Il Giappone vuole un'alleanza con Europa e USA sulle auto elettriche
Il Giappone teme che Stati Uniti e Europa adottino politiche protezionistiche sulle auto elettriche

L'elettrificazione sta cambiando gli equilibri del mercato auto. Fino a questo momento, si è discusso molto delle strategia degli Stati Uniti, dell'Europa e della Cina. Come abbiamo visto, negli USA si sta dando priorità alla creazione di una filiera nazionale dell'auto elettrica. Inoltre, come sappiamo, ci sono rigidi requisiti per poter accedere agli incentivi legati alla produzione locale. In Europa, invece, è stata avviata un'indagine anti-dumping sulle auto elettriche prodotte in Cina. Il Giappone, invece, fino a questo momento, è rimasto un po' ai margini del dibattito delle auto elettriche.
Adesso, arriva una novità. Come riporta la testata economica Nikkei, il Giappone intende dialogare con Stati Uniti ed Europa per stabilire standard condivisi sui sussidi per i veicoli elettrici, i semiconduttori e altri settori critici. Il timore è che Stati Uniti e Europa adottino norme protezionistiche che diano priorità ai propri interessi a scapito del libero scambio. Per questo, il Giappone vuole aprire un dialogo per promuovere un ambiente competitivo equo.
NUOVO GRUPPO DI LAVORO
Il ministro giapponese dell'Economia, del Commercio e dell'Industria Yasutoshi Nishimura, stando a quanto dichiarato a Nikkei, afferma che le prime discussioni potrebbero iniziare quest'anno, attraverso una serie di vertici tra i ministri degli esteri e dell’economia del Giappone e degli Stati Uniti, oltre ad alcuni incontri già previsti con la Commissione Europea. Nishimura ha affermato che le parti potrebbero anche istituire un nuovo gruppo di lavoro per discutere di queste tematiche.
Elaboreremo i dettagli per sincronizzare le nostre politiche di sussidio.
Pare che il gruppo di lavoro andrà a discutere anche di altri temi come l'approvvigionamento dei materiali critici per la transizione energetica e gli standard ambientali.
Vogliamo lavorare con Paesi che la pensano allo stesso modo per stabilire catene di approvvigionamento senza cadere nel protezionismo.