità delle catene di approvvigionamento, un fattore chiave per garantire i consumatori e per sbloccare gli investimenti ESG.

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